L'Italo-Americano

italoamericano-digital-3-23-2017

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NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ GIOVEDÌ 23 MARZO 2017 www.italoamericano.org 3 L a famiglia è uno di quei concetti che tradizional- mente, per preconcetto o stereotipo, definisce gli italiani dentro e fuori i confini nazionali. Non che non sia davvero così. Una ricerca di pochi anni fa ha verificato che per il 70% dei gio- vani italiani la famiglia è un pila- stro essenziale della vita. Il suo nucleo rappresenta un punto di riferimento stabile e affidabile al quale fare riferimento anche nelle situazioni di difficoltà: di fronte ad un futuro incerto la famiglia rappresenta, per i giova- ni, una fondamentale certezza. Anzi, proprio le difficoltà che i giovani incontrano nel conqui- stare autonomia, nell'inserirsi nel mercato del lavoro, hanno fatto aumentare ulteriormente la domanda di aiuto nei confronti della famiglia di origine. Ma, tornando al discorso ini- ziale, non è sempre così. Nel tempo, ci spiega la demo- grafia, le cose sono cambiate. La famiglia "storica", come l'abbiamo conosciuta e vissuta fino al boom degli anni Sessanta, non descrive più la società con- temporanea. L'Organizzazione Mondiale della Sanità, posizionandoci nel 2015 al terzo posto per popola- zione più anziana nel mondo, superati solo da Giappone e Germania, racconta di un preoc- cupante calo della natalità che a gennaio di quest'anno ha regi- strato un nuovo minimo storico: nel 2016 sono nati appena 474mila bambini. Di contro gli over 65 superano i 13,5 milioni rappresentando il 22,3% della popolazione, gli 80enni sono 4,1 milioni pari al 6,8%, gli ultrano- vantenni sono 727mila, l'1,2%. E gli ultracentenari, al di là del fatto che testimoniano una buona qua- lità della vita, sono ben 17mila su 60 milioni di italiani. Cifre tutte impensabili e tutte invertite all'inizio del secolo scorso. Nel 1901 c'erano soltanto 28 anziani ogni 100 giovani. Anche i "format familiari" sono profondamente cambiati. Non solo la famiglia tradizio- nale, contadina e patriarcale, piena di figli e capace di riunire solidaristicamente sotto lo stesso tetto più generazioni, con gli uomini che lavoravano e le donne che si occupavano della casa e dell'educazione dei figli, è un concetto ormai legato al massimo alla metà del Novecento e all'i- dea esportata dagli emigranti. Oggi le famiglie sono allarga- te, monogenitoriali, ricostituite e sono sempre più in chiaro le cop- pie omosessuali che hanno già a carico oltre 100mila figli. Sono diminuiti i matrimoni e sono aumentate le unioni libere: nel 2011 un neonato su quattro è nato da una coppia non sposata. Ma sono anche molte di più le fami- glie con un solo figlio e la conse- guenza è anche sociale: negli anni '50 un bambino poteva con- tare su una trentina di parenti. Oggi con fatica arrivano a 10. E' tuttavia ancora molto comune che i figli vivano con i genitori molto più a lungo che negli altri Paesi occidentali, spes- so fino ai 35-40 anni. Prima di sposarsi e di iniziare una nuova famiglia, è ancora "normale", per un giovane italiano, continuare a vivere nella stessa casa dei geni- tori e dipendere economicamente da loro. Oggi, però, più che esse- re un retaggio è una scelta obbli- gata dalla difficoltà di rendersi economicamente indipendenti. Mancano il lavoro e la sicurezza del reddito necessario per soste- nere autonomamente se stessi e quindi anche la formazione di una nuova famiglia. Lo dimo- strano pure i tassi di natalità sempre più legati a un'età cre- scente delle madri. Di fatto, oggi, si comincia a fare figli quando un tempo si smetteva. Il cambiamento non è solo demografico o sociale. Storicamente ci portiamo die- tro l'importanza della famiglia dai tempi degli antichi Romani quando non solo si attribuiva un ruolo centrale al nucleo matrimo- niale dentro al contesto sociale di vita ma addirittura si collegava, persino nel nome proprio, la famiglia ai padri fondatori della città, a quella gens che più che assomigliare a un albero genea- logico voleva richiamare l'im- portanza di appartenere a una comunità. Un concetto che poi, aggiungendo molti altri signifi- cati meno valoriali e molto più patrimoniali, ha movimentato tutta l'epoca medievale, è passa- to per Signorie e casati rinasci- mentali e si è trascinato tra mille evoluzioni fino al 1948 quando L'Italia e la famiglia. Uno stereotipo da aggiornare la Costituzione ha finalmente smesso di riconoscere quei titoli nobiliari che dell'araldica hanno sempre fatto il criterio essenziale della propria definizione. Il cambiamento è in linea con l'evoluzione globale. Non solo in Italia stanno aumentando le fami- glie multietniche, posto che circa il 10% della popolazione è di ori- gine straniera ma, in linea con la generale flessibilità ed emancipa- zione da ogni regola o gerarchia precostituita, è l'idea classica della famiglia che vive la concor- renza della famiglia di fatto, che ormai ha conquistato consenso sociale e anche legittimazione giuridica. Pratica tutta italiana che però è dura a morire, e non sembra patire alcuna patina temporale, è quella cattiva abitudine di inter- cessione "pro domo sua" che si lega strettamente al concetto di famiglia, ma nel suo aspetto meno nobile e più criticabile. Tradizione vuole che l'afori- sta Leo Longanesi, nel definire il costume italiano, abbia suggerito di scrivere addirittura nella ban- diera nazionale: scusate, ma "tengo famiglia". L'Italo-Americano IN ITALIANO |

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