L'Italo-Americano

italoamericano-digital-8-24-2017

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GIOVEDÌ 24 AGOSTO 2017 www.italoamericano.org 43 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | NOTIZIE SPORTIVE CALCIO MOTORI ALTRI SPORT La crisi è alle spalle e il calcio italiano può ripartire. La prima tappa è a Madrid STEFANO CARNEVALI C 'è stato un momento, nel recente passato, in cui il nostro movimento calcisti- co - nonostante la passione costante dei tifosi e gli elevati investimenti di presidenti e società - sembrava essere sprofondato in una crisi senza credibili vie d'uscita. I deludenti risultati della Nazionale (in parti- colare l'eliminazione al primo turno patita a Sud Africa 2010, da Campioni del Mondo in cari- ca) erano l'evidente cartina di torna sole di quegli anni difficili. Il nostro calcio aveva smesso di produrre talenti puri e, in alcuni ruoli, si verificava una vera e propria assenza di interpreti anche solo credibili. RINASCITA - Ma il peggio sembra essere passato. Come vedremo, oggi il calcio italiano ha ripreso a produrre giocatori di alto livello e può vantare atleti di sicura affidabilità pressoché in ogni ruolo. Non c'è stata, però, una vera rivoluzione gestita in modo capillare dalla Federazione (come accaduto in Germania dopo il 2000) che, attraverso la creazione di centri tecnici federa- li su tutto il territorio, potesse supervisionare la formazione dei giovani calciatori. In Italia si è trattato per lo più di necessità: le singole scuole, i vivai, hanno ripreso ad avere fondi (e occasioni per lanciare i propri talenti) più che altro per esigenza delle grandi di Serie A, non più in grado di competere sul mercato internazionale. Se a questa tendenza ci aggiungiamo un po' di fortuna (sia per la nascita di calciatori dotati, sia per la creazione di 'giovani isole felice' come l'Atalanta), abbiamo tutte le carte in regola per parlare di una rina- scita, che non sarà 'sistematica', ma di certo pare efficace. FELICI E CONTENTI - Se tutto il movimento - dai tifosi alle Pay Tv - si può giovare di questo 'ritorno alla competitività' del nostro calcio, uno dei beneficiari più diretti di questa rinascita è certamente il Commissario Tecnico Gian Piero Ventura. L'ex allenatore del Torino, infat- ti, aveva ereditato la 'miracolata' Nazionale di Antonio Conte che, con una rosa di livello molto modesto, aveva disputato un Europeo decisamente positivo (basandosi per lo più sulle doti - tattiche e morali - dell'allenatore salentino). In pochi mesi, invece, Ventura si è trovato ad avere a disposizio- ne un parco giocatori molto più profondo e forte che, pur difet- tando di esperienza, ha una qua- lità che nell'era Conte era solo un miraggio. PORTIERI COME AI VECCHI TEMPI - Per decenni la scuola portieri italiana era stata motivo di vanto assoluto. Poi, nonostante singoli elementi di livello assoluto, anche in questo ruolo era arrivato un periodo di 'vacche magre': dietro ai 'mostri sacri' della categoria, stentavano alternative affidabili. Se Buffon resta il 'numero uno' per antonomasia, dietro di lui va registrata la crescita esplo- siva di Donnarumma che, però, non è più solo. Meret, infatti, e il 'redivivo' Scuffet hanno le carte in regola per diventare portieri di caratura internazionale. E come dimenticare Perin (che, al netto degli infortuni, era considerato un altro predestinato), Consigli (un 'mostro' di regolarità), Sportiello (incappato, lo scorso anno, nella prima stagione nega- tiva della propria carriera) o l'e- sperto Marchetti. Tutto, insomma, lascia sup- porre che la scuola portieri italia- na sia decisamente tornata ad altissimi livelli. LA RISCOPERTA DELLA DIFESA - In un'epoca in cui i grandi difensori scarseggiano (si guardi al mercato: centrali e ter- zini tutt'altro che irreprensibili possono vantare valutazioni stra- tosferiche), si può dire che, dopo qualche stagione difficile, il cal- cio italiano stia vivendo una discreta rinascita. Del resto era inevitabile per un Paese che, a torto o a ragione, è spesso considerato la patria del 'Catenaccio'. Dietro i monumenti Chiellini e Bonucci (ma nn dimentichiamoci di Barzagli) scalpitano Caldara, Rugani e Romagnoli: l'Atalantino è un fenomeno per anticipo ed effica- cia in zona gol; il giovane bian- conero, quando impiegato, è risultato sempre un marcatore implacabile; il centrale del Milan, infine, si distingue per tecnica e capacità di impostazione: Bonucci ha già un erede che, sep- pur giovane, si è ben disimpegna- to su palcoscenici importanti. Quanto alle fasce, anche se con qualche certezza in meno, le alternative non mancano: Darmian, molto cresciuto grazie all'esperienza al Manchester United, è ormai un jolly che può essere impiegato in tutti i ruoli del pacchetto arretrato; Conti è un terzino di spinta come non se ne vedevano da tempo: se al Milan saprà confermare quanto messo in mostra a