L'Italo-Americano

italoamericano-digital-1-11-2018

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GIOVEDÌ 11 GENNAIO 2018 www.italoamericano.org 39 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | NOTIZIE SPORTIVE CALCIO MOTORI ALTRI SPORT Obiettivo Serie A. Il Virtual Assistant Refree ha evitato oltre 50 errori nel girone di andata ma va migliorato addetti ai lavori sollecitano, è quella di non fare più distinzione tra i falli di mano in area: ogni tocco illecito - a prescindere dalla sua volontarietà percepita - andrebbe rivisto dall'arbitro. Solo così ci sarebbe certezza di un giu- dizio corretto. Questione spiegazioni: chi guarda la partita in tv può usu- fruire di numerosi replay e del commento dei cronisti. Chi è allo stadio - tifosi e addetti ai lavori - resta invece all'oscuro di come la decisione sia maturata e 'subisce' il teatrale intervento dell'arbitro post-VAR, in modo sin troppo passivo. Si potrebbe, allora, pen- sare ad una spiegazione vocale del direttore di gara (a favore di tutto lo stadio, come avviene nell'NFL), o, quanto meno, alla trasmissione dei replay sui moni- tor dello stadio. Resta un'ultima questione principale: con il prevedibile aumento della casistica di eventi da rivedere al VAR, l'utilizzo del replay rosicchierebbe sempre più minuti alla partita (già oggi ciò rappresenta un problema, per la mancanza di uniformità nell'as- segnazione del tempo di recupe- ro) e allora, da più parti, si invoca il ricorso al tempo effettivo. Tornare indietro non è più possibile e non sarebbe certamen- te giusto - il VAR in via speri- mentale ha evitato oltre 50 errori nel solo girone d'andata del cam- pionato -, ma c'è sicuramente spazio per migliorare ancora. I vertici arbitrali lo sanno e, sotto traccia, sono già al lavoro. A ccolto come 'salva- tore,' il Virtual Assi- stant Refree ha con- cluso il girone di andata ottenendo ri- sultati positivi, ma non senza po- lemiche. L'impatto del VAR è certa- mente stato enorme e, senza dub- bio, positivo, ma il suo protocollo d'utilizzo ha denunciato qualche falla che andrà tappata, per evita- re errori e ingiustizie. Del resto, l'anno di sperimentazione aveva proprio questo scopo: iniziare e migliorare in corsa quella che resta una svolta epocale. Il protocollo VAR funziona, ma ha dei limiti. Attualmente l'addetto al replay può interveni- re solo in occasione di assegna- zione di calcio di rigore, annulla- mento di un gol, espulsioni e scambi di persona ed è in grado di farlo solo qualora ravvisi un chiaro errore del direttore di gara. Tradotto: laddove c'è un'in- terpretazione soggettiva (tutti i contatti, tutti i falli di mano), una volta verificato che l'arbitro abbia colto l'episodio, il VAR deve fermarsi. Quindi se il diret- tore di gara ha visto (ed è sicuro di aver visto bene) non chiederà mai di sfruttare il replay, né l'ad- detto al VAR potrà imporgli di accedere al monitor. Come ovvio, però, interpretare dal campo l'entità dei contrasti in area o - ancora peggio - la volon- tarietà dei falli di mano, è decisa- La Serie A 2017/18 è il primo campionato in cui gli arbitri sono affiancati dal VAR, la moviola in campo mente difficile. Allo stato delle cose, però, l'addetto al VAR, anche se convinto che l'arbitro stia sbagliando, non può criticar- ne l'interpretazione soggettiva sollecitando la visione del replay: non si è in presenza di un chiaro errore. Il protocollo VAR, in questo modo, presta il fianco a un'ecces- siva debolezza: è proprio qui che i vertici arbitrali sono chiamati a introdurre dei correttivi. Un primo passo sarebbe elimi- nare la distinzione tra "chiaro errore" ed "errore" dell'arbitro: così facendo, l'addetto VAR potrebbe 'imporre' all'arbitro la visione del replay con molta più facilità. Altra innovazione, che molti STEFANO CARNEVALI Vincenzo Montella è un allenatore di calcio ed ex attaccante Il calcio elegante e corretto 'alla Liedholm' premia Montella È andato a Vincenzo Montella la settima edizione del Premio "Nils Liedholm", dopo Carlo Ancelotti, Vi- cente del Bosque, Michel Platini, Paolo Maldini, Roberto Donadoni e Claudio Ranieri. Con questa mo- tivazione: "Per le qualità umane dimostrate, sempre privilegiando il sorriso, lo stile e la correttezza, che unite alle grandi qualità tec- niche, lo hanno portato ad essere apprezzato e ricordato in tutte le piazze vissute nella propria carri- era sportiva". Il premio è intitolato a Nils Liedholm e viene assegnato a uno sportivo che si sia particolar- mente distinto non solo per i risultati raggiunti, ma per quei valori di lealtà, correttezza, sig- norilità, trasparenza ed eleganza che tanto hanno contrassegnato la vita e la carriera sportiva del grande allenatore svedese. E costituisce un'occasione unica per ricordare un simbolo di un'epoca in cui il calcio era con- siderato un gioco e non aveva del tutto smarrito la sua innocenza. Un uomo e un campione apprez- zato da tutti per aver saputo incarnare nel corso di una lunga carriera di calciatore prima e poi di allenatore i valori sportivi più autentici. Doti umane e valori che, grazie soprattutto all'esem- pio, ha sempre saputo trasmettere con grande passione ai suoi allievi, dimostrando con i fatti come nello sport sia possibile raggiungere i massimi traguardi senza mai venir meno al rispetto e alla lealtà nei confronti del- l'avversario. Un personaggio dotato di un carisma eccezionale, che ha segnato come pochi la sto- ria del calcio dal dopoguerra a oggi e che è venuto a mancare nel novembre del 2007. Nel corso della premiazione Montella ha voluto ricordare il suo rapporto con Liedholm, conosciuto nel 1999 quando arrivò alla Roma e l'allenatore svedese svolgeva l'attività di consulente tecnico dell'allora presidente Franco Sensi. "Liedholm era sempre molto vicino alla squadra. Della sua personalità mi rimasero impresse in particolare la sua eleganza, l'ironia, la competenza e la sua capacità di sdrammatizzare: si SEBASTIANO CATTE tratta di valori molto importanti nel calcio e anche per questo il riconoscimento ricevuto oggi mi emoziona e mi riempie di orgoglio." Montella ha anche raccontato di aver scoperto alcune affinità professionali con Liedholm, non solo per aver seguito da allena- tore un percorso professionale molto simile (come il Barone ha allenato prima del Milan la Roma e la Fiorentina). "Lui veniva spesso definito il più napoletano degli svedesi, a me dicono che sia più nordico che napoletano".

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