L'Italo-Americano

italoamericano-digital-3-21-2019

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GIOVEDÌ 21 MARZO 2019 www.italoamericano.org 39 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | NOTIZIE SPORTIVE CALCIO MOTORI ALTRI SPORT Partita perfetta della Juventus in Champions League con la rivincita di Allegri e uno spettacolare Cr7 S iamo spesso stati poco generosi con la Juventus. Consci della forza bianco- nera, risultava inaccettabile assi- stere, con così elevata frequenza, a partite giocate male, sotto ritmo, attendendo solo la giocata risolutrice del campione di turno. Il ritorno degli ottavi di Champions League ci ha dato ragione: con le spalle al muro, la Juve ha tirato fuori il meglio di sé, disputando una partita impres- sionante, perfetta, che la proietta tra le squadre pretendenti alla vit- toria finale. AVVICINAMENTO CRI- TICO - E pensare che l'avvicina- mento alla partita dell'Allianz Stadium, dopo il deprimente Ko per 2-0 dell'andata era stato tutt'altro che sereno. Sia gli addetti ai lavori, sia i tifosi sem- bravano aver aperto gli occhi sul fatto che la Juve non potesse gio- care così male, accontentandosi di centrare il risultato con il mini- mo sforzo. Ma, come spesso accade quando un 'gigante' è in difficoltà, le critiche si moltipli- cano oltre il dovuto, per approfit- tare del momento di debolezza di chi vince sempre. E allora, sul banco degli imputati, sono finiti Allegri e Ronaldo. Il primo (l'al- lenatore più vincente degli ultimi anni in Italia) è stato accusato di non aver dato un vero gioco alla squadra, di non aver lavorato con attenzione sotto il profilo tattico e di aver gestito malamente le ener- gie dei campioni. A Ronaldo (il calciatore più forte e decisivo del mondo) veniva rinfacciato lo score deludente in Champions, dove avrebbe dovuto fare la diffe- renza. In effetti, le partite giocate tra l'andata e il ritorno degli otta- vi di Champions non facevano ben sperare: dopo aver tremenda- mente sofferto a Bologna (strap- pando comunque i tre punti), la Juventus ha chiuso il discorso Scudetto, vincendo in casa del Napoli, ma dopo un'altra partita tutt'altro che soddisfacente. Poi c'è stata la formalità casalinga contro un'arrendevolissima Udinese. FIDUCIA DEL GIGANTE - Eppure, al netto di qualche segna- le di tensione - a seguito delle 'solite' critiche sguaiate da parte dei 'tifosi' e delle analisi severis- sime di alcuni addetti ai lavori (che, oltre a una crisi di campo, prevedevano un tracollo econo- mico per i Bianconeri, in caso di eliminazione), dall'ambiente juventino è sempre filtrata fidu- cia. Il gigante dava l'impressione di essere stato colpito e di aver accusato il colpo. Ma questo pare averne favori- to il risveglio: alzare la qualità del gioco, per centrare un obiettivo difficilissimo, ma alla portata. PIÙ FORTI DELL'ATLE- TICO - Parliamoci chiaro. L'Atletico Madrid è una squadra tignosa, esperta e abile nel gestire le partite. Difficile prenda imbar- cate o si faccia intimorire. Ma il peso dell'organico juventino è tremendamente superiore. Certo: per ribaltare il risultato i Bianconeri avrebbero dovuto essere al 100% dal punto di vista fisico e mentale, per disputare una gara d'assalto, senza com- mettere errori che favorissero le ripartenze degli avversari. Se così fosse stato, la caratura tecnica molto superiore, avrebbe potuto consentire la rimonta. CAPOLAVORO ALLEGRI La squadra ha risposto alle solle- citazioni dell'allenatore, dispu- tando una partita perfetta. Ma la grande rivincita di Allegri è arri- vata sul piano tattico. L'allenatore livornese, ha spiazzato tutti schierando un 3-4- 3 che ha conquistato ogni settore del campo. Sulle fasce un sor- prendente Spinazzola (tra i migliori) e un finalmente concen- trato Cancelo. La difesa a tre - oltre al travolgente Chiellini e al regista 'nascosto' Bonucci - ha visto in Emre Çan l'inaspettata pedina fondamentale: solitamente schierato in mediana, è stato mostruoso per attenzione, senso della posizione e capacità di recu- pero e ripartenza. Il suo dinami- smo, abbinato alla visione di gioco, ha permesso alla Juve di tenere i ritmi sempre alti, sco- prendosi costantemente, ma rischiando poco o nulla. IL RITORNO DEL RE - La notte di Torino, però, è stata una grande serata di Champions per Ronaldo che si è confermato il calciatore più decisivo e domina- te, in grado di innalzare la qualità del gioco esattamente quando serve. La tripletta realizzata parla da sola, ma è significativo consi- derare che essa sia stata confezio- nata con due colpi di testa (e un rigore nel finale): la perfetta con- cretizzazione del gioco impostato da Allegri, che ha voluto il con- trollo delle fasce, per inondare di cross l'area biancorossa. Qui, con un Mandzukic non al meglio, è salito