L'Italo-Americano

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GIOVEDÌ 11 NOVEMBRE 2021 www.italoamericano.org 39 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | NOTIZIE SPORTIVE SPECIALE OLIMPIADI Il grande derby di Milano finisce in pareggio: risultato giusto, con le due squadre superiori per un tempo a testa STEFANO CARNEVALI La prima sciocchezza è stata di Kessiè che, dopo soli 8 minuti di gioco, recuperato un pallone nei pressi della propria area, ha tardato a liberarsene e, inseguito da Calhanoglu, si è fatto da que- sti beffare (il turco ha posiziona- to una gamba tra l'avversario e il pallone, facendosi furbescamente colpire), regalando un 'rigorino' all'Inter. È stato proprio il nume- ro 20 interista - ex fischiatissimo - a trasformarlo, concretizzando una vendetta sportiva contro il Milan. I Rossoneri non si sono però disuniti e hanno ripreso - seppur ancora senza grandissima effica- cia nelle finalizzazioni - a spin- gere verso Handanovic, attuando anche un grande pressing non appena perso il pallone. Per l'Inter, così, ogni ripartenza è diventata problematica. Il merita- to pari è arrivato al 17', quando de Vrij, sugli sviluppi di un cor- ner calciato da Tonali, ha antici- pato Tomori, deviando però il pallone nella propria porta. Proprio quando i Rossoneri sem- bravano poter mettere sotto i 'cugini', è arrivata la seconda frittata della loro retroguardia. Il disastroso Ballo-Touré ha, ancora una volta, confermato di non essere pronto per certi palco- scenici: sbagliando completa- mente il posizionamento su un lancio lungo avversario, il terzi- no milanista ha perso tutto il vantaggio che aveva nei con- fronti di Darmian e, infilato dall'esterno interista, lo ha poi steso all'interno dell'area. Per fortuna del Milan, però, Tatarusanu ha neutralizzato - con una gran parata - il penalty calciato da Lautaro Martinez (ancora lontano dalla forma migliore). FASE 2: FIAMMATE NERAZZURRE - Spaventato, il Milan ha provato qualche ulte- riore sortita, consegnandosi però, nel finale di tempo, al più lucido assalto nerazzurro. L'Inter, infatti, negli ultimi minuti di gioco, ha avuto due vigorose fiammate che hanno portato - nel giro di un paio di minuti - a due clamorose palle- gol: sulla prima il tiro a botta sicura di Barella, viene respinto da Ballo-Touré sulla linea, con Tatarusanu battuto; nella secon- da, l'assist di Dzeko viene spre- cato da Lautaro che, da pochi passi, calcia incredibilmente a lato, graziando il Milan. FASE 3: INTER PIÙ EFFI- CACE - Il secondo tempo è lun- gamente caratterizzato dalla maggior efficacia dell'Inter. I Rossoneri, che hanno speso molto e raccolto poco nella prima frazione di gara, calano vistosamente e non riescono più ad attuare il proprio gioco di pressione e attacco rapido. L'Inter, invece, sfrutta tutta l'ampiezza del campo per aggre- dire un Milan molto compatto, che soffre sulle fasce. Le occa- sioni migliori capitano a Lautaro (55') e Calhanoglu (56') che, però, non sono precisi. Al 72' è invece Dzeko a farsi murare da Kalulu. Il Milan, in sofferenza, ricorre alla panchina: Rebic entra benissimo, Saelemakers meno, ma il ritmo nerazzurro, fisiologi- camente, cala un po'. FASE 4: FINALE ROSSO- NERO - Gli uomini di Pioli, quindi, tentano il colpaccio nel finale, ritrovando l'abituale vigo- re e spaventando un po' l'Inter. Meglio supportato, entra in parti- ta anche Ibrahimovic che, più vicino alla porta avversaria, risulta maggiormente pericoloso: dopo un sinistro che preoccupa Handanovic, scalda le mani del portiere sloveno con una gran botta su punizione. Gli ultimi minuti vedono l'Inter, in difficoltà, resistere alla veemenza avversaria con abilità e fortuna: la difesa nerazzurra tiene, ma è salvata dal palo sul rasoterra di Saelemakers (90') e SEGUE DA PAGINA 38 L'allenatore della Roma José Mourinho (Ph© Blurf | Dreamstime.com) fabbrica. Pesa la reiterata indi- sponibilità di Chris Smalling, ma la Roma odierna sembra sempre sbilanciata, risultando così facil- mente infilabile, soprattutto in contropiede. Mou se ne è accorto e, contro il Venezia, ha provato un più prudente 3-4-1-2 che, però, non ha sortito gli effetti sperati: la difesa si è mossa male - tra cali di concentrazione, man- canza di rapidità e scarso affiata- mento -, concedendo addirittura 3 gol al peggior attacco del tor- neo. C'è molto da lavorare. CONFLITTO CON GLI ARBITRI - A completare la gri- gia situazione, c'è il conflitto che Mourinho ha intrapreso con i direttori di gara. Effettivamente, specie nelle ultime giornate, la Roma è stata penalizzata da più di una deci- sione arbitrale discutibile. Lo Special One, in carriera, ha spes- so usato la strategia del 'nemico esterno' per compattare il grup- po, facendosi seguire ancora meglio. Se però questo tentativo