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GIOVEDÌ 28 GIUGNO 2018 www.italoamericano.org 5 L'Italo-Americano IN ITALIANO | I registi italo-americani Joe e Anthony Russo sono fra gli artisti e gli innovatori di alcuni dei film e spettacoli televisivi più famosi e di maggior successo commerciale al mondo. Recentemente, i Russo Brothers, come sono sopranno- minati nell'industria cinemato- grafica, per Marvel Cinematic Universe hanno diretto il succes- so da record "Avengers: Infinity War" che ha ottenuto un risultato stellare come quinto film cam- pione di incassi di tutti i tempi. Grazie ai loro comprovati suc- cessi al botteghino, l'enorme impatto sul genere dei supereroi, celebrato a livello internazionale, e il gusto evidente della narrazio- ne, Joe e Anthony, nati solo a un anno di distanza, si sono affer- mati come caratteristiche voci nel mondo dei film e della tv più innovativi. Hanno anche fondato un forum cinematografico che dà spazio a qualsiasi aspirante cineasta interessato a raccontare una storia unica per l'esperienza italoamericana, un esempio fon- damentale di come i fratelli ren- dano omaggio al loro patrimonio italiano e preservino la voce della cultura di cui sono molto orgogliosi. Il loro recente inserimento in una mostra permanente presso lo IAMLA intitolata "Italians in Hollywood" è solo l'ultimo rico- noscimento del loro successo planetario. L'Italo-Americano ha avuto la possibilità di intervistarli. Quanto vi sentite italo-ame- ricani e in che modo? Ci sentiamo profondamente italo-americani. Siamo cresciuti in una famiglia italo-americana molto estesa, poiché entrambi i lati della nostra famiglia proven- gono dall'Italia. Siamo cresciuti in un quartiere italiano a Cleve- land, quindi le caratteristiche della cultura italo-americana hanno sempre fatto parte della nostra vita familiare, della nostra educazione e della nostra vita sociale. Abbiamo un forte senso della famiglia, come si può vede- re anche dal fatto che io e Joe lavoriamo insieme. Condividia- mo molti valori. Penso che la cultura italo-americana sia carat- terizzata da una forte etica del lavoro, dalla dedizione per la giustizia sociale e per le persone. Crescere in una famiglia ita- liana ha avuto un impatto sul vostro lavoro e anche sul vostro successo? Sì. Ad emigrare dall'Italia sono stati i nostri bisnonni quindi la nostra famiglia è negli Stati Uniti da diverse generazioni, ma siamo cresciuti sentendo storie sugli immigrati e sulle persone della nostra famiglia. Avevamo un forte rispetto per quei nostri familiari che ci avevano precedu- to e credo che l'apprezzamento per quelle storie, per i racconti della nostra famiglia, per il viag- gio dei nostri antenati dall'Italia verso l'America ci abbia portato ad amare la narrazione e a svi- luppare un forte senso del perso- naggio. Penso che sia stato instillato in noi in età molto gio- vane e ad un livello molto perso- nale. C'è qualche storia partico- lare che i tuoi nonni ti hanno raccontato e che ti ha colpito? Mio nonno, il padre di nostra madre, emigrò dall'Italia all'età di 16 anni e arrivò in una piccola città chiamata Steubenville, a un paio d'ore da Cleveland dove andò a lavorare nelle acciaierie e lì lavorò per tutta la sua vita. Ciò che ci ha sempre colpito è stata l'idea di quel lavoro duro, l'op- portunità che l'America gli aveva offerto, il fatto che fosse stato in grado di trovare una vita migliore lontano dall'Italia, anche se è stata una vita molto dura sotto molti aspetti... Ma alla fine ha creato una famiglia meravigliosa! Penso che siano quel tipo di aspetti, il duro lavo- ro e l'opportunità dell'America che ci hanno sempre colpito molto. Qual è il tuo rapporto con l'Italia? Abbiamo passato i primi dieci anni della nostra vita vivendo nella stessa casa con la nostra bisnonna che parlava quasi esclusivamente italiano. In