L'Italo-Americano

italoamericano-digital-1-25-2018

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NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ GIOVEDÌ 25 GENNAIO 2018 www.italoamericano.org 3 L'Italo-Americano IN ITALIANO | A l di là delle ultime proposte tecnologi- che, delle automa- zioni impensabili solo pochi anni fa e delle idee innovative, il Consu- mer Electronic Show di Las Vegas è stato più di una vetrina dell'elettronica di consumo. La fiera più famosa al mondo nel settore dell'hi-tech, che ha il merito di svelare in anteprima le tendenze, le novità e soprattutto le direzioni verso cui sta andando il mondo contemporaneo, è ovviamente più nota negli Usa che in Italia dove è seguita soprattutto dagli specialisti. Ma sui giornali italiani è rimbalzata grazie alle ingegnose soluzioni proposte da alcuni connazionali e ha finito così per ricordare al mercato estero che "l'Italia c'è". Sì, perchè siamo molto di più della cucina, dell'arte, della moda. L'Italia è molta parte della scienza e del progresso tecnolo- gico di cui si beneficia oggi. Gli italiani stessi dovrebbero ricor- darsene più spesso, esserne orgo- gliosi. Ma soprattutto bisogne- rebbe dare più spazio all'argomento affinchè, finalmen- te, anche all'estero, possa cam- biare l'immagine che ci etichetta, che ci rende sì riconoscibili ma che al contempo ci penalizza quando si ridimensionano le nostre capacità parlando solo di lirica, pizza, sole, mare e dolce vita. Punto due. Quello che normal- mente è considerato un punto debole dell'industria e del tessuto produttivo italiano, avere una base costituita principalmente da piccole e medie imprese e da pochissimi gruppi di grandi dimensioni, ha invece dimostrato di avere dei vantaggi. Al Ces 2018 è emerso che il settore che traina i mercati globali è costitui- to dalle start-up: l'innovazione è cioè generata all'interno di picco- le aziende, nate da un'idea e cre- sciute a forza di sacrifici, non di grandi capitali o grossi stabili- menti. E questo perchè oggi è il terziario, la logistica, il software, e non la produzione, a fare la dif- ferenza. Ecco, se imparassimo a fare squadra e a far tesoro di questa caratteristica produttiva che ci contraddistingue da sempre con tutti i suoi difetti dimensionali, soprattutto sugli orizzonti inter- nazionali, faremmo probabilmen- te molti passi in avanti. Non è un caso (o finalmente si sta passando dal dire al fare) che tra gli obiettivi della "prima" missione italiana a Las Vegas, ci sia stata proprio l'intenzione di far conoscere l'ecosistema delle imprese tecnologiche italiane e di presentarsi agli investitori inter- nazionali in versione "delegazio- ne italiana". Teorema Incubation Lab Trie- ste, il digital hub per lo sviluppo delle start-up nel mondo del- l'information technology, patroci- nato direttamente dal ministero dello Sviluppo Economico in col- laborazione con l'Istituto per il Commercio Estero, è nato per differenza. O meglio per aver notato una differenza: al Ces gli altri Paesi partecipavano in dele- gazione, le aziende italiane per iniziativa individuale. Ma si sa da sempre che l'unio- ne fa la forza. O almeno, ad affrontare Golia in squadra, ci si sente un po' più forti e meno Don Quijote. Soprattutto se si pensa che una cinquantina di start up da tutta Italia hanno fronteggiato i colossi mondiali del settore. All'estero l'It italiano non è visto come un insieme di aziende che possono dire la loro, che sono in grado di competere, ma sempli- cemente come pedine strategiche da comprare e questo perchè, nella maggior parte dei casi die- tro non c'è una squadra, un sup- porto, una strategia di sistema. Se si punta il dito contro l'iso- lamento delle nostre imprese sul piano globale, riuscire a cambia- re questa situazione passa non solo dal dimostrare che siamo capaci di fare It, digital, intelli- genza artificiale, realtà virtuale e aumentata, ma dall'essere capaci di andare sul mercato (e solo il Ces vale circa 160 Paesi) con un patto di mutuo soccorso tra le imprese e il Sistema Paese. Cosa forse più facile a dirsi che a farsi se abbiamo dovuto aspettare l'edizione 2018 per riconoscerci nella missione "Made in Italy, The Art of Tech- nology", definizione di buon marketing che coniuga tecnolo- Non solo mare, sole, buon cibo e dolce vita: l'Italia è hi-tech gia e aspetto creativo tipico del- l'Italia. Ma è anche vero che è nato da poco il Teorema Incubation Lab Trieste, il primo distretto digitale italiano per lo sviluppo delle start-up nel mondo dell'Informa- tion Technology. Forse la menta- lità sta davvero cambiando e se la tecnologia nazionale portata fuori dall'Italia genera interesse, si è sulla buona strada visto che sono gli altri a dirlo, a confer- marci che abbiamo ottime carte da giocare. Peraltro, riuscire con un pro- dotto o un servizio ad impattare su filiere come l'automotive, le biotecnologie, il fashion o l'Agro e FoodTech significa in gran parte tornare a investire, ma ad alto livello, sui cluster classici, identificativi dell'Italia come l'auto, la moda o l'agroalimenta- re. Per la serie, non sprecare ma valorizzare meglio i nostri punti forti, rigenerandoli dall'interno con tecnologie digitali che posso- no offrire strumenti efficaci innanzitutto alle nostre aziende tradizionali nella competizione globale.

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