L'Italo-Americano

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GIOVEDÌ 22 SETTEMBRE 2022 www.italoamericano.org 39 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | NOTIZIE SPORTIVE CALCIO MOTORI ALTRI SPORT L'Inter non ingrana. Troppi cambi, certezze risicate e Inzaghi finisce sotto accusa ro è sempre stato un 'fortino' inespugnabile, il fondamento su cui Conte prima e Inzaghi poi hanno costruito il gioco offensi- vo. Oggi non è più così: tanti gol subiti, e moltissime occasioni concesse agli avversari. Il terzet- to arretrato 'classico' (Skriniar, de Vrij, Bastoni) scricchiola e Inzaghi ha provato alternative ai titolari. Anche a livello mentale l'Inter non pare in salute: la squadra appare 'scarica' e scarsamente coesa: non aggredisce e, alle prime difficoltà, si 'scioglie', senza soluzioni collettive. ORGANICO E INFORTU- NI - Il ritorno di Lukaku, proba- bilmente, ha mascherato una campagna acquisti insufficiente. Marotta e co., dovendo operare in dio di Perisic non è stato colmato. L'infortunio di Lukaku (che in questo avvio di stagione ha gio- cato solo 3 partite) ha accresciuto le difficoltà di Inzaghi (ma, lo scorso anno, il belga giocava nel Chelsea e l'Inter non si era mai trovata così in crisi), così come gli struggimenti di Gosens hanno generato grandi problemi sulla fascia sinistra (acquistato infortu- nato a gennaio, aveva già manda- to segnali inquietanti, rendendo imprudente puntare su di lui). IL RUOLO DI INZAGHI - A questi problemi Inzaghi non ha saputo trovare soluzioni. Anzi, nervoso e frenetico ha probabil- mente contribuito ad evidenziare i limiti della squadra. I continui cambi (soprattutto in difesa, ma persino in porta, dove perdura l'alternanza Handanovic e Onana) hanno generato malcon- tento e i calciatori paiono spesso tutt'altro che sereni e 'carichi'. Anche la gestione delle sostitu- zioni a gara in corso è nel mirino delle critiche: paiono sempre eccessivamente frettolose e gene- ratrici di incertezza. PROSPETTIVE - È difficile pensare che Inzaghi possa essere esonerato. Ad oggi, l'Inter è a 5 punti dalla vetta del Campionato ed è ancora in piena corsa per il passaggio del turno in Champions: dopo la sosta, il doppio incrocio con il Barcellona sarà determinante. Proprio le due partite contro i catalani potrebbe- ro rappresentare lo spartiacque nella storia di Inzaghi con l'Inter. In queste settimane, sia Lukaku, sia Çalhanoglu (l'ultimo infortunato illustre) dovrebbero rientrare in gruppo, consentendo ad Inzaghi di affrontare il secon- do (e decisivo) mini-ciclo stagio- nale di partite a pieno organico. Insomma: per l'Inter c'è ancora spazio per invertire la rotta di una stagione iniziata in modo tutt'altro che soddisfacente. Ma da adesso non si può più sbaglia- re. Le soluzioni, in un gruppo privo di leader, deve a maggior ragione trovarle l'allenatore: mai come ora il lavoro di Inzaghi sarà determinante. Con il rientro di Lukaku, per uscire da questo momento diffi- cile, potrebbe essere costretto a drastico cambio d'atteggiamento: proporre uno stile di gioco meno 'dominante' di quello mostrato la scorsa stagione. In questo modo, abbassando il baricentro della squadra, per puntare maggior- mente sulle ripartenze, otterrebbe il meglio dall'attuale organico. Sarebbe un passo indietro fino a un certo punto: si tratterebbe di una soluzione in linea con il cal- cio praticato dalla 'grande' Lazio guidata da Inzaghi solo qualche anno fa. costanti ristrettezze di bilancio, hanno cercato di replicare le intuizioni avute l'anno prima (quando, puntando esclusivamen- te sui soluzioni low-cost), erano riusciti a puntellare molto bene la rosa. Questa strategia, non ha pagato: gli innesti non hanno migliorato la squadra e, complice il perdurare delle difficoltà di Gosens, il vuoto generato dall'ad- problemi fisici, poca concentra- zione - pensieri più alla Nazionale? - ed esagerato nervo- sismo). Fatica anche Paredes - atteso con un hype altissimo -: gli sono state affidate le chiavi del centrocampo ma, per quanto molto tecnico ed esperto, non è mai stato un regista in grado di costruire il gioco da solo. Pogba, infine, dopo aver colpevolmente rimandato l'operazione al ginoc- chio, non è ancora in campo e starà ai box presumibilmente fin dopo il Mondiale. L'unico gran- de acquisto immediatamente dimostratosi all'altezza delle aspettative, fin qui, è Milik che - al netto dell'assurda espulsione rimediata contro la Salernitana - si è calato nella parte, segnando già due gol in Campionato e uno in Champions. IL PESO DEGLI INFOR- TUNI - Detto dell'assenza lun- ghissima di Pogba e dei continui problemi di Di Maria, va ricorda- to come la Juventus - che in que- sto avvio ha dovuto spesso fare a meno di Szczesny ed è stata fal- cidiata da tanti altri piccoli 'stop' occorsi a numerosi calciatori - non potrà contare nemmeno su Chiesa (fermo da gennaio) per almeno altri due mesi. Assenze continue e pesanti, che garanti- scono qualche alibi ad Allegri e ai giocatori. Però, se si scorre la rosa bianconera, risulta impossi- bile credere che non ci sia talento sufficiente per sopperire a questi - pur gravosi - infortuni. IL RUOLO DI ALLEGRI - Se la mancanza di personalità e di determinazione sono imputa- bili ai calciatori, il disorienta- mento tattico e la fragilità com- plessiva della squadra sono deci- CONTINUA DA PAG 38 Ormai imminente il ritorno in campo dell'attaccante Rumelu Lukaku (Ph © Marco Canoniero | Dreamstime.com) liarità della stagione e l'ingaggio pesantissimo sembrano le princi- pali garanzie per la stabilità della panchina. Ma la società è sempre meno disposta a tollerare la situazione: un'eventuale elimina- zione dalla Champions potrebbe essere fatale al tecnico livornese. Attenzione anche ai risultati in Campionato, dopo la sosta: altri rovesci (contro Bologna e Milan) potrebbero essere altret- tanto decisivi. Anche perchè sembra proprio che Allegri non abbia presa sulla squadra e non riesca ad avere l'intuizione giu- sta per risalire la china. Dovrà dare certezze anzitutto al reparto difensivo: solo così - protetto alle spalle - l'estro dei campioni potrà nuovamente tornare a manifestarsi con leggerezza, con- sentendo alla Juventus di fare risultato, anche senza puntare eccessivamente sul gioco. samente da ascrivere tra le responsabilità di Allegri. La 'minestra riscaldata', nel calcio, risulta spesso deludente. Ma era impensabile credere che avrebbe faticato così tanto a tro- vare il bandolo della matassa, in questa sua seconda esperienza in bianconero. Allegri, anzitutto, non sta riuscendo a dare un'iden- tità alla squadra: abbiamo detto di un gioco che non c'è, a cui si deve aggiungere un continuo cambiare nomi e disposizione in campo che evidentemente non aiuta. Fallimentare anche la gestione emotiva del gruppo: la Juventus non è mai stata così fra- gile mentalmente. Oggi, non solo tutti gli avversari sanno di poter- sela giocare contro i Bianconeri, ma sono gli stessi Juventini a perdersi quando insorgono le prime difficoltà. PROSPETTIVE - La pecu- D opo lo Scudetto sfiorato lo scorso anno, l'Inter era chiamata alla riscossa. Dopo un anno agli ordini di Simone Inzaghi, avrebbero dovuto crescere dal punto di vista dei principi di gioco (già efficaci nella scorsa annata). A galvanizzare l'ambiente, poi, ci aveva pensato il ritorno di Lukaku. I risultati, invece, raccontano di un avvio di stagione molto negativo. In Campionato le scon- fitte sono già 3 (a Roma con la Lazio, nel derby e a Udine) e le partite vinte - escludendo quelle con Spezia e Cremonese - sono state molto sofferte. In Champions, complice un sorteg- gio sfavorevole, la situazione è ancora aperta: contro il Bayern è arrivata una sconfitta senza appello, mentre in casa del pic- colo Viktoria Plzen, l'Inter ha vinto senza entusiasmare. GIOCO E MENTALITÀ - Nella scorsa stagione l'Inter, orfana di Lukaku (e Conte), nelle mani di Simone Inzaghi, aveva scelto la strada del gioco: meno difesa e contropiede e più palleg- gio e possesso. I risultati erano stati a lungo confortanti e, per quanto lo Scudetto sia sfumato, il lavoro dell'allenatore aveva convito i più. Quest'anno, però, si sta veri- ficando una brusca inversione: pur seguendo un canovaccio tat- tico conosciuto e riconoscibile, l'Inter non riesce più a dominare le partite (né dal punto di vista tecnico, né da quello fisico), senza peraltro risultare efficace nelle ripartenze. La squadra è atleticamente poco brillante, occupa male il campo (molto lunga e sfilacciata) e non risulta efficace negli ultimi 30 metri. Quello che però colpisce sono la fragilità difensiva e quella emoti- va che stanno caratterizzando l'Inter attuale. Il 3-5-2 nerazzur- STEFANO CARNEVALI

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