L'Italo-Americano

italoamericano-digital-9-19-2019

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NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ GIOVEDÌ 19 SETTEMBRE 2019 www.italoamericano.org 3 L'Italo-Americano IN ITALIANO | C 'è qualcosa capace di rac- contare un'epoca meglio di una canzone? La musi- ca, le parole, il ritmo, la passione, lo swing del momento. Un condensato di emozioni e ricor- di che restano ben impressi nel tempo. Ne diventano una specie di riassunto, un'icona capace di attra- versare indenne i decenni succes- sivi, tanto da riuscire, con poche note, a restituire il "mood" di quel periodo, a riportare in vita lo spirito di un momento storico. Ma le canzoni non compongono solo la colonna sonora di un'epoca. Costruiscono i nostri ricordi. Leghiamo alla musica, a un ritor- nello, al testo di una canzone, pezzi della nostra storia personale. Ci riportano all'infanzia, a quella volta che abbiamo vissuto il nostro momento di gloria, a quando hanno alleviato le nostre malinconie, ci fanno provare l'emozione di un abbraccio, riportano in vita eventi e situazioni lontani nel tempo e nello spazio, ci restituiscono per- sone. Se peschiamo nella sacca dei ricordi, sicuramente verrà fuori qualche canzone. Quella canzone racconterà una storia e quella storia presto si riempirà di dettagli, volti, sentimenti. Poi, se aspettate un po' e allargate lo sguardo, vedrete deli- nearsi tutto quello che si muoveva attorno a voi e molto probabilmen- te, vi ricorderete anche chi cantava quella canzone. Sentirete animarsi un mondo, fatto di volti, interpreti, emozioni, contesti e troverete altra musica. Perché la musica porta con sé tanto altro. Avete in programma un viaggio in Louisiana? Allora senza dubbio fissate una tappa al New Orleans Jazz Museum perché lì avrete l'op- portunità di scoprire anche un pezzo dell'eredità culturale e musi- cale italoamericana. Fino al 15 maggio 2020 la mostra "The Wildest: Louis Prima Comes Home" racconta attraverso imma- gini, preziose registrazioni, abiti di scena e strumenti, la storia affasci- nante di questo trombettista, can- tante, cantautore e interprete che conquistò New Orleans, New York, Las Vegas, Hollywood e… l'Italia. In Italia la sua musica, profondamente americana ma inti- mamente legata alle origini paterne, arrivò lasciando un segno profon- do. Genererà un filone musicale a sua volta segnato da una serie di illustri interpreti che hanno fatto la fortuna del genere ma hanno anche contrassegnato una stagione della musica italiana. Americano di terza generazione, si sentiva siciliano. Louis Prima, uno dei più grandi musicisti del Novecento, non perdeva occasione per ostentare le sue origini. Eppure il jazz, il ragtime, lo swing, il jive che gli scorrevano nelle vene erano tutt'altro che la canzone italiana, l'opera e il melodramma. Erano quei suoni prepotenti e vivaci degli anni '30 che Louis Armstrong stava esportando in tutto il mondo. Era quell'America estremamente affa- scinante, travolgente e avanti anni luce rispetto all'Italia. Louis Prima è un pezzo impor- tante della storia musicale ameri- cana e, per la fierezza con cui riven- dicava il suo essere siciliano, è un pezzo fondamentale della musica italoamericana. Anzi, per come molte delle sue canzoni sono nate, questa evidente radice italiana è stata la chiave di volta, il colpo di genio: mentre dominavano le big band, quando la concorrenza la facevano Duke Ellington o Glenn Miller, a lui tornano in mente le canzoni napoletane e siciliane che cantava suo padre quando era bam- bino. Quei suoni lontanissimi rina- scono nel suo talento: jazz, swing, boogie woogie riarrangiano i suoni puri dei mandolini, del periodo aureo della canzone classica napo- letana, a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento. Citazioni dialettali, morsi e bocconi di quell'italiano che in America è tanto pieno di pre- giudizi legati alla guerra, colorano i testi in inglese e nasce un genere che lo porta alla gloria: sold out nei teatri, tour in tutta la Nazione e l'o- nore di ricevere dalla First Lady, l'invito a suonare alla Casa Bianca per il compleanno del presidente Franklin D. Roosevelt. Non sarà l'unico. Nel 1961 Frank Sinatra lo vorrà per cantare con lui Old Black Magic per John Fitzgerald Kennedy. Seguono brani di succes- so, partecipazioni televisive e cine- matografiche, contratti milionari, collaborazioni di successo e soprat- tutto una popolarità internazionale che è la miglior ricompensa per ogni artista. Senza dimenticare la sua rivo- luzione linguistica e di genere. Mai prima di lui e delle sue Angelina, Please No Squeeza Da Banana o Felicia No Capicia, il gergo tipico delle famiglie italoamericane (pizza, veal parmegiana, pasta fagiole, antipasto) usciva dalle Little Italy e raggiungeva la vita americana e mai come dopo di lui, si aprivano le porte per artisti che ne seguirono a modo loro le orme come Perry Como, Vic Damone, Tony Bennett, Buddy Greco, Phil Brito, Dean Martin, ecc. In Italia, succederà in contrario. E' il mondo americano, con il suo swing e il suo accento esotico, che entra nelle canzoni italiane portato prima dalle truppe d'occupazione, poi dallo stile originale di Renato Carosone che fa il lavoro contrario rispetto a Prima: innesta le novità musicali americane sulla tradizione napoletana, spettacolarizzando le interpretazioni come faceva l'ani- male da palcoscenico Louis Prima, oltreoceano. Dalla versione croo- ner di Fred Buscaglione, con il suo look da duro alla Clark Gable in Eri piccola così. Dal mix linguisti- co di Nicola Arigliano come in I sing ammore. Questo non fa che confermare il nostro punto di partenza. E' quel- lo che ci gira in testa, l'eredità musicale che si è depositata dentro di noi, con il suo fardello di ricordi, che riemerge con tutto il suo por- tato emozionale. E' il sedimento sonoro che si deposita nella memo- ria, che si rielabora nel tempo, si riadatta ai gusti generazionali di chi è cresciuto sui vinili dei geni- tori, che offre uno spunto che di solito equivale alla riscoperta di un classico senza tempo più che a una Riscoprire Louis Prima, leggenda italoamericana dello swing nota vintage, è ciò che dà linfa nuova alla storia. E questo è anche ciò che ci porta a Lena Prima, la figlia di Louis e Gia Maione, contraltare femminile ai riff jazz del marito, cresciuta con la musica dei genitori fra testa e cuore. Al suo legame con le origini italoamericane, al perché per lei sia tanto importante conser- vare il patrimonio culturale non solo nella storia musicale italoa- mericana ma tra gli italoamerica- ni. Lena Prima continua a sentirsi orgogliosamente italoamericana, come il padre, e invita tutti non solo a conoscere il genere di cui lei stessa è interprete ma a rivendicare l'importanza delle proprie radici, della propria storia e identità.

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