L'Italo-Americano

italoamericano-digital-3-6-2014

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GIOVEDÌ 6 MARZO 2014 www.italoamericano.com L'Italo-Americano BENTORNATI BIGLIETTAI Avanti c'e' posto! Bentornato bigliettaio La Vignetta della Settimana di Renzo Badolisani La figura del bigliettaio, posizionato nella parte inferiore di tram o autobus, scomparve a Roma alla fine degli anni Settanta, nelle stagioni immediatamente successive a quelle delll''austerity', tutti a piedi o con le luci spente, a casa, per via della crisi petrolifera. Fino ad allora era una presenza fissa: le porte del mezzo si aprivano, le persone salivano mostrando la tessera di abbonamento o pagando direttamente il costo del biglietto. Le obliteratrici di oggi parevano, allora, una diavoleria: non ce ne era ancora traccia. Il bigliettaio era diventato quasi una figura di famiglia: se andavi a scuola o all'Università e prendevi un tram o un bus alla stessa ora era facile incontrarlo tutti i giorni perché c'erano bigliettai che svolgevano le loro mansioni sulla stessa linea. Per oltre trent'anni la figura del bigliettaio - cara a tutti i romani (ricordate Aldo Fabrizi nell'indimenticabile recitazione nel film 'Avanti c'è posto' degli anni Quaranta?) - è andata in soffitta. Perché le aziende municipalizzate hanno tagliato il personale, incentivandolo ad andare in pensione, perché le macchine hanno sostituito la figura umana, perché - per risparmiare - si è scelto di cancellare la funzione. Ora però, complice la fortissima evasione del pagamento del biglietto di viaggio - che a Roma tocca quasi il 40 per cento - dal prossimo mese di novembre la figura (mitologica) del bigliettaio verrà ripristinata. Altri obiettivi? Salvaguardare la sicurezza su tram e bus, tutelando anche il decoro dei mezzi, ridotti, talvolta, a veri e propri letamai, sporchi, zeppi di scritte, sui pannelli interni, i sedili o i vetri. Si comincerà probabilmente - la sperimentazione durerà un anno - da sette linee di autobus, quelle che, quotidianamente, attraversano il centro cittadino, raggiungendo la Stazione Termini, piazza San Pietro, il Pantheon e via del Corso. Le linee, insomma, maggiormente frequentate dai turisti: un modo per farli sentire più sicuri, chiedendo a tutti, indistintamente, il pagamento del biglietto, troppo spesso omesso. Quanti milioni di euro all'anno non incassa l'Atac dal mancato pagamento dei titoli di viaggio? Una cifra mostruosa, superiore ai cinquanta milioni di euro. Un progetto che coniugherà, pertanto, un romantico ritorno al passato con il tentativo di rimettere in sesto i bilanci. Zavorrati - senza la colpa degli amministratori - proprio da un'evasione dilagante. Basta salire, oggi, sui tram o sui bus di Roma, senza contare anche le metropolitane. Pochissimi gli utenti onesti che obliterano il biglietto, tantissimi, al contrario, i 'portoghesi', incoraggiati dai controlli carenti. Il progetto - il ritorno dei bigliettai, uomini e donne, ovviamente, in rigorosa divisa blu - contempla l'assunzione di personale a tempo determinato (dodici mesi) per l'intera durata della sperimentazione. Un auspicato successo dell'iniziativa condurrebbe, alla fine dell'anno, all' assunzione a tempo indeterminato dei bigliettai dei nostri giorni. Un'iniziativa che ha preso origine e si è progressivamente dilatata a seguito di un sondaggio commissionato dal Campidoglio: bene, un romano su due, a conti fatti, aveva auspicato il ripristino della figura del bigliettaio. Un po' per ossequio ai palpiti del cuore e dei ricordi. Un po' perché, oggettivamente, di furbi e furbetti che non pagano sui bus e sui tram ne abbiamo tutti le tasche piene. 3 In fondo alle classifiche Ue: troppa burocrazia rende l'Italia inefficiente Nei rapporti con le imprese la nostra Pubblica Amministrazione è la meno efficiente tra i 17 Pae- si dell'area dell'euro (la gradua- toria non include la Lettonia che ha adottato la moneta unica dal 1-1-2014). Solo Grecia e Malta ottengono un risultato peggiore del nostro: tutti gli altri Stati garantiscono dei servizi alle pro- prie imprese nettamente superio- ri a quelli offerti dall'Italia. A dirlo è l'Ufficio studi della Cgia di Mestre, l'associazione degli artigiani, che ha analizzato una dozzina di indicatori che hanno permesso di stilare una classifica generale che consente di capire quali sono gli Stati europei dove è più semplice fare impresa. A salire sul gradino più alto del podio è la Finlandia: seguono l'Irlanda e la Germania. L'Italia, invece, si colloca al 15° posto a livello Ue, mentre nella graduatoria mondiale ci posizio- niamo al 65° posto. Gli studiosi ricordano che a causa del cattivo funzionamento della nostra macchina pubblica e per l'eccessivo peso della buro- crazia, l'Italia è in coda alla classifica europea per quanto riguarda gli investimenti diretti esteri. Solo la Grecia presenta una "attrattività" inferiore alla nostra. Ciò vuol dire che gli investitori stranieri non vengono da noi perché, ad esempio, la giustizia funziona poco e male, perché il deficit infrastrutturale è drammatico, perché la presenza in alcune aree del Paese della criminalità organizzata ha tocca- to livelli preoccupanti, ma soprattutto perché i tempi di pagamento della nostra Pubblica Amministrazione sono i peggiori d'Europa. Dichiara il segretario della Ciga, Giuseppe Bortolussi: "Al sistema delle piccole e medie imprese, che costituisce il 99,9% del totale delle aziende presenti in Italia, la burocrazia costa, in termini assoluti, quasi 31 miliar- di di euro all'anno. Per ciascuna di queste Pmi si stima che il peso economico medio sia pari a circa 7.000 euro. Tali costi penalizzano di più le piccolissi- me imprese rispetto alle aziende di dimensioni maggiori. Ricordo, ad esempio, che il 74% degli artigiani e dei com- mercianti lavora da solo: pertan- to, la gestione degli adempimen- ti burocratici viene svolta diret- tamente dal piccolo imprendito- re, che, in alternativa, si deve rivolgere ad un libero professio- nista o ad una associazione. Sia chiaro, parte della burocrazia è ineliminabile, utile ed indispen- sabile, tuttavia è necessario avviare una riforma della nostra Pubblica Amministrazione per renderla più snella, più efficien- te e meno costosa". Non è un caso dunque, che il nuovo governo Renzi abbia posto la sburocratizzazione tra le priorità del nuovo esecutivo e annunciato una riforma mirata alla semplificazione già nel giro dei prossimi mesi. Rendere le procedure meno onerose in ter- mini di tempi e costi significa, in altri termini, intervenire diret- tamente sul costo del lavoro. Per l'eccesso di burocrazia, Italia ultima per investimenti diretti stranieri Italia 15^ in Europa e 65^ nel mondo per inefficienza causata dalla burocrazia

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