L'Italo-Americano

italoamericano-digital-4-5-2018

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GIOVEDÌ 5 APRILE 2018 www.italoamericano.org 43 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | NOTIZIE SPORTIVE CALCIO MOTORI ALTRI SPORT Le amichevoli con Argentina e Inghilterra confermano le difficoltà: Italia mai così in basso nel ranking Fifa forti nelle partite di qualificazio- ne. Ma qual è il valore effettivo della nostra Nazionale? Se i recenti proclami di Di Biagio possono parere quanto meno azzardati ("Siamo come Spagna e Brasile"), i valori del materiale umano a disposizione non sembra comunque giustifica- re la diffusa rassegnazione. Nel giro della Nazionale ci sono cal- ciatori di assoluto livello, tanto in Italia, quanto in Europa. Il problema è che, sistematicamen- te, in Azzurro rendono molto meno rispetto a quando indossa- no la maglia del proprio club. Immobile, D onnarumma, Buffon, Chiellini, Ins igne, Bonucci e pure Verratti rappre- sentano una base solida su cui costruire, innestando e responsa- bilizzando i giovani che il nostro calcio seguita a sfornare. Ma perché il sistema riprenda davvero a funzionare (e a pro- durre risultati) serve che ci sia anche una Federcalcio forte, che possa impostare un lavoro siste- matico a tutti i livelli delle squa- dre nazionali (formando con coe- renza i giovani), supportata (e non "s opportata") dai club. Contestualmente, la Selezione maggiore dovrà essere affidata ad un Commissario Tecnico di esperienza e credibilità assolute: un uomo con carisma e idee che sappia valorizzare il patrimonio tecnico a disposizione, rigene- rando l'entusiasmo di tutto il movimento. L e due amichevoli dell'I- talia di Di Biagio hanno confermato tutte le dif- ficoltà della Nazionale. Sconfitta dalle seconde linee dell'Argentina (o poco più), la selezione azzurra ha poi acciuf- fato un pareggio in extremis, con- tro le riserve dell'Inghilterra. Le due gare hanno avuto un copione abbastanza simile: una buona partenza dell'Italia (che però confermava tutta la propria sterilità offensiva), un progressi- vo calo al palesarsi delle prime difficoltà (c'è tanta paura), una timida reazione nel finale (più fortunata contro l'Inghilterra che con l'Argentina). Non si poteva certo pretende- re una rivoluzione - di uomini e gioco - da parte di Di Biagio: il poco lavoro col gruppo e l'assen- za di garanzie sul futuro, rende- vano l'impresa del selezionatore dell'U nder 21 decis amente improba. Forse una maggior pro- positività (soprattutto dal punto di vista del rinnovamento dei convocati) sarebbe stata utile, ma è comprensibile la necessità di non esporsi troppo da parte del- l'allenatore, che ha lavorato senza nessuna certezza sul pro- prio ruolo. A questo punto, però, è neces- sario cercare di capire l'effettivo valore della Nazionale italiana. I numeri parlano chiaro: siamo ai minimi storici. Fuori dal Luigi Di Biagio, tecnico della Nazionale italiana ad interim e della nazionale Under-21 prossimo Mondiale, l'Italia è precipitata al 20º pos to del Ranking FIFA (peggior piazza- mento di sempre: il precedente 'record' negativo era la 17ª posi- zione) e, quindi, con ogni proba- bilità, si troverà in un gruppo di qualificazione al Mondiale 2022 molto complicato. A nche s ul campo le cos e vanno male: gli strascichi del disastro targato Ventura sono ancora ben presenti e, se possibi- le, sono persino peggiorati. C'è paura di incappare in altre figuracce e, al tempo stesso, c'è una sorta di disimpegno colletti- vo (non ci sono obiettivi a breve termine, non ci sono convocazio- ni per il Mondiale da meritarsi), con i club che premono perché i propri calciatori siano impegnati il meno a lungo possibile e corra- no pochi rischi. Cos ì s i genera un circolo vizios o molto pericolos o: la s quadra gioca male e non fa risultati (un solo gol segnato, su rigore, nelle ultime 4 partite) e la sfiducia cresce. I vecchi sono timorosi e cercano solo di non rischiare. Così anche inserire i giovani diventa complicatissimo: la maglia azzurra, oggi, pesa come non mai. Continuando a non fare risultato in amichevole, poi, ci si allontana dallo status di testa di serie e ci si condanna a dover affrontare avversari più STEFANO CARNEVALI Sebastian Vettel, già 4 volte campione del mondo di F1 con la Red Bull Gp, la vittoria australiana motiva la Ferrari sulla pista del Bahrain dra messo in atto dal Team. Partito terzo, Vettel ha sfrut- tato al massimo la neutralizza- zione della gara per sbucare dai box davanti a Hamilton, mentre Kimi Raikkonen, che partiva secondo, ha completato il podio australiano con la terza posizio- ne, resistendo benissimo all'as- salto finale di Ricciardo. Una bella vittoria e un grande lavoro di squadra, che il team principal Maurizio Arrivabene legge così: "La stagione è anco- ra lunga, ma siamo contenti: e ognuno, nel suo ruolo, ha dato il massimo per questo risultato. Adesso iniziamo a preparaci per la prossima gara, consapevoli del lavoro che ci attende, sem- pre con umiltà e determinazio- ne". La pista di Sakhir, lunga 5.412 metri, si caratterizza per l'abrasività dell'asfalto e per la sporcizia che di solito i piloti trovano il venerdì in pista, espo- sta com'è all'arrivo della sabbia dal deserto. Per andare forte su questo tracciato occorre grande trazione, perché è un continuo susseguirsi di lunghi rettilinei e di curve piuttosto lente. È la condizione fondamentale per cercare di avere una buona velo- cità sul rettilineo. Si tratta di una pista impegnativa anche per i freni che spesso sono andati in crisi nella seconda parte di gara. Si comincia al calar del sole, si finisce sotto la luce dei riflettori. La Scuderia Ferrari qui ha vinto quattro volte con Michael Schumacher, Felipe Massa (due) e Fernando Alonso che nel 2010 trionfò all'esordio con il team di Maranello. Se la prima curva è uno dei punti chiave per provare a effet- tuare dei sorpassi dal momento che da quasi 300 km/h si frena fino a 60 per affrontarla, l'ulti- mo settore della pista è decisivo. Ma tutto dipenderà anche dalle gomme visto che si dovrà fare i conti con le alte temperature. S ul circuito del Bahrain la scuderia rossa arriva forte di essere in testa alle due classifiche mondiali (piloti e co- struttori) con 25 e 40 punti rispet- tivamente. La vittoria numero 230 della Ferrari, la nona per Sebastian Vettel con la Scuderia (e la 48° i n c a r r i e r a ) è p o i u n a b u o n a motivatrice, anche se siamo solo all'inizio della stagione mondia- le. "Ho ancora bisogno di un po' più di fiducia nella macchina, che non è ancora come vorrem- mo. C'è molto lavoro da fare, ma è stato bello avere due mac- chine sul podio". Lo ha detto Vettel subito dopo il traguardo australiano, al termine di una gara indimenticabile per le emo- zioni e il perfetto lavoro di squa-

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