L'Italo-Americano

italoamericano-digital-2-13-2014

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GIOVEDÌ 13 FEBBRAIO 2014 www.italoamericano.com L'Italo-Americano LO SPAZIO DI SAMANTHA Samantha Superstar La Vignetta della Settimana di Renzo Badolisani Dai cieli del Kazakistan, a bordo della navicella russa Soyuz, fino all'interno della Stazione Spaziale Internazionale. Scruta ben oltre l'o- rizzonte, Samantha Cristoforetti, la prima astronauta donna italiana: alla fine dell'anno salperà verso una nuova, avvincente avventura, coronando un sogno da bambina. Trentacinque anni, originaria del Trentino Alto Adige, già pilota dell'Aeronautica Militare. Il desiderio di salire nello spazio. Di entra- re - senza grancasse, essendo una ragazza molto misurata - nella sto- ria del nostro Paese, prima astronauta in rampa di lancio. In una nazione ancora eccessivamente maschilista ecco un bello schiaffo: la dimostrazione che coraggio, abnegazione, studi e approfondimenti lunghissimi possono premiare (doverosamente) ragazze e donne che meritano. Cinque anni fa, scorrendo tra migliaia di 'curricula', la Stazione Spaziale Internazionale ha scelto proprio Samantha, reduce da studi all'Accademia di Pozzuoli, all'ateneo tecnico di Monaco di Baviera, alla Scuola dello Spazio di Tolosa, all'Università di Mosca, da adde- stramenti, ripetuti fino all'ossesso, portati a compimento nella Sheppard Air Force del Texas. Ha viaggiato nel mondo, Samantha, optando poi per guardarlo dal- l'alto. Ragazza sobria, ma piena di virtù: come quella di parlare cor- rettamente ben quattro lingue (inglese, francese, tedesco e russo). Perfezionista come solo le donne tenaci sanno essere, Samantha ha iniziato adesso a studiare pure il cinese. Quanto resterà Samantha all'interno della Stazione Spaziale? Ben sei mesi, da ingegnere di bordo, studiando la Terra, compiendo vari esperimenti nel campo della fisica e della medicina. Come uno, molto importante, che riguarderà lo studio del sonno. Un'astronauta come Samantha assomiglia a un orologio svizzero. Precisione, metodicità, capacità di prevedere pro-blemi, ovviamente sapendo risolverli. Un esempio? La Soyuz, la navicella russa che la condurrà, assieme ad altri due astronauti, all'interno della Stazione Spaziale, possiede un pilota automatico nei momenti del decollo e del rientro. Samantha però conosce anche le modalità per riportarla - qualora eventi fortuiti o avarie lo impediscano - sulla Terra senza un graffio, pilotandola manualmente. Una sorta di robot umano, capelli corti, sguardo sveglio: ecco chi è Sa-mantha Cristoforetti, uno dei vanti italiani del momento. La conferma che il nostro - anche se attualmente zavorrato da debiti e da una moltitudine di problemi - è, sempre e comunque, nazione che sa proporre belle storie. Questa, forse, ancora di più, perché abbinata a una ragazza che vale e che ha costruito il suo successo in silenzio, contando solo su sé stessa. Si parlerà russo, all'interno della Stazione Spaziale. E nel tempo libero - visto che comunque dovrà restare ben sei mesi tra le stelle - cosa farà Samantha? Leggerà, inevitabile, perché i libri sono una sua passione. Fotograferà la Terra, potendo anche contare su apparecchiature sofi- sticatissime. Ascolterà, magari dopo una 'passeggiata' spaziale - quel- le che trent'anni fa emozionavano grandi e bambini - un po' di musi- ca, per rilassarsi un po'. Manca ancora un po' di tempo per decidere cosa mettere nello zaino, prima che la Soyuz, dalla steppa kazaka, venga orientata verso lo spazio. Per adesso Samantha si allena, perfe- zionando l'addestramento, spesso nell'enorme piscina della NASA, a Houston. Cittadina del mondo, tra un po' prima donna italiana nello spazio. Legittimo che la ragazza-prodigio si emozioni un po'. 3 Risarcimento dalle agenzie di rating per il danno al patrimonio artistico italiano? Si apprende dalla cronache che la Corte dei Conti ha avviato una procedura per chiedere 234 mi- liardi di euro a S&P come risar- cimento dei danni apportati al- l'Italia per averne declassato la valutazione senza tenere conto dell'ingentissimo valore del pa- trimonio artistico e culturale. Coinvolte anche le agenzie Mo- ody's e Fitch. Solleva lo stesso problema anche la magistratura di un centro pugliese, Trani. Insomma, qualcuno comincia ad accorgersi dell'immenso va- lore, non solo culturale, ma an- che concreto, dei nostri musei, gallerie d'arte, basiliche, catte- drali, chiese, conventi, castelli, palazzi, residenze nobiliari, rovi- ne, resti e zone archeologiche di due millenni fa. Impossibile quantificare con precisione il valore di questo pa- trimonio per quanto riguarda l'a- vere. Per il dare è un po' più fa- cile perché i costi di gestione, mantenimento, restauri e comu- nicazione di quanto sopra elen- cato è possibile raccogliendo da- ti concreti. Sicuramente i luoghi sacri della cultura italiana sono dei costi. Non tutti i luoghi, mostre d'arte, chiese e siti archeologici producono file di gente disposta a pagare il biglietto per vedere ed ammirare quanto è in esposi- zione. Ciò accade in genere per opere trasformate in fenomeni di cultura di massa dal mercato del- l'arte che produce valori enormi, largamente gonfiando le cifre nei passaggi da un proprietario al- l'altro. Più è stellare l'ultima ci- fra di vendita, più si allunga la fila di gente che paga il biglietto, curiosa di vedere il fenomeno, di mercato, oltre che di arte. A proposito dei luoghi sacri della cultura italiana, si ricordi un recente dibattito televisivo in cui un giovane sindaco del nord affermava, con serena sicurezza, che il danaro di provenienza sta- tale è una droga tossica per l'e- conomia. Di conseguenza, pro- poneva di trasformare musei, gallerie e zone archeologiche in chiassose Disneyland da diverti- mento di massa finalizzate alla produzione di utili, per mezzo di hotel, luoghi di accoglienza, ri- storanti e simili. È stato messo a tacere, ma non convinto, dalle parole autorevoli e precise di Philippe Daverio, informatissi- mo storico e critico dell'arte, co- municatore di straordinaria effi- cacia. Vogliamo aumentare il numero dei biglietti d'ingresso venduti in musei e gallerie d'arte? Dobbiamo creare fra i giovani la cultura che genera la curiosità ed il piacere della fruizione del patrimonio artistico. Qual è il luogo dove si tra- smette e si forma la cultura delle nuove generazioni? La scuola. Ebbene, proprio in questi giorni, per la legge Gelmini di interven- to nelle scuole statali, le ore di insegnamento di storia dell'arte sono state drasticamente dimi- nuite, o cancellate, nei licei. C'è da vergognarsi profondamente per questo provvedimento. Ver- gognarsi per un governo che può serenamente cancellare la storia dell'arte dalla scuola italiana, materia formativa che dà una ricchezza personale, non quanti- ficabile in termini di danaro, ma che dura tutta la vita. Chi rein- trodurrà la Storia dell'Arte nei licei? Aspettiamo i miliardi di S&P, Moody's e Fitch. Chiesti 234 miliardi di euro alle agenzie di rating per il declassamento all'Italia EMANuElA MEdoRo Nei licei italiani ridotte le ore di insegnamento della storia dell'arte

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