L'Italo-Americano

italoamericano-digital-9-21-2017

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NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ GIOVEDÌ 21 SETTEMBRE 2017 www.italoamericano.org 3 L'Italo-Americano IN ITALIANO | " Autunno. Già lo sentimmo venire nel vento d'agosto, nelle pioggie di settembre torrenziali e piangenti e un brivi- do percorse la terra che ora, nuda e triste, accoglie un sole smarrito. Ora passa e declina, in que- st'autunno che incede con lentez- za indicibile, il miglior tempo della nostra vita e lungamente ci dice addio". E' "Autunno" di Vincenzo Cardarelli. Pubblicata nel 1931, è una lirica che apparentemente non dà spazio all'espressione di emozioni personali ma usa i feno- meni atmosferici per rappresenta- re l'arrivo della stagione fredda. Il simbolismo finisce però per interpretare la fugacità della gio- vinezza. Come l'autunno che pro- cede lentamente verso l'inverno, anche la vita del poeta arriva alla maturità e indugia verso la morte. La bellezza della lirica sta nei due piani sequenza. Il paesaggio autunnale, nella prima parte, è personificato: le piogge sono piangenti, la terra rabbrividisce, il sole è smarrito. Nella seconda parte è l'avanzare delle stagioni che diventa metafora dell'avanza- re dell'età, della vita che passa. Il tema della lirica è ricorrente nell'opera del poeta, scrittore e giornalista laziale, tra gli inter- preti del primo Novecento italia- no: lo scorrere del tempo, la maturità che diventa vecchiaia. Un topos letterario classico, tipi- co delle avanguardie d'inizio secolo che si concentrano su temi come lo sradicamento, il viaggio, l'adolescenza, la perdita di iden- tità. Sembra quasi che, nel tradurre quel senso di insicurezza conse- guente alla crisi della funzione sociale dell'intellettuale, gli scrit- tori dell'epoca interpretino anche il grande fenomeno di massa che fino a metà anni Venti aveva por- tato milioni di italiani a solcare l'oceano sui transatlantici per cer- care miglior sorte in America. In mezzo c'è però anche quel profondo turbinio di eventi, di lacerazione interiore e distruzione sociale portato dalla Prima, deva- stante, Guerra mondiale. Lo si sente nella poesia erme- tica "Soldati" del 1918 composta da Giuseppe Ungaretti, soldato in trincea, verso la fine della Grande Guerra: "Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie". La precarietà della vita dei soldati è come quella delle foglie in autunno: basta un filo di vento per cadere, così come può spez- zarsi all'improvviso l'esistenza degli uomini al fronte. Ma la forma impersonale scelta dall'au- tore crea un senso di fatalità e un'atmosfera di universalità, che se all'inizio unisce la vita dei sol- dati alle foglie nel senso di incer- tezza, instabilità e casualità, poi finisce per parlare della precarietà di tutti gli uomini. Siamo tutti come foglie, senza certezze, tran- ne quella finale. L'autunno, stagione che sulla penisola sta lentamente arrivan- do, è un tema utile per approc- ciarsi alla poesia del primo Novecento italiano quando persi- no il linguaggio segnò una frattu- ra con la tradizione e le forme con cui si erano espressi i poeti del secolo precedente. Il poeta non è più un vate, un profeta di verità, ma vive un senso di estra- neità. La profonda delusione per la caduta dei grandi ideali storici e politici che avevano animato l'800 e la nuova società capitali- sta, industriale, concentrata sul profitto, aveva fatto crollare i valori che per secoli avevano ispirato l'azione umana e la lette- ratura. Dai crepuscolari, ai futuri- sti, agli ermetici, la poesia italia- na racconta un cambiamento interiore. I crepuscolari finirono per assumere un atteggiamento di rinuncia, rifiutando l'impegno nella realtà sociale, ripiegandosi su se stessi, rifugiandosi nella nostalgia del passato, sognando il ritorno all'infanzia. I futuristi reagirono alla cadu- ta di ideali proponendo una gran- de fiducia nel futuro, celebrando il mondo della scienza e della tecnica. Affermarono ideali di forza, vitalità, dinamismo. Gli ermetici rappresentarono invece l'esperienza più rivoluzio- naria perchè nel periodo tra gli anni Venti e Trenta, tra le due guerre e il fascismo, il senso di crisi e solitudine morale si acuì. I poeti usarono pochi versi ma carichi di simbolismo. Al centro l'uomo che ha perduto la fede negli antichi valori e non ha più certezze ma sente la precarietà dell'esistenza, la crisi interiore. Ora facciamo un salto e arri- viamo, cambiando genere, al L'autunno nella poesia italiana: come sentire il mood di un'epoca 1981 quando gli U2 pubblicano October. Il testo "ermetico" usa così la stagione autunnale: "Ottobre e gli alberi sono spo- gliati di tutto quello che indossa- no. Di cosa mi curo... Ottobre e i regni sorgono e i regni crollano ma tu vai avanti.. e prosegui..". Cosa c'entrano gli U2 con la letteratura italiana? Forse niente, ma è singolare pensare che all'i- nizio del decennio più spensiera- to della storia contemporanea ci fosse chi rifletteva sulla caducità del tempo e della vita. Sarà che Bonovox e compagni, irlandesi, vivevano il dramma di un popolo di emigranti e al tempo stesso di prigionieri nel proprio paese. Come tanti italiani, del resto. Da Cardarelli e Ungaretti agli U2, poesie e canzoni possono diventare ottime chiavi di lettura delle epoche passate, strumenti per cogliere il mood di società lontane da noi solo temporalmen- te. Passati gli anni e gli eventi a cui facevano riferimento diretto, ci raccontano lo stato d'animo di un periodo che ha costruito un pezzo della storia e della cultura italiana. E non solo.

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