Bergamo, avremo un titolare sicuro per almeno 10 anni; Spinazzola nasce esterno alto, ma sta completando un'interessante metamorfosi difensiva, grazie alla sua corsa e alla visione di gioco, risulta un profilo interessante; Zappacosta, dopo la prima stagione difficile al Torino, ha disputato un campio- nato più che positivo, tornando meritatamente nel giro della Nazionale; De Sciglio, dopo le difficoltà degli ultimi Campionati, potrebbe rigenerarsi in maglia bianconera, tornando a essere un terzino efficiente, oltre che duttile; non bisogna, infine, dimenticarsi di Florenzi: il Romanista, dopo i gravi infortuni della scorsa annata, rappresenta un interprete eccezionale del ruolo. Manca un mancino puro, ma il 'parco esterni' della futura Nazionale è nutrito e di qualità. AVANTI (PIANO) A CEN- TROCAMPO - La zona nevral- gica del campo resta il settore più bisognoso di una rinfrescata. L'addio di Pirlo ha lasciato un vuoto che Verratti - nonostante tutte le sue qualità - non è ancora riuscito completamente a colma- re. Marchisio comincia a sentire il peso degli anni - e dei recenti infortuni - e un problema anagra- fico si può riscontrare anche par- lando di De Rossi. Pellegrini e Gagliardini sono il nuovo che avanza: il neo-roma- nista ha vissuto un finale di sta- gione eccellente e rappresenta il prototipo della mezz'ala moder- na; l'Interista ha avuto una mar- cata flessione tra la conclusione del Campionato e l'Europeo Under-21: resta un mediano di grande qualità e tranquillità. Parolo è un incursore affidabile, Montolivo, nonostante le ultime stagioni tutt'altro che convincen- ti, è ancora una mezz'ala comple- ta. Benassi e Baselli abbinano corsa e qualità, ma sono ancora un po' acerbi. Insomma, non si naviga nel- l'abbondanza: finché Verratti non compirà il salto di qualità, la sen- sazione è che manchi sempre un riferimento al reparto. TREQUARTI: FANTASIA AL POTERE - Gli esterni d'at- tacco e i trequartisti sono spesso stati una prerogativa del calcio italiano che ha fatto dei 'numeri 10' un vero e proprio marchio di fabbrica. Oggi mancano stelle assolute del calibro di Baggio, Zola, Totti o Del Piero, ma le alternative non mancano e, carta d'identità alla mano, c'è ancora spazio per una loro crescita. Bonaventura deve definitivamen- te conquistare la Nazionale: nel Milan è un giocatore 'totale', mentre in Azzurro non ha ancora fatto apprezzare la propria dutti- lità fino in fondo. Candreva è il prototipo dell'ala crossatrice, esperta e disciplinata. Bernardeschi è talento puro: il passaggio alla Juventus potrebbe rappresentare la svolta della sua carriera, consacrandolo. Insigne è ormai una realtà: dopo anni da bellissimo incompiuto, l'esterno napoletano ha ormai acquisito una maturità tale da renderlo un vero titolare. El Shaarawy, dopo anni difficili, ha ritrovato stimoli e costanza di rendimento a Roma: non sarà l'ala devastante che sembrava poter diventare, ma è un giocatore di sicuro affida- mento. Berardi sta invece viven- do una fase interlocutoria della propria carriera: dopo un avvio dirompete ha molto rallentato, ma il suo talento resta comunque enorme. Non va dimenticato nemmeno Chiesa: esterno dai '10 polmoni' e dal carattere indomi- to, il calciatore della Fiorentina sta davvero conquistando tutti con la sua generosità. LA FABBRICA DA GOL - Dopo le grandi difficoltà dell'ul- timo quinquennio, la musica è cambiata anche nel cuore dell'a- rea di rigore. Adesso anche l'Italia ha il suo 'numero 9' in grado di fare la differenza: si trat- ta, naturalmente, di Andrea Belotti. La forza bruta del centra- vanti del Torino non è legata solo alle sue doti tecniche o fisiche, ma anche a quelle mentali: la sua umiltà e la sua fame sono garan- zia di un avvenire luminoso. Dietro di lui ci sono Immobile - rigenerato dall'arrivo alla Lazio - , Eder - duttile, generoso e tecni- co - e, soprattutto, Gabbiadini: dopo le difficili stagioni a Napoli, la punta si è completamente rilanciata in Premier League e ha davanti a sé ancora tanti anni di carriera. MADRID, IL CROCEVIA - Tutto lascia intendere che il nostro movimento abbia definiti- vamente lasciato alle spalle la crisi e il rilancio dei club più importanti, anche a livello inter- nazionale, sarà un sicuro suppor- to. Quanto alla Nazionale, c'è tutto per aprire un ciclo positivo. Il primo crocevia sarà il 2 set- tembre: a Madrid, l'Italia dovrà battere la Spagna per avere immediata certezza di accedere al Mondiale di Russia 2018. L'impresa è complicata, ma alla portata di questo gruppo gio- vane e rigenerato. Di certo, costringere gli Iberici - dominato- ri, con la Germania, degli ultimi anni - agli spareggi restituirebbe all'Italia una considerazione in linea con la tradizione. All'11 giugno 2017 Buffon ha disputato, tra club e Nazionale, 1035 partite subendo 849 reti, per 0,82 gol a partita

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