L'Italo-Americano

italoamericano-digital-3-8-2018

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GIOVEDÌ 8 MARZO 2018 www.italoamericano.org 39 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | NOTIZIE SPORTIVE CALCIO MOTORI ALTRI SPORT Obiettivo Serie A, la 26°giornata si profila come il turning point del campionato t a g g i o d e i p a d r o n i d i c a s a e qualche certezza degli uomini di Sarri ha cominciato a venire meno, mentre la Roma, a un passo dal baratro, ha iniziato a ricompattarsi. Il Napoli non ha smesso di attaccare ma un mix di impreci- s i o n e e d i s u p e r p a r a t e d i Alisson ha smorzato gli entusia- smi del San Paolo. Al 26', di nuovo dal nulla, la Roma si è portata in vantaggio con un gran gol di Dzeko. Colpito duro, il Napoli non ha smesso di giocare ma non ha migliorato la resa offensiva risultando, anzi, sem- pre più scoperto di fronte alle ripartenze della Roma che, pur soffrendo non poco, quando ha potuto, ha colpito in modo spie- tato. Il risultato finale è clamoroso e pesante: un 2-4 interno che ferma la corsa di Sarri e consen- te alla Juve di portarsi a un solo punto dei Partenopei. Con una partita da recuperare. Salvo cla- morose sorprese il 14 marzo, nella gara contro l'Atalanta, i Bianconeri potrebbero conclude- re il loro inseguimento, tornando in vetta alla graduatoria. Alla fine, la pressione della Juventus ha inceppato la perfetta macchina da gioco partenopea, in una giornata delicatissima che, sulla carta, poteva sembrare sfavorevole per la squadra di Allegri. Il Campionato è ancora lungo, ma la 27ª giornata potreb- be davvero rappresentare il tur- ning point del torneo. P rima della tragica no- tizia della morte del capitano della Fioren- tina Davide Astori (e del conseguente rinvio di tutte le gare domenicali), nella giornata di sabato si era consu- mato il 'dramma sportivo' di Ju- ventus e, soprattutto, Napoli. Una Juventus piuttosto rima- n e g g i a t a è s c e s a i n c a m p o a l l ' O l i m p i c o d i R o m a , p e r affrontare una Lazio in riserva d'energie, reduce dai 120' di Coppa Italia contro il Milan. Complici gli impegni europei di settimana prossima, per entram- be le squadre, la partita è risulta- ta tutt'altro che spettacolare. La Juventus ha preferito con- tenere, mentre i padroni di casa, che sono letali negli spazi larghi, pur gestendo a lungo la partita, non sono riusciti a creare clamo- rose palle gol. Immobile è parso stanco (indicativo che la Lazio a b b i a c o n c l u s o l a g a r a c o n C a i c e d o a l s u o p o s t o ) , Milinkovic-Savic lezioso (sua l'occasione più nitida del match, sprecata con quella sufficienza che lo sta contraddistinguendo negli ultimi tempi, da quando è stato accostato a tutti i top team d'Europa). I Biancoazzurri, che recriminano per un intervento in area di Benatia su Leiva, più che sospetto, hanno tenuto il pallino del gioco, ma la Juventus non è mai andata veramente in crisi. I Decisivo il gol al 93' di Paulo Dybala sia per la sua Juve contro la Lazio che sulla partita Napoli-Roma Bianconeri hanno impressionato ancora una volta per la solidità. Allegri ha impostato la squadra per limitare i danni ed effettiva- mente per 92 minuti questo è stato: Strakosha non ha pratica- mente compiuto nessuna parata. Poi, al 93', nell'ultimo minu- to di recupero, si è risvegliato Dybala. L'argentino, indicato come la stella più luminosa della Serie A, dopo un avvio di stagione folgorante, si era un po' perso, tra infortuni ed esclusioni tecni- che. Nel momento più delicato - forse decisivo - della stagione, però, è proprio lui che ha risolto la gara a favore della Juventus. Il suo gol - un autentico pezzo di bravura - è arrivato all'ultimo secondo, dopo una gara grigia della sua squadra e soprattutto sua. Non solo ha regalato una vittoria insperata alla Juve, ha anche messo tantissima pressio- ne al Napoli, che sarebbe sceso in campo meno di