L'Italo-Americano

italoamericano-digital-9-19-2013

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GIOVEDÌ 19 SETTEMBRE 2013 La Vignetta della Settimana LettAralmente sulla graticola di Renzo Badolisani LA TRINCEA DEL PREMIER Chissà se, in questi giorni, Enrico Letta ha mai ripensato alle ore in cui accettò l'incarico conferitogli dal Presidente della Repubblica di formare (e presiedere) uno stranissimo Governo composto da sinistra e destra, per far uscire il Paese dalla crisi economica e, se possibile, ripartire. Da allora - e sono passato diversi mesi - ogni giorno è sembrato lunghissimo. Il Premier, abilissimo come suo zio Gianni, maestro di diplomazia, ha trascorso quasi più tempo a smussare, comporre, evitare strappi, litigi, incomprensioni. Facendo litigare, ma poi sempre intervenendo. Un Presidente del Consiglio in perenne trincea: bravissimo, da un lato, a (ri)accreditare il Paese nei grandi consessi europei e mondiali, dettando un'agenda economica sui temi della ripresa e pronto anche a mediare, sul fronte interno, continue prese di posizione di alcune 'correnti' del proprio partito, il PD, che vorrebbe chiudere al più presto con questa ibrida situazione di Governo, tornando presto alle urne per vincere le elezioni. Non ci fosse stata la vicenda-Berlusconi (per il quale, in queste ore, la Giunta per le immunità sta votando la decadenza o meno da Senatore alla luce della condanna in Cassazione subita) o, forse, addirittura la presenza stessa di Berlusconi, Letta sarebbe forse riuscito a governare meglio, entrando di più nei cuori della gente. Invece, i primi provvedimenti adottati, sono sembrati più palliativi che altro, non risolvendo, ad esempio (o provando a farlo) il problema della mancanza di lavoro per i giovani. Che dovrebbe inquietare di più del debito pubblico che aumenta di giorno in giorno. Perché senza lavoro il PIL non cresce, la sfiducia aumenta, le famiglie non spendono attaccando, invece, i propri risparmi, il Paese non decolla. Stretto attorno alla figura del proprio patriarca Berlusconi, il Popolo della Libertà ha sempre minacciato la crisi di Governo se il Cavaliere dovesse essere realmente 'espulso' dal Parlamento. E frange del PD, dal canto loro, stufi di far parte di un Governo stranissimo e irripetibile in tandem con gli avversari politici di sempre, mai hanno perso l'abitudine di tirare per la giacca il Premier, sventolando venti di crisi. In questa situazione - un po' pirandelliana per via della innumerevoli maschere che la politica italiana indossa in questa fase del propria vita - Enrico Letta si è spesso volutamente isolato, nascondendosi dietro la sagoma e la protezione di Giorgio Napolitano, in nome del Governo di 'salvaguardia nazionale', buono per rilanciare l'economia, rimettere i conti economici a posto, rintuzzando il deficit, facendo tornare la fiducia degli italiani verso le istituzioni. Sono stati mesi complicati per il Premier, costretto a vivere perennemente sulla graticola. Con la speranza di farcela, guidando un Esecutivo particolarissimo, un occhio al Paese e un altro ai continui richiami dell'UE sul debito pubblico. Adesso che la vita futura di questo Governo è a fortissimo rischio - squassato dall'ennesima vicenda Berlusconi - il Premier non tiene conto degli spifferi, provando, per l'ennesima volta, a mediare. A chi gioverebbe, oggi, un'altra crisi politica, agitando il rischio di nuove elezioni, peraltro da tenersi con i vecchi paletti della legge elettorale? L'Italo-Americano www.italoamericano.com 3 Il Ministro dell'Istruzione agli studenti: siate ribelli e cambiate il mondo "Ragazzi, siate ribelli e non accettate le cose come sono. Cambiate questo mondo, che è lì che vi aspetta. Da queste aule escono le persone che ci salveranno dalla crisi e ricostruiranno l'Italia". Ha sorpreso gli