L'Italo-Americano

italoamericano-digital-3-22-2018

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GIOVEDÌ 22 MARZO 2018 www.italoamericano.org 47 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | NOTIZIE SPORTIVE CALCIO MOTORI ALTRI SPORT La rimonta del Milan ha un protagonista assoluto: il tecnico Gattuso tandem con Çahlanoglu, ha ritro- vato la sua efficacia. Importante anche aver riportato Biglia in condizioni fisiche buone: la sua regia, ma ancor più il suo acume tattico difensivo sono troppo importanti. È stata buona anche la gestione di André Silva che, dopo settimane e settimane di struggimenti, è cresciuto e, pur non essendo pronto per fare il titolare, ha già deciso due partite consecutive di Serie A. Continua anche la favola di Cutrone, di fatto il centravanti titolare: Gattuso stravede per lui, nono- stante - senso del gol a parte - non abbia ancora grandi doti tec- niche. La sua generosità, però, è determinante. Non va dimenticato nemmeno il lavoro svolto da Gattuso a livello tattico. La deleteria difesa a 3 (troppo complicata per una squadra nuova e poco allenata in estate) è stata subito accantonata a favore del 4-3-3. I cardini del gioco rossonero sono il triangolo Bonucci-Romagnoli-Biglia: da lì parte ogni azione e lì si infrango- no gli assalti avversari. La catena di sinistra si giova del duo Bonaventura-Çahlanoglu: molto tecnici e intercambiabili, parlano la stessa lingua calcistica. Dall'altra parte, invece, la spinta di Calabria supporta tagli e accorciamenti di Suso (la vera arma in più nell'attacco del Milan). Kessié è l'equilibratore: con la sua forza e la sua tecnica fa da collante tra difesa e attacco. Grande sacrificio è sempre richiesto al centravanti che, da solo, deve fare reparto e infasti- dire costantemente la difesa avversaria in uscita. Interessante, poi, anche la dut- tilità dimostrata dal tecnico ros- sonero: dopo aver reso il 4-3-3 il proprio marchio di fabbrica, non ha avuto remore a utilizzare un più offensivo 4-2-2-2 nelle situa- zioni in cui doveva rimontare. Coraggio e sapienza anche nella scelta iper-offensiva con cui Gattuso ha vinto in rimonta la recente gara col Chievo (usando una sorta di 3-1-4-2 in cui gli esterni di centrocampo erano addirittura Suso e Çahlanoglu). Difficile dire dove il Milan finirà la stagione, ma già oggi si può affermare che il nuovo grup- po, talentuoso ma spaurito, è diventato una squadra. Una squa- dra con dei limiti (soprattutto in zona gol), ma con carattere, un gioco e una difesa solida. Risultati incredibili, se si pensa a quello che era il Milan al tramon- to della gestione Montella. Il merito principale di questa rina- scita va indubbiamente ascritto a Gattuso, abile gestore di uomini, motivatore e tattico accorto: l'al- lenatore che serviva al Milan. L a rifondazione del Mi- lan - caratterizzata dal cambio di proprietà e dalla grande campagna acquisti estiva - sem- brava un fallimento. Dopo i grandi entusiasmi di inizio stagione, sono cominciate a filtrare voci poco lu- singhiere circa l'effettiva solidità di Li Yonghong e della sua cordata e, soprattutto, i risultati sportivi sono via via diventati disastrosi, tanto da portare all'inevitabile eso- nero di Montella. Per salvare la si- tuazione è stato chiamato Gennaro Gattuso, allenatore della Prima- vera e vecchia gloria del Milan. Dopo le delusioni rappresen- tate da Clarence Seedorf e Filippo Inzaghi, campioni del passato sedutisi sulla panchina del Milan senza aver avuto espe- rienze di primo piano come alle- natori, in molti temevano che anche il destino di 'Ringhio' fosse segnato: nonostante il carattere dell'ex mediano, nono- stante la sua gavetta da allenatore (Sion, Palermo, Ofi Creta e Pisa), sembrava che la crisi del Milan fosse troppo profonda per essere interrotta. E gli esordi dell'alle- natore erano stati a dir poco trau- matici (pareggio a Benvento, Ko in Europa League contro il Rijeka), confermando i timori dei più pessimisti. Ma poi qualcosa è cambiato: il vittorioso derby di Coppa L'allenatore del Milan Rino Gattuso, è stato campione del mondo con la Nazionale