un'ora dopo. Al gol di Dybala, sul San Paolo che andava riempiendosi, è calato il gelo: la prospettiva di allungare sulla Juventus si era improvvisamente vaporizzata e la vittoria contro la Roma diven- tava necessaria per non favorire la rimonta bianconera. L'impegno dei Partenopei, sulla carta, si presentava compli- cato, ma assolutamente abborda- bile, visto il momentaccio della Roma. All'improvviso, però, - naturalmente in ragione del gol di Dybala - tutto si è complicato. Mertens e compagni (seppur orfani del febbricitante Hamsik) hanno messo in campo il loro solito gioco tecnico e offensivo: la Roma è stata messa alle corde e, in 8 minuti, gli azzurri hanno creato molte più occasioni della Juventus in tutta la gara contro la Lazio. Il bel gol di Insigne sembrava poter indirizzare la serata in coe- renza con il momento attuale delle due compagini. E invece, all'improvviso, la Roma ha tro- vato un pareggio estemporaneo: un tiro innocuo di Ünder è stato deviato da Mario Rui e si è tra- sformato in un pallonetto impa- rabile per Reina. L'1-1 è arriva- to appena 1 minuto dopo il van- STEFANO CARNEVALI Arianna Fontana mentre riceve la bandiera italiana dal capo dello Stato T re ori, 2 argenti e 5 bronzi: meglio di Sochi 2014, quando la spedi- zione azzurra non rac- colse neanche una vit- toria, ma è indubbio che poteva andare molto meglio, soprattutto in sci alpino e biathlon. Quella di PyeongChang non è stata un'edi- zione dei Giochi Olimpici inver- nali memorabile per l'Italia, ma i passi avanti rispetto a quattro anni fa si vedono. Le più grandi soddisfazioni di questa olimpiade invernale arri- vano in campo femminile: la portabandiera Arianna Fontana, dopo l'oro nei 500 metri dello short track, conquista l'argento nella staffetta e il bronzo nei 1000 metri, diventa a neanche 28 anni una delle azzurre più titolate della storia con otto medaglie in quattro olimpiadi. La speranza è che non decida di smettere pro- prio ora all'apice del successo. Lo sci alpino, come detto, poteva andare meglio, ma resta la splendida perla della vittoria di Sofia Goggia nella discesa libera, la prima mai conquistata da un'atleta azzurra nella specia- lità. Solo un altro italiano, Zeno Colò nel 1952 a Helsinki, era riuscito a salire sul gradino più alto del podio nella specialità. O ttima anche la prova di Federica Brignone con il bronzo nello slalom gigante. Poi più nulla: un paio di medaglie di legno e tanta delusione, soprat- tutto dagli uomini jet Paris e Fill che avevano fatto incetta di vit- torie e podi in Coppa del Mondo nel corso della stagione. Tutti Olimpiadi invernali: 10 medaglie 'in rosa' e qualche delusione ANDREA TEDESCHI non più giovanissimi ormai, e che difficilmente potranno spera- re in una medaglia a Pechino 2022. G rande s oddis fazione per Michela Moioli nello snowboard cross dopo la delusione di Sochi, dove era data per favorita. E soprattutto una ventata di novità in una specialità storicamente ostica per gli azzurri. Delusione pressoché totale per quanto riguarda gli sci stretti: nel fondo l'argento di Federico Pellegrino nello sprint è l'unico barlume di speranza in una gene- razione che è l'ombra di quella che fino a una decina di anni fa faceva incetta di medaglie. N el biathlon affonda Dorothea Wierer, grande favorita dopo la vittoria in Coppa del Mondo nel 2016, che ottiene solo il bronzo nella staffetta mista bissando il risultato di Sochi. Brillante invece il podio inaspet- tato di Dominik Windisch nella 10 km maschile. N iente da fare infine per Dominik Fischnaller nello slitti- no, dopo il bronzo dell'anno scorso ai mondiali. Mentre il bronzo di Nicola Tumolero nei 10mila di pattinaggio velocità aiutano a digerire la delusione del mancato podio per la pur splendida Carolina Kostner. Che a 31 anni suonati non ha nessuna intenzione di ritirarsi e resta una meraviglia sul ghiaccio.

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