L'Italo-Americano

italoamericano-digital-3-10-2022

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diplomazia, né da un lato né dall'altro dell'oceano, riflette- re sull'arte e la musica e sui messaggi che possono veico- lare, serve tanto. Come è servito cantare dai balconi italiani durante la pandemia. Si cercava insieme coraggio, la socialità vietata d a l v i r u s , c i s i d a v a u n a mano, tentando di sentirsi vicini per superare le paure, il dolore, l'ansia, l'angoscia che ancora non possiamo chiude- re dentro uno scatolone da mettere in soffitta. Si difen- deva la nostra umanità da tutto quello che la mette in pericolo. La stessa cosa che dovremmo fare con questa guerra. NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ GIOVEDÌ 10 MARZO 2022 www.italoamericano.org 3 L'Italo-Americano IN ITALIANO | P rovocare emo- zioni con l'arte. Stimolare pen- sieri e reazioni. Indurre sguardi nuovi, suggerire inedite chiavi di lettura. Si può denunciare o sognare un mondo nuovo. Di- pingere una Guernica contro la violenza della guerra come fece Picasso o puntare sull'arte magica come i Surrealisti che si rifugiarono in mondi imma- ginari visto che razionalità e logica non avevano portato a nulla di buono ma agli orrori del secondo conflitto mondiale. Si può persino lasciare il sogno di una vita, come l'ambitissimo posto da primo ballerino del teatro Bolshoi di Mosca come ha fatto Jacopo Tissi, orgoglio italiano della danza nel mondo, perché "nessuna guerra può essere giustificata, mai". Ma anche usare luoghi, monumenti o simboli antichi per veicolare messaggi insoli- ti. Si può non condividere un David coperto e in lutto ma è interessante reinterpretare le opere d'arte. Nel 1919 Marcel Duchamp mise i baffi alla Gioconda di L e o n a r d o d a V i n c i . U n affronto? Non proprio. Il Dadaismo infrangeva di pro- posito le regole per portare avanti una rivoluzione con- cettuale: totale libertà espres- siva per sostituire i linguaggi ufficiali. Niente di meglio dunque, per l'artista francese poi naturalizzato statuniten- se, che usare non solo un'im- magine accademica ma l'ico- na artistica per eccellenza, come il capolavoro leonardia- no, per compiere un'azione dissacrante. Il duo artistico Christo e Jeanne-Claude invece, nel 1974 avvolse nel polipropile- ne un tratto lungo 250 metri d e l l e M u r a A u r e l i a n e d i Roma erette tra il 270 e il 275 per difendere la capitale del- l'impero da attacchi nemici. "The Wall, Wrapped Roman Wall" come si chiamava l'i- stallazione, non fu nemmeno compresa. Molti cittadini romani pensarono fosse un cantiere, supposero che il Comune stesse semplicemen- te portando avanti dei lavori di restauro alle antiche mura. Non capirono affatto ma la provocazione era sorpren- dente: aspirava a rendere consapevoli. Il celare era un fattore scatenante della filo- sofia creativa: proprio perché sottratto, l'oggetto veniva r i s a l t a t o n e l l a p r e s e n z a . L'assenza, lo rendeva deside- rabile, anelato. Il soggetto era l ì , m a u n a v o l t a o s c u r a t o paradossalmente lo si esalta- va: il vuoto, la mancanza, lo rendeva evidente. Interessante insomma, interrogarsi sui messaggi delle opere d'arte, sulla loro capacità di provocare ma curioso è anche rileggere sim- boli e monumenti in chiave a t t u a l e o a n c h e v e i c o l a r e significati contemporanei a t t r a v e r s o e s s i . Q u a n d o vediamo la facciata di un palazzo pubblico illuminarsi con i colori di una bandiera o di un evento sociale, non c'è s o l o u n ' e f f i c a c e s t r a t e g i a comunicativa ma anche una provocazione artistica. Nei giorni scorsi, Sting ha suggerito l'importanza delle riletture dei classici. "Ho can- tato questa canzone raramen- te negli ultimi anni perché n o n p e n s a v o c h e s a r e b b e stata di nuovo rilevante" e invece, come se gli orologi fossero tornati indietro, la sua "Russians" è suonata così a t t u a l e , c o s ì n e c e s s a r i a a ricordarci che bisogna ferma- re immediatamente la guerra. Il cantante britannico l'aveva scritta durante la guerra fred- da, nel 1985, in un mondo spaventato dalla bomba ato- mica. Ma molte analogie, compreso il pericoloso avan- z a m e n t o d e l " D o o m s d a y Clock" arrivato a 100 secondi dalla mezzanotte, l'hanno fatta sembrare appena scritta. Di qui l'importanza di ripro- porla, rilanciandone il mes- saggio e l'appello alla pace. Perché la distruzione porta solo alla distruzione mentre bisogna tornare a parlare la lingua della comune umanità. E' altrettanto interessante notare come "Bella Ciao", il c a n t o p o p o l a r e d i v e n t a t o negli anni il simbolo della lotta partigiana italiana (che tante contestazioni ancora oggi solleva), sia diventata un inno alla libertà e alla resi- stenza nel mondo. Non è la prima volta che pur se espor- tato, decontestualizzato, rein- terpretato e adattato ad acca- dimenti ben lontani dalle ori- gini, conservi la sua forza rivoluzionaria, il suo spirito combattente e ideale. La popolare cantante folk ucraina Khrystyna Soloviy ne ha fatto una cover, rieditando il testo e dedicandolo "a tutte le forze armate, ai nostri eroi e a tutti coloro che in questo momento combattono per la propria terra". Su Youtube in appena 24 ore ha ottenuto oltre 66mila visualizzazioni. M e n t r e q u e s t a n u o v a guerra scuote le coscienze e allunga la lista tragica dei conflitti che abbiamo sulle coscienze e che non siamo r i u s c i t i a d e v i t a r e c o n l a Dai canti degli italiani sui balconi durante la pandemia al coraggio dell'arte contro la guerra giancarlo.fadin@protravelinc.com Direct: 818-783-0208

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