in cattedra il cam- pione: CR7 è stato il meraviglio- so finalizzatore della manovra bianconera, ma per farlo ha dovu- to avere la meglio su una delle difese più fisiche e accorte del mondo. Esagerato. MENZIONE D'ONORE - Un filo sotto ad Allegri e Ronaldo, in un contesto di squa- dra eccezionale, non può mancare la menzione d'onore per Federico Bernardeschi. L'ex fiorentino ha messo in campo una prestazione clamorosa, fatta di qualità, forza fisica e quantità. Non ha sbagliato nulla, ha confezionato l'assist per il primo gol di Ronaldo e, a pochi minuti dal 90', dopo un'azione di pure tecnica e caparbietà, si è guadagnato il calcio di rigore decisivo. Mostruoso. GLI ERRORI DEL CHOLO - Davanti a cotanta Juve sarebbe stato difficile per tutti. Ancor più per un Atletico privo di pedine importanti. L'idea di 'mettersi in trincea', per difendere ad oltranza il 2-0 del- l'andata non ha pagato: prova ulteriore che, a questi livelli, vince chi osa e chi attacca. rato dolore al ginocchio rende sempre meno prossimo il ritorno dell'attaccante. MI LA N : PR OV A D I MA TU R I TÀ FA LLI TA . Il Milan era favorito dal pronosti- co. Sia perché davanti in classifi- ca (in teoria avreb be potuto accontentarsi di un pareggio), sia perché reduce da una serie di risultati positivi (anche se, specie gli ultimi, non poco stentati). I Rossoneri non si presentavano al derby con l'acqua alla gola, ma con la consapevolezza di avere un 'quasi match-point', visto che una vittoria avrebbe portato la Roma a -7 e l'Inter a -4 (aprendo una crisi nera per i Nerazzurri). Gli uomini di Gattuso, però, ancora una volta hanno comple- tamente errato l'approccio a una 'partitissima'. Quello che andava fatto da subito era puntare sui timori dell'avversario, provando ad aggredirlo per creare confu- sione e mettere la gara sul bina- rio tattico più favorevole. Se il Milan fosse passato in vantaggio, oltre al presumibile scoramento tra i Nerazzurri, avrebbe ottenuto di poter aspettare l'avversario, per giocare di rimessa: l'unica soluzione tattica che i Rossoneri riescono a praticare con fiducia, soprattutto quando contrapposti a squadre blasonate. Invece è accaduto l'esatto opposto: scesi in campo con troppa sicurezza e poca concen- trazione, gli uomini di Gattuso hanno perso un'infinità di palloni già nei primi minuti, consenten- do all'Inter - anche grazie a una serie di errori individuali - di passere in vantaggio con Vecino dopo 3'. E così è accaduto il con- trario di quanto pianificato: l'Inter si è caricata, il Milan si è intimorito ma, s oprattutto, i Rossoneri sono stati costretti a 'fare la partita', non potendo più puntare sulle ripartenze. Sono allora venute a galla le lacune della squadra di Gattuso, assolu- tamente incapace di occupare in modo adeguato il campo e di sostenere la propria punta senza allungarsi troppo. Tanti i calcia- tori in flessione, troppi quelli tat- ticamente poco evoluti. In costante affanno 'da rincor- sa', i Rossoneri hanno comunque avuto il merito di restare sempre in partita; Gattuso ha applicato dei correttivi (in particolare pas- sando dal 4-3-3 al 4-2-3-1), ma il SEGUE DA PAGINA 42 STEFANO CARNEVALI Cristiano Ronaldo ha consentito ai bianconeri di ribaltare lo 0-2 dell'andata e di eliminare l'Atletico Madrid gioco non è mai stato fluido e il controllo della gara è stato lun- gamente nelle mani dell'Inter. Evidente, in particolar modo, come Romagnoli e compagni non abbiano mai trovato la solu- zione per contrastare il possesso palla avversario: quando veniva portata pressione ai difensori dell'Inter, il regista nerazzurro (solitamente Brozovic) riusciva sempre a farsi trovare libero tra le linee, per ricevere comoda- mente palla. A nulla, in questo, sono serviti i cambi di Gattuso: la partita si è decisa qui. Le occasioni create dal Milan non sono comunque state poche, ma si è trattato di situazioni iso- late, non frutto della manovra. Quello che ha affondato i padro- ni di casa è stato l'affanno 'da inseguimento': le tante energie spesso malamente profuse per rincorrere i 'cugini' hanno fatto sì che gli errori individuali si moltiplicassero, favorendo il gol dello 0-2 di de Vrij in avvio di ripresa (quando ci si aspettava invece il ritorno di fiamma degli uomini di Gattuso) e, soprattutto, lo sconsiderato rigore per fallo di Castillejo su Politano, poco dopo l'1-2 di Bakakyoko. Il gol in mischia di Musacchio ha fissato il risultato sul 2-3, anche perché, negli ultimi minuti, prima Handanovic e poi D'Ambrosio hanno effettuato due clamorosi e decisivi salvataggi. La Roma res ta a -4 e c'è ancora una Semifinale di Coppa Italia da giocare. Il Milan, però, deve maturare molto e pensare a come aggiungere consapevolezza tattica in rosa.

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