L'Italo-Americano

italoamericano-digital-6-24-2021

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States è arrivato inseguendo il suo sogno: Luca parte per la nuova vita a Genova così come da Genova sono salpati oltreoceano milioni di emi- grati italiani. Ma ogni emigrato porta nel cuore la sua città e quan- do torna, l'amore covato per anni, torna a galla come gli oggetti che Alberto, l'amico fraterno di Luca, raccoglie e mostra nella sua torre. Luca parte ma Casarosa ritorna, con la sua valigia piena di sogni realizzati e li regala alla sua terra. Sotto la luce magi- ca della Luna, come già fece con il poetico e struggente cortometraggio animato che nel 2012 fu meritatamente candidato all'Oscar. NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ GIOVEDÌ 24 GIUGNO 2021 www.italoamericano.org 3 L'Italo-Americano IN ITALIANO | " Luca" è un cartone animato ma di quelli moderni, bellissimi, che sanno affascinare anche i grandi. Perché offre profondità, emozioni, sugge- stioni che vanno al di là del racconto di una favola che in- canta i più piccoli, che credono ai mostri marini e toccano gli anelli di Saturno con l'imma- ginazione. "Luca" però è anche un generoso tributo all'Italia, una dedica d'amore al Bel- paese ritratto nella bellezza delle Cinque Terre, dove per- sino gli stereotipi sono usati per descriverci con benevo- lenza. U n o s u t u t t i , l a p a s t a : abbondante, invitante anche per due tritoni che diventano bambini asciugandosi al sole, così tipica della cucina ligure e così ricorrente nel film, che al di là della cena merita per- sino una gara di abbuffate. Sembra quasi di sentirlo il profumo delle trenette al pesto. Finito il film viene voglia di concedersi un bel piatto fumante al profumo di aglio e basilico. Altro che "Garlic bread", che ha lo stes- so sapore delle Fettuccine A l f r e d o o d i u n a C h i c k e n Parmigiana, piatti attribuiti a l l ' I t a l i a m a c h e c o n l a Penisola, che pure di ricette ne ha mille, non ha riscontro. Le trenette invece raccontano un pezzo di Italia, la gastro- nomia di una riviera magica dove il mare si infrange sulle montagne. Altro che pregiu- dizi utili all'ostracismo socia- le con cui la società statuni- tense di inizio Novecento cri- ticava gli immigrati italiani per il loro presunto cattivo odore associato all'aglio in cucina. Scoprite il pesto, se non lo avete ancora assaggia- to, o la focaccia genovese! Che tentazioni impareggiabi- li! Oppure lasciatevi amma- l i a r e d a l p a e s a g g i o , d a l l a m a r i n a c h e l a m b i s c e u n a piazzetta circondata dalle case colorate dei pescatori. Nel film questo realistico set, già suggestivo e pittoresco, si arricchisce della mitologia cinematografica e racconta l'Italia della Dolce Vita dove il sogno è costruito sul modello glamour di Vacanze Romane, sfreccia a braccia aperte nella campagna assolata in cerca di avventure, si addormenta sotto un cielo di stelle, basta un cuscino su una casetta tra g l i a l b e r i c o m e v o r r e b b e p o t e r f a r e o g n i b a m b i n o . Eccolo il fil rouge: l'icona che racconta un'epoca e dipinge uno stato d'animo, l'onda di libertà che seduce e guida i protagonisti. Ecco sfrecciare a ritmo di musica l'incanto di Vespe tricolori, memorabilia di anni in cui il costume ita- liano passò proprio da quelle due ruote. E' il ritratto di un'epoca, l'epica di quanto la Vespa abbia rappresentato nel Dopoguerra per la cultura italiana. Così diventa un inno al made in Italy, una celebra- zione dei 75 anni del pezzo cult della Piaggio, dove più che fare product placement si pubblicizza una filosofia: Vespa e viaggio, mezzo e pos- sibilità. Sentirsi liberi di fare, di andare, di provare, di emo- zionarsi. Sì, la Vespa per gli italiani di quegli anni è stata un grande simbolo di libertà e di movimento. Le ragioni stanno nella storia, nel suo essere nata sul finire della II Guerra Mondiale, nell'essere diventata il simbolo della ripresa, dell'entusiasmo che il boom economico degli anni '50-'60 si portava dietro, di quella rinascita interiore che ha vissuto l'Italia negli anni del miracolo economico, fatti di emancipazione, ripresa e necessità di rimettersi in moto. E poiché la Vespa era alla portata di tutti, persino di due abitanti degli abissi ( c h e p o i s o n o i l i g u r i c h e hanno il mare dentro), tutti a v e v a n o l a p o s s i b i l i t à d i sognare. Ma qui arriva un'altra sug- g e s t i o n e d i " L u c a " , f i l m attualissimo. Chi lo guarda intravede un futuro roseo, di rigenerazione, di rinascita dopo il Covid. Si può rico- m i n c i a r e a s o g n a r e , a d abbracciarsi (perché il film è pieno di abbracci, di tutti quei gesti negati dalla pande- mia), si può stare all'aria aperta, avere la libertà di uscire di casa. Si può persino lasciare il guscio protettivo del mare e tentare una vita nuova all'asciutto, confonder- si, mischiarsi tra le persone. Osare come i due bambini- tritoni, che non è un semplice infrangere le regole ma è non aver paura: Silenzio Bruno! Il mantra è un invito a met- tersi in gioco, a tentare per non vivere di rimpianti, a provare con un pizzico di incoscienza e tanto coraggio perché poi magari la cosa che sembra difficilissima non è tale: la montagna si rivela discesa. Il film è un viaggio denso di trame emotive, un meravi- glioso film sull'amicizia, una storia di accoglienza dove persino il mostro marino può integrarsi, una storia sul valore della diversità. Ma è anche un romanzo di cresci- ta: lasciare casa diventa il momento della maturazione. A ben guardare s'intravede l'emigrato Casarosa che negli Dedica d'amore per l'Italia in formato cartoon: il regalo di Casarosa al Belpaese Meranotours@att.net Direct: 818-907-8408

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