italiana nel 2006 Italia, oltre ad aver dato una spal- lata decisiva al declino dell'Inter, ha rimesso il Milan in carreggia- ta. Da lì, in Campionato, il Milan ha centrato 10 risultati utili con- secutivi (8 vittorie), ha raggiunto la Finale di Coppa Italia (elimi- nata la Lazio) e, in Europa League, è uscito a testa alta solo contro una grande come l'Arsenal. Ora i Rossoneri sono - impensabile sino a Natale - tor- nati in corsa addirittura per un posto in Europa. Per parola di Fassone e Mirabelli, Gattuso ha già conqui- stato il Milan: per lui, in tempi brevissimi, arriverà il rinnovo del contratto, che lo renderà l'allena- tore del futuro rossonero. Ma su quali pilastri ha poggia- to questa rivoluzione del tecnico calabrese, che ha rivitalizzato il Milan? Anzitutto, Gattuso è un 'hombre vertical', un uomo tutto d'un pezzo, che dice sempre quello che pensa, senza ipocrisie o calcoli meschini. Questo è fon- damentale nella gestione di un gruppo talentuoso, ma anche gio- vane e privo di automatismi, come è quello del Milan di quest'anno. La sua grinta e la sua determi- nazione, poi, hanno sostituito un certo lassismo, che sembrava imperare nelle ultime settimane della gestione Montella. Gattuso è un leader nato: crede nella serietà e nel lavoro, non vuole che nulla sia lasciato al caso o al disimpegno. Sa essere un 'com- pagnone' (visto che è un ex gio- catore, ancora giovane), ma, quando si lavora, non permette alcun lassismo. La coerenza è un pezzo importante del suo credo: chi non segue le poche e semplici regole stabilite, non può aspettar- si di giocare (si veda la non con- vocazione di Kalinic contro il Chievo: il croato, colpevole di scarso impegno in allenamento, è stato immediatamente punito). Non è un caso che il Milan sia passato dall'essere una delle squadre che correva meno in Serie A, a una squadra che sa vincere anche all'ultimo minuto, anche rimontando. Ma la rivoluzione di Gattuso non è stata solo mentale, atletica o caratteriale: l'ex tecnico della Primavera rossonera, infatti, ha agito anche dal punto di vista delle individualità. Bonucci, Romagnoli (protetti da Biglia) sono diventati una delle coppie difensive più affidabili della Serie A. In particolare, è stata la crescita di Romagnoli a risultare imperiosa: grazie alla presenza del più balsonato Bonucci, il gio- vane stopper non è più costante- mente sotto i riflettori e gioca più sereno, potendo migliorare gior- nata dopo giornata. Esponenziale anche la crescita di Calabria, passato dall'essere un terzino poco affidabile, a un potenziale titolare per il futuro. Bonaventura è un altro che ha migliorato esponenzialmente il suo rendimento: con Montella cambiava sempre posizione e non trovava il modo di incidere. Adesso, da mezz'ala sinistra, in STEFANO CARNEVALI Il nuovo Commissario tecnico della Nazionale italiana Luigi di Biagio L'importante, però, è che al più presto si chiarisca chi sarà il Commissario tecnico che dovrà condurre gli Azzurri verso il prossimo Europeo. E sarà addi- rittura fondamentale che il nuovo corso cominci davvero a lavorare su un gruppo a cui affidare il futuro della Nazionale. I giovani ci sono e devono cominciare a prendersi le loro responsabilità, senza più restare schiacciati da una vecchia guar- dia che ha superato abbondante- mente la trentina e che quindi, per forza di cose, non potrà rap- pres entare l'Italia ancora a lungo. Se, per un Ct presumibil- mente ad interim, affrontare due amichevoli prestigiose affidan- dosi a un gruppo di senatori 'rin- frescato' da alcuni giovani, sem- bra una scelta sensata, altrettanto non potrà essere quando 'si farà sul serio'. Al di là della necessità di ridare stabilità della Federazione, è proprio ques to il nodo più importante per il futuro della Nazionale: servirà un progetto, Continua da pagina 46 ben pianificato e coraggioso, in grado di completare un ricambio generazionale necessario, con i dovuti modi e nei tempi corretti. Nessuno brama 'rottamazioni' di massa, ma è necessario garantire spazio ai giovani che se lo meri- tano.

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