L'Italo-Americano

italoamericano-digital-6-11-2020

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NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ GIOVEDÌ 11 GIUGNO 2020 www.italoamericano.org 3 L'Italo-Americano IN ITALIANO | Q uando la scuola è stata interrot- ta per l'emer- genza sanitaria, non ci sono stati "festeggiamenti". Gli studenti svogliati hanno tira- to un sospiro di sollievo ma la maggior parte ha sentito il peso del confinamento. Bam- bini e adolescenti hanno pati- to la recisione della norma- lità, lo stop ai contatti con gli amici ma anche, quel con- fronto con gli insegnanti che spesso si pensa sia conflittua- le. Invece anche loro sanno che serve, quanto faccia bene. Lo hanno capito durante i mesi di lezioni online tanto che per molti, le vacanze ormai alle porte, hanno un senso differente. I saluti a distanza non valgono l'ab- braccio dell'ultimo giorno di scuola. Nessuna videochia- mata potrà mai sostituire il concentrato di emozioni che porta ogni fine d'anno e tutti sembrano solo aspettare set- tembre per ritrovare la nor- malità tra i banchi. Questa premessa è impor- tante per capire il nostro rap- porto con la formazione, l'e- ducazione, la cultura e tutto quello che ci gira intorno: socialità e senso di comunità, appartenenza e identità, patrimonio e memoria condi- visa, crescita e maturazione. Quando è iniziato il lock- down molte istituzioni cultu- rali hanno cercato di riaprire online e non è passato giorno in cui un artista, un attore, un cantante o un danzatore non sia apparso in tv per rimarca- re il peso di uno stop che blocca concerti e spettacoli, che vieta di andare al cinema o di organizzare rassegne, sagre di paese e feste patro- nali. Un intero comparto eco- nomico è stato fortemente penalizzato visto che tutta la macchina organizzativa, le troupe dei musicisti e le crew dei tecnici che muovono le macchine sceniche sono ferme al palo. Ma il punto è che sono ferme tutte le forme d'arte che vivono e si basano sulla condivisione e ciascuno di noi, non solo gli artisti, ha bisogno di condivisione. Ce lo hanno detto i bambi- ni delle scuole primarie che si sono sentiti "strappati" dai loro maestri, i ragazzini degli ultimi anni dei cicli scolastici che sanno di avere in tasca un anello mancante: non poter elaborare il distacco, il pas- saggio a una nuova fase, ha tolto loro un confine, un rito di passaggio che aiuta a pre- pararsi a quel che verrà. Salutare compagni e inse- gnanti, vivere l'ultimo giorno di scuola tra lacrime e gioia, ansie e speranze, serve a imparare ad affrontare i cam- biamenti. Chiusi dall'emergenza, tanti musei italiani si sono riorganizzati offrendo tour virtuali, invitando il mondo intero a scoprire l'immenso patrimonio conservato, a vedere i capolavori che ren- dono la penisola un concen- trato di bellezza unico al mondo. Nel 2017 sono stati censiti nel Belpaese 4.889 musei con collezioni d'arte, 293 parchi archeologici e 570 monumen- ti. Sono 2.371, cioè uno su tre, i comuni italiani che ospitano una struttura museale. È un patrimonio diffuso su tutto il territorio nazionale: 1,6 musei ogni 100 km quadrato e uno ogni 12 mila abitanti. Si aggiungano i siti Unesco che rendono l'Italia il paese con più patrimoni dell'umanità al mondo (55 a cui si aggiungo- no 41 nuovi siti candidati) ma non si dimentichi quello che nessun rapporto fa emergere: il folklore, il vissuto di storie, tradizioni, usi, costumi, abi- tudini alimentari e sociali, lingua e dialetti, botteghe artigiane, pratiche e saperi tramandati, consolidati nel tempo, trasmessi fra genera- zioni, che ogni centimetro d'Italia conserva e che la ren- dono uno scrigno a cielo aperto. Tutto questo per dire cosa? Durante il lockdown non ci siamo accorti solo di quanto ci manchi la socialità, di quanto abbiamo fisicamente ed emotivamente bisogno di relazioni e abbracci, strette di mano e persone accanto a noi, ma abbiamo capito quan- to ci manca tutto quello che ci dà il senso di appartenenza a un luogo, alla città in cui abi- tiamo, alla nostra piazza, al lungomare piuttosto che al sagrato della chiesa di paese. Come la scuola, questo spazio sociale attorno a noi puntella la nostra vita. Non importano le proce- dure necessarie: termoscan- ner, biglietti elettronici, per- corsi obbligati, numeri con- tingentati o altro. Si aspetta con gioia il momento. Si varca il cancello e si scopre che l'arte è ancora lì per noi. Il Colosseo, la mostra per i 500 anni di Raffaello alle Scuderie del Quirinale, gli Uffizi di Firenze, il Cenacolo di Leonardo a Milano, il Museo Egizio a Torino. Il campanile di San Marco, la Pinacoteca del Seminario e la Basilica di Torcello a Venezia. La Torre di Pisa e il Battistero. San Gregorio Armeno a Napoli e il Museo di Capodimonte, i siti di Paestum e Velia. Il Museo archeologico Marta di Taranto e quello di Reggio Calabria con i Bronzi di Riace. Sono luoghi del cuore, simboli della storia e della cultura. Che ne abbiamo bisogno lo ha dimostrato il primo weekend di riapertura. In Sicilia, per esempio, centi- naia di persone hanno affol- lato, in rigorosa sicurezza, i tesori regionali con obbligo di prenotazione online: 600 visitatori ai templi di Segesta, Senza ultimo giorno di scuola, l'Italia ricomincia dalla sua linfa vitale: la bellezza 200 alla Zisa di Palermo, 800 alla Valle dei templi di Agrigento, 700 al parco della Neapolis di Siracusa. La memoria culturale, il patrimonio artistico e pae- saggistico ma anche le arti figurative, la danza, la musi- ca, il teatro, l'opera, la creati- vità in tutte le sue manifesta- zioni, sono le nostre coordi- nate, i mattoni che a partire dalla scuola costruiscono la terra in cui immergiamo le radici, i rami con cui abbrac- ciamo il mondo. Ma non pos- siamo rifiorire senza cultura, comunità e socialità ed è per questo che dopo il lockdown si rinasce, si riparte natural- mente da ciò che è linfa. L'Italia vuole ricominciare proprio da lì: dalla sua cultu- ra, dall'arte, dalla bellezza. Meranotours@att.net Direct: 818-907-8408

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