L'Italo-Americano

italoamericano-digital-9-22-2022

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una violenta lite, prese la seggiovia per fuggire ma non arrivò mai a terra. Qualche tempo dopo anche lui rimase vittima dello stesso inciden- te, come pure il suo gatto. Da allora, chiunque dimori nella Villa degli Spiriti si dice sia preda della cattiva sorte e… dell'ombra del gatto. Certo superstizioni, cre- denze popolari, leggende ma anche usi, costumi ed eventi che s'insinuano tra le case e le comunità fino ad esserne parte integrante, al punto da non poterne più essere sepa- rate. Anzi, farne a meno, toglierle dal racconto, sareb- be come saltare molti capito- li di un grande romanzo. NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ GIOVEDÌ 22 SETTEMBRE 2022 www.italoamericano.org 3 L'Italo-Americano IN ITALIANO | D a l l a m a s c h e r a di Pulcinella al miracolo di San Gennaro, dalla S m o r f i a p e r l'interpretazione dei sogni al cornetto portafortuna. Ma potremmo anche dire dalla pizza Margherita al Vesuvio, o spostandoci a tavola, dal caffè alla sfogliatella, dal piatto di maccheroni fumanti al babà. Ci sono elementi così connaturati ad un luogo che immaginarlo senza, è come fare un primo piano che taglia fuori dalla fotogra- fia il resto del corpo. Non si tratta semplicemente di ele- menti materiali che compon- gono il paesaggio o correda- no il vivere quotidiano. Sono al contrario parte integrante, imprescindibile, sono tessere che compongono lo stesso puzzle. Appartenere a un luogo significa assorbirne lo spiri- to, le tradizioni, le usanze, i modi di fare. Assimilare la cultura, come la lingua, vuol dire vivere un luogo, capirlo, saperlo esprimere. Napoli ha sempre avuto un rapporto molto intenso con le sue radici, con quel patrimonio che ha ereditato dalla storia, così estrema- mente variopinto e variegato, frutto del passaggio di nume- rose culture che si sono sus- s e g u i t e n e l c o r s o d e i secoli. Per capire Napoli e soprattutto i napoletani ma anche solo per ammirarla dalla prospettiva più corret- ta, ovvero osservarla non solo giudicarla nella sua stra- vaganza rispetto alle regole o ai parametri ai quali siamo abituati, occorre fare un pic- colo sforzo. Bisogna evitare di ridurla a una caricatura o a pochi stereotipi e coglierne la complessità, la stratifica- zione, il linguaggio sedimen- tato. Il popolo napoletano, ben- ché da sempre aperto e crea- tivo, è notoriamente orgo- g l i o s o e i d e n t i t a r i o e pertanto nutre un profondo rispetto per il suo patrimonio genetico, gli insegnamenti del passato, persino per le leggende e le superstizioni c h e h a n n o c o n t r i b u i t o a costruire l'animo multiforme e l'identità così originale della città. Non è raro, infat- t i , s c o p r i r e c h e a l c u n e d i queste tradizioni sono man- tenute in vita ancora oggi nella Napoli moderna che, sebbene sia caratterizzata da una vita estremamente fre- netica e caotica, si concede s e m p r e u n m o m e n t o p e r ritrovare sé stessa, il suo spi- r i t o c o s ì c a r a t t e r i s t i c o e inconfondibile anche dentro quella globalizzazione con- temporanea che sembra can- cellare tante specificità loca- li, ma non quella napoletana. Ma quanto contano le tra- dizioni? Quanto influiscono sul nostro modo di essere e pensare? Moltissimo se è vero che spesso riescono a superare i confini naturali della città. Da Napoli vengo- no molti esempi. Una leggenda racconta che dopo l'eruzione del Vesu- vio del 1858, gli abitanti dei paesi che sorgono alle pendi- ci del vulcano, iniziarono ad udire ogni notte urla stra- zianti di donna. Intrepide spedizioni non riuscirono a venire a capo. Scossi da que- sto fenomeno inspiegabile, gli abitanti si rivolsero ad una leggendaria fattucchiera che viveva non molto lonta- no dai loro casolari: "a Vec- chia 'e Mattavona". Il suo intervento fu risolutivo: lan- c i ò d i v e r s i i n c a n t e s i m i e debellò il fenomeno paranor- male. A questa mitica figura napoletana si ispirò il dise- g n a t o r e a m e r i c a n o C a r l Barks che nel 1961 diede vita a d A m e l i a , l a s t r e g a c h e ammalia, celebre personag- gio delle avventure di Zio Paperone. Un altro esempio arriva dall'isolotto della Gaiola, d o v e o g g i s o r g e u n p a r c o m a r i n o f r e q u e n t a t o d a i napoletani e dai turisti: 42 ettari, che vanno dal borgo di Marechiaro a Trentaremi al l a r g o d i P o s i l l i p o . L ì c ' è un'antica villa che è abitata d a t e r r i f i c a n t i f a n t a s m i . Secondo la leggenda, qui si troverebbe lo spettro senza volto di una donna la cui apparizione coincide con il fragore del mare in tempe- sta: i pescatori dicono si trat- ti della vittima di un naufra- gio risalente al 1911. Da quel momento una serie di male- dizioni hanno colpito gli abi- tanti della struttura circon- data dal mare, con numerosi incidenti, morti violente, bancarotte e rovesci di fortu- na. Ma è molto curioso pen- sare che sia appartenuta a personaggi noti del Nove- cento, come Paul Getty, affa- scinati proprio dalla storia della villa. Si dice che pro- prio qui, nel I secolo a.C., il r i c c o c a v a l i e r e r o m a n o Publio Vedio Pollione volle c o s t r u i r e l a s u a v i l l a c h e chiamò "luogo dove cessano gli affanni". Leggende rac- contano che allevasse mure- ne a cui dava in pasto i suoi schiavi. Ma si dice anche che un nobile inglese, che abita- v a n e l l a v i l l a , d e c i s e d i lasciare la moglie. Lei, dopo Il grande romanzo che racconta l'identità locale: Napoli e le sue tradizioni giancarlo.fadin@protravelinc.com Direct: 818-783-0208

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