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www.italoamericano.org 15 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 28 GIUGNO 2018 O gni anno centinaia di alberi vengono abbattuti. Sono tagliati, levigati e dipinti a mano, poi impilati nel denso fango della laguna veneziana. È una pratica che va avanti da secoli per ottime ragioni, ma poche persone danno loro una seconda occhiata. E ancora meno persone sanno per- ché si allineano nei canali storici. Quindi a cosa servono i multico- lori pali da casada di Venezia e quale storia nascondono? Visitare Venezia è senza dub- bio un sovraccarico sensoriale per la maggior parte di noi. Dai deco- rati palazzi in riva al mare ai deli- cati pizzi fatti a mano, dalle gon- dole nere ai gustosi piatti di cicchetti, dalle vetrate scintillanti alle dolci onde che si infrangono sui bordi del canale, c'è così tanto da osservare. Quindi non sorpren- de che i dettagli si perdano nel- l'abbondanza. Ma concentratevi sugli elementi e inizierete a cogliere nuove caratteristiche negli edifici o nelle viste sul cana- le che emergeranno dalle nebbie. Forse vedrete facce di pietra che brillano dagli edifici. Proba- bilmente noterete la varietà di barche sull'acqua. O forse vedrete alcuni tronchi di legno che fuorie- scono dall'acqua. E una volta individuato uno, inizierete a vederne centinaia; sono dapper- tutto, raccolti casualmente davanti alle case o sparsi per la laguna. Ma non tutti i pali sono uguali. Se prendete un vaporetto o un taxi acqueo in qualsiasi punto della laguna, ad esempio da San Marco a Murano, vedrete indub- biamente dei pali di legno grezzi che sporgono fuori dall'acqua. Sono disposti a tre con fili di metallo che li tengono uniti, ma per il resto sembrano posti in modo casuale. A meno che non siate un mari- naio. In quel caso hanno perfetta- mente senso agendo come una mappa della laguna e tracciando rotte navigabili attraverso le acque poco profonde e fangose. Conducete il motoscafo su un lato dei pali e avete libero passaggio lungo gli antichi canali scavati nel letto della laguna. Navigate dal- l'altra parte e vi incagli veloce- mente sulle distese fangose e sulle banchine di fango che giacciono immerse a meno di un paio di metri sotto la superficie. Questi posti sono le Bricole (singolare bricola) e, oggi, circa 90.000 indicano il passaggio sicu- ro, la posizione delle linee elettri- che interrate e di altre utenze. Hanno persino dei catarifrangenti e delle placche metalliche incolla- te sopra per renderle visibili dai fari di notte o con i radar nella nebbia. Geniale eh? Le Bricole, per la maggior parte, popolano la vasta e aperta acqua della laguna. Ma più vicino alla città ci sono diversi pali che si raggruppano attorno ai fronte- spizi dei palazzi; si chiamano Paline o Pali da casada. Le Paline (singolare palina), che letteralmente significa "pali", sono spinti a due o a tre metri nel letto del canale per fungere da punti di ormeggio per barche e moto d'acqua. Tendono ad essere semplici tronchi d'albero, con la corteccia rimossa e le punte tagliate su entrambe le estremità. Proprio come le Bricole, le Paline provengono in modo sostenibile da foreste europee certificate, pre- valentemente da Germania, Fran- cia e area balcanica. E in genere il legno utilizzato è quercia, acacia o castagno, poiché questi soprav- vivono bene e si induriscono nei fanghi anaerobici della laguna. I Pali da casada, o "pali della famiglia", invece, sono molto più fantasiosi e individuali, con molto altro da dire. I Pali da casada sono facili da individuare in quanto sono colo- rati, spesso dipinti con un motivo a spirale come un palo da barbie- re e solitamente raggruppati alla porta d'acqua o alla porta laterale di palazzi, uffici o alberghi lungo i canali di Venezia. A differenza delle semplici Paline però, i pali non sono servono da ormeggio. Originariamente furono progettati per aiutare i gondolieri a ricono- scere case, saloni e casinò e, di notte, avevano una lampada a olio in cima per illuminare il punto di attracco della Palina. Oggi la lam- pada ad olio è ormai scomparsa, ma molti pali sono ancora sor- montati da un cappellozzo, una rappresentazione stilizzata e scol- pita di una fiamma. Una volta che inizierete a vedere i pali, noterete che ogni palazzo ha una combinazione di colori diversa. Quindi alcuni pali sono rossi e bianchi con un cap- pellozzo bianco, alcuni sono tur- chesi e bianchi, alcuni sono blu e arancione con una punta d'oro e altri ancora sono verdi e blu con punte dorate. La maggior parte, ma non tutti, sono accuratamente dipinti a mano con un motivo a strisce e avvolgente. E le combi- nazioni sembrano infinite, ma le combinazioni di colori hanno una spiegazione semplice; rappresen- tano i colori araldici della casa o della famiglia e alcuni hanno per- sino suggerito che una volta rap- presentavano le tendenze politiche di una famiglia. Al culmine della loro potenza e ricchezza, i colori araldici degli aristocratici veneziani dipingeva- no la città, non solo i loro pali, in un caleidoscopio di colori. Le famiglie nobili avevano le loro gondole per il trasporto, dipinte con le loro colorazioni familiari. E i loro gondolieri personali indos- savano tuniche e calze abbinate. Quindi non solo sareste stati in grado di riconoscere i palazzi di ogni famiglia dai loro pali dipinti, ma anche le loro gondole e i gon- dolieri. Tutto veniva marchiato e con una stima di 10.000 gondole in acqua nei secoli XV e XVI, doveva esserci un panorama piut- tosto spettacolare. Purtroppo questa straordinaria gamma di colori fu bruscamente interrotta quando il Doge Girola- mo Pruili sancì le leggi del Sump- tuario del 1562. I nuovi regolamenti proibivano la decorazione luminosa, sontuosa o stravagante delle gondole, che era diventata una competizione di alto livello tra le famiglie ricche, e stabilirono regole severe su cosa era e non era permesso. Da quel giorno in poi, le gondole dovette- ro essere dipinte di nero e avere un design standard, con solo pochi svolazzi di lavori in metallo I pali da casada di Venezia e la storia che nascondono consentiti e anche i gondolieri indossarono un'uniforme più omogenea. Solo i Pali da casada non sono stati toccati per secoli, anche se di tanto in tanto si vedo- no ancora gondole colorate durante le regate quando un arco- baleno di barche accelera ancora una volta lungo il Canal Grande. Oggi poche famiglie, se non nessuna, hanno ancora le loro gondole, per non parlare dei gon- dolieri e del loro marchio in colo- ri vivaci proibito da tempo. Il numero di barche è precipitato da 10.000 gondole ad una miseria di circa 450, la maggior parte delle quali sono ora noleggiate per una mezz'ora ai turisti. Ma un ele- mento della colorata Repubblica resta: i Pali da casada piacevol- mente decorativi color caramella che si ergono orgogliosamente ancora fuori dai palazzi. E sebbe- ne esista la tecnologia per sosti- tuire il legno con materiali sinteti- ci più duri e resistenti, io, per esempio, spero che le antiche tra- dizioni autentiche continuino nei secoli a venire. Fate attenzione a questa foresta colorata la prossi- ma volta che scivolerete per i canali di Venezia, sono un picco- lo pezzo di storia nascosta in bella mostra. I pali da casada rimangono un iconico simbolo delle vie d'acqua veneziane SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO