L'Italo-Americano

italoamericano-digital-8-20-2020

Since 1908 the n.1 source of all things Italian featuring Italian news, culture, business and travel

Issue link: https://italoamericanodigital.uberflip.com/i/1281809

Contents of this Issue

Navigation

Page 2 of 39

G i o v a n n i P i c o d e l l a Mirandola, parlando della creazione nel suo trattato "Sulla dignità dell'uomo" a f f e r m a c h e D i o h a d a t o all'essere umano il ruolo di contemplatore dell'universo: voleva qualcuno che fosse capace di capire le meraviglie della creazione, di diventarne contemplatore, per poi essere in grado a sua volta di creare cose grandi. E' la lezione che ci arriva dal passato e che dovremmo sentire come parte intrinseca del nostro patrimonio, farla nostra, declinarla al presente nonostante questi infami tempi pandemici. Credere nelle potenzialità umane fa bene. Bisogna osare, immagi- n a r e , g u a r d a r e o l t r e . I n fondo, se ce l'hanno fatta nel Medioevo… potremo farcela anche noi. NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ GIOVEDÌ 20 AGOSTO 2020 www.italoamericano.org 3 L'Italo-Americano IN ITALIANO | I l Duomo di Firenze è un edificio enorme: la sua navata è lunga 153 metri, larga 90 metri i n c o r r i s p o n d e n z a della crociera e alta 90 dal pavimento all'apertura della lanterna. E' stata progettata per contenere 30.000 perso- ne e oggi è la quinta chiesa d ' E u r o p a p e r g r a n d e z z a , dopo la Basilica di San Pietro a Roma, la Basilica di San Paolo a Londra, la Cattedrale di Siviglia e il Duomo di Mila- no. Ma quando fu completa- ta, nel Quattrocento, era la più grande chiesa al mondo. Un'impressionante meravi- glia. Immaginate la grandiosità del pr ogetto, l 'ambizione della signoria di Firenze e del suo progettista Arnolfo di Cambio. Soprattutto tenete a mente che la prima pietra venne posta l'8 settembre 1296. S i a m o n e l l o n t a n i s s i m o Trecento, pieno Medioevo, l'epoca in cui ambientiamo cavalieri a dorso di cavallo, damigelle chiuse dentro torri altissime e draghi da sconfig- gere. Il nostro corredo di immagini e memorie è deci- samente fuorviante. Questa e le altre maestose cattedrali gotiche dovrebbero ricordarci c h e p o r t e n t o s o i n g e g n o vibrava in quei secoli oscuri e lontani. S o p r a q u e s t o d u o m o , grandioso e bellissimo, dal- l'incredibile bellezza di 600 anni campeggia una delle cupole più famose al mondo, inesausta fonte di ispirazione degli architetti contempora- nei e mirabile esempio di ingegneria. Ma questo è il risultato finale, non il punto di partenza. Ripartiamo, dunque. Siete d a v a n t i a q u e l t r i o n f o d i meraviglia che è la cattedrale di marmi intarsiati, le cui superbe policromie arredano il paesaggio e ricamano il cielo. La sua magnificenza doveva fungere da icona della potenza della città di Firenze. Bisognava eclissare le catte- drali delle città avversarie, Pisa e Siena in primis, ma anche stabilire un primato. Circa un secolo dopo, c'era da risolvere anche un proble- ma tecnico oggettivamente arduo come ricoprire un dia- metro largo 43 metri: un vero e proprio cratere che si apriva sul tetto del Duomo ad un'al- tezza di 60 metri. Nessuno era riuscito a trovare la chia- ve di volta. Non solo. Provate a l a v o r a r e i n u n c l i m a d i sospetti e accuse che creno un'un'atmosfera ansiogena densa di tensione e rischi: un carico da 90 su una fatica già d e g n a d i E r c o l e . G i o r g i o Vasari racconta che quasi ogni settimana giungevano all'Opera del Duomo lettere anonime o firmate da altri architetti che prevedevano il c r o l l o d e l l a c u p o l a d a u n momento all'altro. A questo punto potete in qualche modo capire quanto fosse alta l'asticella, intuire l'ansia da prestazione, ma anche quanto grandiosa sia stata l'opera portata a termi- n e d a l g e n i a l e F i l i p p o Brunelleschi, quanta sapien- za, quanta esperienza, quanta s c i e n z a a b b i a m e s s o i n campo. E quanto ardimento in questo fiorentino, già orafo e scultore, che però passa alla storia anche per aver ideato la prospettiva: fu il primo a scoprire le regole geometri- che del disegno che riproduce distanza e dimensione pano- ramica pari alla visione diret- t a , i m p o r t a n t i s s i m e p e r impostare un progetto archi- tettonico. S i a m o s e n z a o m b r a d i dubbio di fronte a due uomi- n i c o r a g g i o s i . I l p r i m o , Arnolfo di Cambio, che ideò la maestosità della grandiosa c a t t e d r a l e d i F i r e n z e , i l secondo fu Brunelleschi di cui ancora oggi si cercano di capire i segreti costruttivi a 600 anni dall'edificazione della cupola più bella della storia dell'arte. Brunelleschi, se possibile, fa anche di più. E la prima volta che un solo architetto si trova a dirigere l'intera opera, dalla scelta dei materiali alla f a s e d i c o s t r u z i o n e . Nonostante si senta addosso tutta la pressione possibile e immaginabile, non si può permettere di sbagliare e infatti non si muoveva dal c a n t i e r e e s i o c c u p a v a d i tutto: dalle pietre nelle cave al controllo dei mattoni nelle fornaci, fino al disegno di imbarcazioni per il loro tra- sporto, alla progettazione di macchinari per la costruzio- ne, agli argani, alle carrucole, alle gru, ma anche della sicu- rezza del cantiere, della paga degli operai per non parlare della progettazione e della traduzione in pratica delle sue teorie che, ripetiamo, non a v e v a n o p r e c e d e n t i n é modelli. Mettetevi nei panni di que- sti uomini del Medioevo e tenete sempre a mente che non avevano frequentato una prestigiosa scuola di architet- tura, che non arrivavano da Berkeley, non avevano pro- grammi di grafica compute- rizzata, uno studio di proget- tazione internazionale alle spalle o un 3d nel notebook. Ecco. Siamo di fronte al Rinascimento che è innanzi- tutto fiducia nel potenziale umano, nella capacità di rag- giungere i confini della cono- scenza, nella volontà di supe- rare i limiti. Siamo nell'epoca della speranza e della teme- rarietà. Dà la misura delle possibilità future. Lascia intravedere le sorti magnifi- che e progressive, ha in nuce l e p o t e n z i a l i t à d e l Romanticismo ottocentesco. Giorgio Vasari scrisse che Brunelleschi aveva creato una struttura che rivaleggia- va con le montagne intorno a Firenze, create dal Signore. Qualche decennio dopo il completamento della cupola, l ' u m a n i s t a e f i l o s o f o Il coraggio delle idee: la lezione del Rinascimento italiano Meranotours@att.net Direct: 818-907-8408

Articles in this issue

Links on this page

Archives of this issue

view archives of L'Italo-Americano - italoamericano-digital-8-20-2020