quell'epoca però i genitori vole- vano che i loro figli fossero ame- ricani e che si allontanassero dalla loro origine italiana in un certo senso. Non volevano che fossero stigmatizzati da questo, cosa che per fortuna con il tempo è cambiata! Con gli anni abbiamo iniziato ad apprezzare la cultura italiana. Quando ave- vamo 20 anni abbiamo iniziato a visitare spesso l'Italia, e soprat- tutto dopo aver iniziato a studia- re italiano. Ho studiato la lingua e io e mia moglie ci siamo spo- sati a Venezia. Anche mia sorel- la si è sposata in Italia, quindi abbiamo avuto l'opportunità di fare molte esperienze là e ci siamo legati all'Italia. Io e Joe abbiamo anche visitato i paesi da dove proveniva la nostra fami- glia e abbiamo conosciuto i parenti lontani. È stata un'espe- rienza davvero incredibile. La nostra parte paterna proviene dalla provincia di Messina, in Sicilia, da una piccola città chia- mata Longi e l'altra parte è del- l'Abruzzo, una piccola città appena fuori Pescara chiamata Spoltore. Parlando di cinema, i film italiani hanno avuto un impat- to sulla vostra carriera? Io e Joe abitavamo vicino a un teatro meraviglioso chiamato Cleveland Cinematheque dove proiettavano moltissimi film stranieri, un sacco di classici, di film d'arte e quindi siamo stati esposti a tutti i classici italiani. Il nostro primo film "Welcome to Collinwood" era in realtà basato proprio su questo. Quindi il cine- ma italiano è sempre stato molto importante e molto influente per noi e ci piace l'intera gamma. Avete qualche regista prefe- rito? Adoriamo Monicelli e abbia- mo visto tutti i film di Fellini. Ma amiamo anche film come Red Desert e L'avventura. Michelangelo Antonioni ha avuto una grande influenza su di noi e Marcello Mastroianni è uno dei nostri preferiti come attore. Cosa vi ha ispirato a fonda- re il Russo Brothers Italian American Forum Forum e a donare 8000$ a registi italo- americani? Ricordo di aver visto molti anni fa che Steven Spielberg era impegnato nell'archiviazione di film sull'esperienza ebraica e principalmente riguardo l'Olo- causto, anche se non esclusiva- mente. Ho sempre pensato che fosse molto stimolante avere un impegno verso una causa per la quale si ha un legame culturale. Io e Joe abbiamo sempre cercato un modo per utilizzare la nostra passione per il cinema per aiutare a celebrare la nostra cultura Italo-Americana. Abbiamo quin- di cercato un'opportunità per farlo per diversi anni. Siccome nostro padre ha lavorato a stretto contatto con due organizzazioni, la Italian Sons and Daughters of America, per la quale è il presi- dente nazionale e un'altra chia- mata NIAF, la fondazione nazio- nale italo-americana, abbiamo deciso di collaborare con entram- be le organizzazioni. Volevo davvero trovare un modo per riconoscere e celebrare il fatto che la cultura Italo-Americana è molto attuale e viva, che cambia e cresce costantemente. L'idea quindi è quella di cercare registi che riescano a dimostrare come la nostra cultura si evolve col passare del tempo e cosa signifi- ca nel mondo oggi. Qual è il vostro rapporto con il cibo? C'è qualche tipo di piatto che vi piace dalla tradi- zione italiana? Sì, siamo cresciuti attorniati da ottimi cuochi e abbiamo sem- pre aiutato in cucina. Quando avevo 11 anni ho iniziato a lava- re i piatti nella pizzeria di mio zio. Quindi amiamo cucinare, entrambi amiamo il cibo e siamo fortunati per il fatto di poter viaggiare. Ho una strana osses- sione per la parmigiana di melan- zane e lo cerco ovunque. Mi piace il fatto che si possa trovare in versioni sorprendenti e diffe- renti varietà. Quindi questa è un po' la mia ossessione culinaria. I fratelli Russo: l'orgoglio italo americano conquista Hollywood Joe Russo e suo fratello Anthony sono fortemente legati alle loro radici Italo Americane NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