L'Italo-Americano

italoamericano-digital-6-28-2018

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GIOVEDÌ 28 GIUGNO 2018 www.italoamericano.org 7 L'Italo-Americano IN ITALIANO | SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO E ra il 145 5 quando Johannes Gutenberg produs s e il primo libro, una Bibbia, s tampato us ando la s ua invenzione, i caratteri mobili. Era il primo testo stam- pato in Occidente, anche se in Oriente la stampa era praticata già dall'undicesimo secolo. Ma l'invenzione di Gutenberg era destinata a cambiare il mondo. Il tedesco fu il primo a capire l'im- portanza di rendere i libri acces- sibili a più persone e più veloce- mente, anche se ci si potrebbe domandare quanto Gutenberg fosse consapevole dell'immenso cambiamento culturale che la sua creazione avrebbe avuto sul mondo intero. Certo, l'idea e la creazione dei caratteri mobili appartiene alla Germania, ma l'Italia ebbe subito un ruolo essenziale nel suo sviluppo e nella sua diffu- sione in Europa e nel mondo: già intorno al 1480 era considerata, con la Germania, il polo princi- pale della stampa di qualità nel Vecchio Continente. L'Italia fu anche il primo paese ad adottare la stampa a caratteri mobili di Gutenberg: infatti il primo libro stampato fuori dalla Germania venne prodotto nel monastero di Santa Scolastica a Subiaco da due esperti tedeschi, probabil- mente voluti da Cardinal Nic- colò Cusano, anch'egli di origine teutonica. Era il 1467. I primi testi stampati in Italia furono una Grammatica Latina per bambini e il D e Civitate D ei di S an- t'A gos tino. V enezia pres to divenne il primo centro d'impor- tanza per la stampa in Italia, ed accolse tipografi da tutta Europa. F urono gli anni di A ldo Manuzio, figura importantissima nella storia della stampa, che iniziò la s ua carriera nella Serenissima nel 1494. Questo è l'universo fatto di cultura, arte e talento in cui la tipografia Grifani Donati nacque più di due secoli fa. La compag- nia è testimone ed emblema di un'arte che l'Italia ha fatto sua fin dall'inizio, e di quell'idea di "conduzione familiare" che così tanto significa per il Made in Italy. S ette generazioni di tipografi, la loro arte orgogliosa- mente salvaguardata da Giovan- ni Ottaviani, erede di un'attività che ha definito, e ancora definisce, la sua città, Città di Castello, il secondo polo della stampa in Italia dopo Milano. La tipografia Grifani Donati è la sola al mondo condotta dalla stessa famiglia da così tanto tempo, un vero gioiello di tradizione e arte. Noi de L'Italo Americano abbiamo avuto il piacere di fare una chiacchierata con Giovanni, che ci ha raccon- tato della sua famiglia e del per- ché l'arte della stampa rimane di tale rilevanza anche oggi, in un mondo fatto di fredde tecnolo- gie. "Alla fine del 1799" ci dice Giovanni "giungono a Città di Castello, provenienti da Assisi, i tipografi Francesco Donati e D omenico Carlucci per impiantare u n laboratorio tipografico nei locali soprastanti l'antica chies a di S .P aolo (tredices imo s ecolo) che in precedenza erano stati sede con- ventuale e poi carcere. La tipografia si distinse subito per le notevoli capacità e per la produzione di libri e pubbli- cazioni di pregio che ne decre- tarono il successo, tanto che le commesse di lavoro giungevano anche dalle città vicine. "Alla morte del Carlucci l'at- tività sarà proseguita dal Donati, al quale si deve l'introduzione dei caratteri Bodoniani a Città di Castello nel 1817. Nel 1842, con il torchio in legno, inizia a stam- pare la monumentale opera Le Memorie Ecclesiastiche e Civili di Città di Castello edite in 28 fascicoli e scritte dal vescovo Giovanni Muzi. Dopo la scom- parsa di Francesco Donati la tipografia passa al figlio Biagio e da questo al nipote Giuseppe Grifani. La tipografia assumerà ora il nome Grifani Donati fondata nel 1799. Da Giuseppe passa al figlio Ernesto e da questo al genero A lberto O ttaviani marito di Elisabetta Grifani, e quindi ai figli Mario e Italo. Mia moglie Adriana ed io abbiamo continua- to la tradizione familiare, diven- tando cos ì la s ettima gener - azione. Ma è pronta l'ottava. I nostri figli, Milos e Alberto Maria, saltuariamente lavorano con noi". La nostra chiacchierata con- tinua discutendo delle affasci- nanti tecniche usate nell'arte della stampa: "Le tecniche sono tre. In ordine di invenzione, la tipografica, la calcografica e la litografica. La tipografica è detta anche rilievografica. I caratteri mobili sono in rilievo. Il