non sortisse gli effetti sperati, ci si troverebbe alle prese con un pericoloso effetto boomerang: la polemica contro i fischietti, potrebbe rischiare di distogliere l'attenzione dai tanti ed evidenti problemi su cui, oggi, la Roma è chiamata con urgenza a lavorare. I l derby di Milano è - come ogni derby che si rispetti - una partita sentitissima. Spesso poi, vista la tradizionale forza di Inter e Milan, è stato anche uno snodo importante nel decidere i destini di interi campionati. Milan-Inter del campionato 2021/22 si presentava proprio così: un match sentito e impor- tante, capace di generare aspetta- tive altissime sia in termini di emozioni che di spettacolo in entrambe le curve delle tifoserie. FASE 1: MEGLIO IL MILAN, MA CHE REGALI - Il derby forse non sarà stato spet- tacolare, ma certamente è stato intenso. Ha cominciato - come succede spesso - meglio il Milan che, per tutto il primo tempo, ha macinato gioco a velocità molto elevata. I Rossoneri, però, hanno avuto il torto di non creare gran- dissime palle gol (complice la scelta di far giostrare Ibrahimovic molto lontano dal- l'area, nell'intento di favorire gli inserimenti di Leao, Diaz e Krunic tutti, però, non particolar- mente ispirati nella finalizzazio- ne) e, soprattutto, di commettere due ingenuità che hanno regalato altrettanti rigori all'Inter. dall'imprecisione di Kessié (che si conferma ancora molto poco brillante) sulla seguente ribattuta. PARI GIUSTO, SORRIDE MAGGIORMENTE PIOLI - Alla fine, il pari sembra essere il risultato più giusto. I due tempi hanno avuto andamenti similari, con la squadra più dominante (nella prima frazione il Milan, nella seconda l'Inter) che, nel finale, ha rischiato la beffa. Sul risultato pesano da un lato le ingenuità difensive e il palo di Saelemakers, dall'altro il rigore fallito da Lautaro e i salvataggi in extremis di Ballo-Touré e Kalulu. Undici punti persi da situazio- ni di vantaggio? "Quello che dobbiamo fare è recuperare ener- gie dopo questo ciclo di partite chiuso con qualche acciacco". Il pareggio restituisce a Simone Inzaghi la certezza di avere a disposizione una squadra forte e in costante crescita, ma anche il rammarico di non aver accorcia- to rispetto alla vetta (Inter sem- pre a -7 da Napoli e Milan). Sorride un po' di più Stefano Pioli, quindi: complice il pareg- gio del Napoli con il Verona, il Milan resta agganciato ai parte- nopei al vertice della classifica, ma con un pericoloso big match in meno da giocare. lità difensive, agisce da vero sot- topunta, ruolo in cui ha potuto scatenare le velleità creative, risultando efficace in fase realiz- zativa. Ma altri elementi fonda- mentali dalla formazione giallo- rossa non sembrano essersi (ancora) ben inseriti nel gioco di Mou. Abraham sta alternando grandi prestazioni a prove inco- lori, fitte di errori. Per lui, però, si può pensare a un inevitabile periodo di adattamento, necessa- rio per comprendere appieno il calcio italiano, così differente da quello della Premier. I problemi più rilevanti riguardano Henrik Mkhitaryan e Nicolò Zaniolo. L'armeno è la pallida copia dell'esterno offensivo ammirato nella scorsa stagione (quando mise a segno 13 gol in 34 gare di Campionato): pesano compiti tattici differenti (Mourinho chie- de spesso alle ali di ripiegare generosamente in difesa), ma anche un rapporto tra calciatore e allenatore non proprio ideale (i due ebbero screzi misteriosi ma evidenti quando si incrociarono al Manchester United). Mkhitaryan, dopo un buon inizio d'anno, si è via via spento - nel declino della squadra è diventato presto uno dei mag- giormente negativi - e, nelle ulti- me uscite, non è certo stato trat- tato con i guanti da Mourinho: sostituito all'intervallo contro Cagliari e Milan, è rimasto in panchina per 90' contro il Venezia (nonostante la Roma dovesse rimontare, Mou gli ha addirittura preferito il baby Zalewski). Per quanto riguarda Zaniolo, le difficoltà nascono - come per Mkhitaryan - dalle 'dispendiose' richieste tattiche di Mourinho, a cui vanno aggiunte le fatiche connesse ai tanti gravi infortuni patiti dal giovane attaccante esterno: fin qui, comunque, ha deluso. Da ultimo Jordan Veretout: anche il francese pare poco esaltato dall'attuale sistema di gioco della Roma, in cui può sfruttare meno la propensione all'inserimento, dovendo più spesso badare alla copertura della mediana. Così risulta un giocatore 'normale'. FRAGILITÀ DIFENSIVA - Quello che però colpisce mag- giormente, analizzando la Roma mouriniana è l'estrema fragilità difensiva. In 18 partite stagiona- li, infatti, i Giallorossi hanno subito ben 25 gol: troppi, soprat- tutto se si pensa che, abitualmen- te, le squadre di Mou fanno del- l'impenetrabilità il marchio di

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