stessi studenti, abituati da anni a fischiare i ministri e a scendere in piazza contro le riforme scolastiche, il discorso di Maria Grazia Carrozza Ministro dell'Istruzione e rettore della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, uno degli istituti di alta formazione considerati l'eccellenza d'Italia. Il nuovo anno scolastico, iniziato ormai in tutte le regioni italiane e per ogni grado formativo, è stato accompagnato da un discorso che ha toccato tanti temi. Ha rilanciato la lotta alla dispersione scolastica, "la bocciatura - ha detto - deve essere uno strumento estremo, discusso e vissuto con il ragazzo/ragazza e i genitori, altrimenti porta alla dispersione". Inoltre, rispetto all'abbassamento del numero di iscritti, è vero, ha detto, che "spesso il costo dell'istruzione è talmente alto che i genitori preferiscono indirizzare i figli verso percorsi che vedono più certi per il lavoro". Oggi la preferenza degli studenti italiani va ai licei, che raccolgono il 46,8% degli alunni. Secondo il Ministero dell'Istruzione lo fre- quenteranno, in quest'anno scolastico, 1.206.707 giovani, di cui 459.199 nell'indirizzo scientifico, 171.498 nel classico, 170.826 nelle scienze umane, 166.137 nel linguistico, e 104.129 nell'artistico. Infine, il musicale e coreutico sarà frequentato da 9.403 alunni. In calo invece, le iscrizioni agli istituti professionali. In totale gli alunni della scuola secondaria superiore ammontano a 2.580.007. Poi Carrozza ha focalizzato l'importanza dell'integrazione in classe: "È una delle sfide della scuola italiana ed io non la vedo come un problema, ma come un'opportunità". In Italia quest'anno ci saranno 736mila studenti con cittadinanza non italiana, ma il 50% è nato in Italia e parla italiano. Il Ministro ha poi detto che il go- verno sta investendo nella formazione degli insegnanti che spesso, oltre a dover affrontare temi sociali, come l'emergenza bullismo, devono sapersi sempre di più confrontare con l'innovazione tecnologica, dalle lavagne multimediali al registro elettronico: "Credo che gli insegnanti vogliano aggiornarsi. Il problema è che non ci sono opportunità, già lo stipendio è molto basso e quindi sembra chiedere troppo. Dovremo offrire strumenti per l'aggiornamento accessibili a tutti e compatibili con la vita degli insegnanti. Secondo me - ha detto il Ministro - si andrà verso un aggiornamento obbligatorio ma dovrà essere fatto in modo adeguato al sistema scolastico. Stiamo chiedendo di più e per questo abbiamo cominciato a investire di più". In 3 anni un milione di occupati in meno tra gli under 35: giovani tagliati fuori dalla ripresa? Si dice che la ripresa economica ci sarà verso la fine dell'anno ma i dati, finora, sono tutt'altro che confortanti. Soprattutto relativamente al mondo giovanile che aspetta un posto di lavoro. Tra il 2010 e il 2013 è crollato il numero degli under 35 al lavoro, passati da 6,3 a 5,3 milioni. Secondo le rilevazioni dell'Istituto nazionale di statistica Istat, nel secondo trimestre 2013, è pesante anche la situazione di coloro che hanno tra i 25 e i 34 anni: hanno subito un calo di 750mila posti di lavoro. Accantonando i numeri significa che è decisamente peggiorata la situazione socio-economica di chi fino a pochi anni fa, avendo terminato l'università si laureava, cominciava a lavorare, a comprare casa e mettere su famiglia. I dati sono anche più negativi al Sud dove appena il 51% degli uomini della fascia 25-34 anni lavora (le donne lavorano solo nel 33,3% dei casi) contro l'81,4% degli uomini occupati al Nord. Se si guarda al complesso degli under 35 (includendo i giovanissimi) il tasso di occupazione a livello nazionale risulta in calo dal 45,9% del secondo trimestre 2010 al 40,4% dello stesso periodo del 2013.

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