com- positore compone il testo per essere poi stampato con mac- chine tipografiche. Si può stam- pare dal biglietto da visita (5x9 cm) ai manifesti (70x100 cm). La calcografia è un sistema di stampa opposta alla tipografica, perché il grafismo è in incavo. Si utilizza soprattutto per stampe d'arte. La matrice può essere di rame o di zinco. Si incide diret- tamente con utensili quali il bulino, la punta s ecca e il berceaux. Le stampe si definis- cono indirette quando non sono realizzate dagli gli utensili gui- dati dalla mano dell'incisore ma grazie all'azione mordente degli acidi. In questo caso si dovrà stendere sulla superficie della lastra, dopo averla perfettamente lucidata e sgrassata, la vernicetta, che non è altro che una miscela di bitume, cera vergine e trementina. Una volta asciugata, con una punta secca si graffierà lo strato ceroso facendo compar- ire il metallo s ottos tante il bitume. Si immergerà quindi in un acido apposito per il metallo. Lavata e asciugata si inchiostrerà spalmando l'inchiostro con una spatola e facendo entrare l'in- chiostro negli incavi realizzati dall'acido. Pulita la superficie si passerà alla stampa con torchio calcografico". D opo ques ta bellis s ima descrizione, ci viene spontaneo chiedere a Giovanni che cosa ne pensa del legame tra arte e stam- pa. La sua risposta è chiara, "Più che mai il legame tra arte e stam- pa es is te. La s tampa per definizione si definisce 'Arte della Stampa.' Viene considerata un'arte minore, ma a ben guardare le produzioni di libri di testo e di immagini, che hanno prodotto tutti gli stampatori del mondo, restano a testimoniare l'amore e la pas s ione per quest'arte. Soprattutto la xilo- grafia la calcografia e la litografia, perché mettono in col- laborazione artista e stampatore formando una amalgama inscindibile". La storia di quest'arte diven- ta, nelle parole di Giovanni e della sua famiglia che l'hanno praticata per secoli, incantevole e poetica quanto un romanzo, perché le s tam pe es eguite seguendo metodi tradizionali si possono raccontare, proprio come una storia: "Per esempio la litografia, inventata da Aloisio Senefelder nel 1798, è una tecni- ca coinvolgente in assoluto. Ha del miracoloso: in questa tecnica avviene un cambiamento chimi- co della pietra (carbonato di cal- cio 98,8%), grazie all'azione acidificante della gomma arabica che passata sopra la pietra e il disegno stesso, trasformerà la matrice chimicamente. N el grafismo, si trasforma in sapona- to di calcio e nel contro grafismo in nitrato di calcio. Il primo riceve l'inchiostro rifiutando l'acqua e il secondo riceve l'ac- qua e rifiuta l'inchios tro. Bisogna vedere per apprezzare tale tecnica". Abbiamo visto che l'Italia è s tata una dei primi paes i ad abbracciare la stampa, facendone un importante simbolo delle sue capacità artistiche e commer- ciali. Ma qual è il ruolo dell'I- talia nel mondo della stampa di oggi? A riguardo, Giovanni è chiaro: "Tutt'oggi in Italia ci sono aziende leader nel settore della stampa di qualità, soprat- tutto atelier di artisti che pro- ducono ancora con le tecniche dirette le loro opere. Milano è il primo polo per l'editoria secon- do è Città di Castello con le sue 130 aziende grafiche". Considerando la preoccu- pante natura us a-e-getta dei prodotti moderni e, sfortunata- mente, anche dell'arte, abbiamo infine chiesto a Giovanni il suo pensiero sul ruolo di attività come la s ua, fondate s ulla tradizione e la maestria, sull'u- nicità e il valore dell'arte, nel ruolo della stampa moderna. Certamente, quello di mantenere viva una forma d'arte che ha sig- nificato così tanto per la storia e l'identità del nostro paese, in modo particolare a Città di Castello: "Se sappiamo che Città di Castello è il secondo polo dopo Milano, per quello che riguarda la s tampa, mi pare ovvio che mantenere attive queste tecniche è un'operazione di mantenimento e consolida- mento di queste antiche tecniche riproduttive che hanno dato lavoro e lus tro alla nos tra nazione". Le stampe eseguite con metodi tradizionali possono essere "raccontate" perché la loro esecuzione è frutto di una tecni- ca precisa, affascinante e che fonda le sue radici nella storia. Foto © Grifani Donati La Tipografia Grifani Donati si è adattata al mondo moderno, ma rimane solidamente ancorata all'arte antica e vera della stampa tradizionale. Foto © Grifani Donati Parole d'ar te: la storia e l'anima della tipografia Grifani Donati

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