L'Italo-Americano

italoamericano-digital-3-13-2014

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GIOVEDÌ 13 MARZO 2014 www.italoamericano.com L'Italo-Americano RONDE NELLA NOTTE Fermi tutti! All'ordine ora ci pensiamo noi La Vignetta della Settimana di Renzo Badolisani La miccia è stata l'ennesima rapina subita all'interno di un bar di Fiumicino. La barista, una quarantenne rumena madre di due bambini, non ha esitato a roteare un coltello, ingaggiando una furiosa lotta con un bandito. Una colluttazione lunga, in cui ognuno dei contendenti, nel bagliore di un attimo, ha rivisto scorrere tutta la sua vita. Poi la barista, con una lama affilata, ha trapassato il cuore del bandito, uccidendolo sul colpo. È stata accusata all'inizio di omicidio volontario. Poi testimonianze a raffica l'hanno scagionata: per lei solo legittima difesa. Come era giusto, giuridicamente, che fosse. Fiumicino, litorale romano. A pochi chilometri, in cielo, gli aerei tracciano la rotta, decollando dall'omonimo aeroporto. È il paese del mare, del vento, delle spiagge e dei voli. Da tempo, ormai, è diventata una zona in cui la microcriminalità colpisce e non si accontenta, reiterando furti e violenze. Rapine, appunto, ma pure ruberie negli appartamenti e nei garage. Ci sono state famiglie che, nel giro di pochi mesi, hanno perso tutto, visitate anche più volte dai ladri. Naturale che, a lungo andare, la gente non ce l'abbia fatta più a subire. Pochi controlli, poca tutela del territorio. Colpa della spending review, dei tagli imposti anche alla sicurezza, soprattutto nelle zone periferiche del quadrante di Roma. E Fiumicino, assieme a Isola Sacra, Ostia e Focene è tra le zone più a rischio. Quella in cui, camminando per strada o stando a casa, ci si sente più vulnerabili. Così gli abitanti hanno vinto l'inerzia, bissando un'iniziativa che, anni fa, era andata in scena già nel Nord Italia. Hanno varato ronde notturne per scoraggiare i malintenzionati. Loro - che per nulla al mondo avrebbero voluto imitare Charles Bronson nell'indimenticabile prestazione de 'Il giustiziere della notte' - invece che ronde le hanno chiamate, più dolcemente, 'passeggiate notturne'. A testimoniare, appunto, la finalità assolutamente pacifica. Dieci macchine, con quattro persone all'interno. Armati solo di un paio di torce per illuminare l'oscurità, di un termos per il caffè e di una serie di cellulari per avvertire - qualora il caso lo richiedesse - le Forze dell'Ordine. Le ronde, dalle dieci della sera alle sei del mattino, sono durate due settimane. Il tempo per distogliere i malintenzionati, metterli in fuga, fargli magari cambiare zona dove operare, rinforzando la sicurezza per le proprie cose, in attesa che lo Stato (come poi è accaduto) scendesse nuovamente in strada con più mezzi e più uomini. Un'iniziativa provocatoria, certamente, pacifica e senza altre finalità. Sorveglianza, di notte, dandosi il turno, illuminando le strade buie e più visitate dai ladri. Un'azione di pattugliamento del territorio, in zone minate da bande di delinquenti senza scrupoli. Qui, tre anni fa, un ragazzo di sedici anni venne ucciso dal pugno di un bullo al quale non aveva regalato una sigaretta. Qui, appena pochi giorni fa, una barista rumena ha ucciso un bandito, rovinando, ovvio, anche la propria vita. Confessando di non dormire più, in preda ai rimorsi, meditando di tornarsene in Romania. Ronde nella notte, a Fiumicino e dintorni, attuata da gente qualunque. Per provare a vivere in modo più sicuro. 3 Parole e parolacce, come cambiano la lingua e la società italiana Manca l'uso quotidiano delle belle parole, quelle della lingua colta, usata da gente ben educata ed istruita, capace di esprimere idee, sentimenti ed emozioni con un lessico appropriato e concor- danze morfologiche e sintattiche corrette. Il turpiloquio, invece, è diventato il linguaggio usato per trasmettere concetti ed identifi- carsi in gruppi sociali. La politi- ca della non politica ha contri- buito in modo macroscopico alla diffusione di parole e gesti, pri- ma ritenuti inaccettabili fra gen- te, diciamo così, per bene. Il linguaggio osceno fatto sia di gesti, corna, dita e tutto quan- to prodotto dalla straordinaria mimica italiana, che di parole, è profondamente penetrato nel tes- suto sociale, rendendo di fatto impossibile, per le persone ben educate, ogni discorso che vada oltre la descrizione del cibo quo- tidiano e le variazioni atmosferi- che. Questi ultimi argomenti re- gistrano la diffusione di parole che indicano singolari sottigliez- ze. Il livello dell'acqua del fiu- me, che prima cresceva, si gon- fiava, tracimava, inondava, alla- gava, sommergeva la pianura circostante, adesso esonda. Una bella giornata di sole è una bolla di alta pressione, più o meno sta- bile, proveniente da ovest. Il linguaggio della politica è tristemente impoverito ed invol- garito. La v maiuscola nella pa- rola movimento, usata come sim- bolo da un partito che rappresen- ta in Parlamento una larga por- zione di cittadini italiani, è quan- to meno preoccupante, per even- tuali sbocchi futuri, più o meno prossimi. Ricorda troppo da vici- no il "me ne frego" di antica me- moria, che credevamo disusato e passato nel dimenticatoio. A casa era assolutamente vieta- to l'uso di quella frase, insieme alla parola casino, oggi larga- mente usate. Tutte le parole più volgari del linguaggio sessuale sono usate come strumento di battaglia ideologica, nelle piaz- ze, nei bar, nei circoli, nei luoghi d'incontro ed in Parlamento, in un processo di reciproca influen- za. Qui non si riportano tutte queste parole, non è necessario, lo fanno i media nazionali. Va sottolineato con dispiace- re, anzi con raccapriccio, l'uso di volgari espressioni del più becero linguaggio sessuale ma- schilista da parte delle donne, anche di quelle generalmente ritenute colte, in un malinteso e sempre vano tentativo di sem- brare autorevoli. È per questo motivo che con soddisfazione si è visto crescere di rilievo, a livello nazionale, il giovane toscano, portatore di una favella articolata, forbita, ricca, e di una cultura civile ca- pace di adattare il linguaggio a luoghi e situazioni. Inoltre è liberatorio, dalla boria dei ricchi, il fatto che il giovane non è tito- lare di un patrimonio personale stellare da spendere nell'arena politica. Il che, oggi, è una salu- tare boccata di aria fresca. Riuscirà il giovane Matteo Renzi, di solide radici culturali toscane, a far cadere nel dimen- ticatoio l'ondata di rozza volga- rità che soffoca le tante persone ben educate? Riuscirà a "risciac- quare in Arno", almeno per quanto riguarda la comunicazio- ne, i panni sporchi dell'Italia di oggi? Manca sempre più spesso l'uso quotidiano delle belle parole, della lingua colta EMANuElA MEdoRo La politica della non politica ha contribuito a diffondere parole e gesti finora ritenuti inaccettabili tra persone perbene

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