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GIOVEDÌ 28 GIUGNO 2018 www.italoamericano.org 9 L'Italo-Americano IN ITALIANO | LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA S econdo solo ad Aris- totele, Gaio Plinio Secondo, noto come Plinio il Vecchio, fu probabilmente il più influente studioso dell'Antichità, e l'unico al quale fu intitolata l'omonima Double IPA, cult della Russian River Brewing Company (ne parleremo più avanti). Ex ufficiale di cavalleria, con- sigliere di imperatori, detentore di numerose posizioni ufficiali e autore di almeno settantacinque libri più 160 volumi di taccuini inediti, Plinio, chiaramente uno stacanovista, è ricordato per uno solo di quei libri (e l'unico a sopravvivere): il 37° volume His- toria Naturalis, Storia Naturale. Uomo con una impressionante sete di conoscenza di ogni tipo, Plinio aveva una dichiarata ambizione per la Storia Naturale "per esporre in dettaglio tutti i contenuti del mondo intero". Da cittadino romano, aveva ragione di credere che il mondo fosse inglobato dall'impero a cui lui apparteneva. Così Roma, attra- verso Plinio, ci ha dato una rac- colta mondiale di "cultura enci- clopedica" o enkyklios paedia: la prima enciclopedia, una finestra affascinante sulla vita nell'antica Roma e sulla visione del mondo dei suoi concittadini romani. Nel Volume 1, solo il som- mario e la prefazione dedicata all'imperatore Tito ammontano a settanta pagine una volta tradotte in inglese. I volumi 2-6 riguardano la cosmologia, l'as- tronomia e la geografia; il vol- ume 7, l'uomo (come argomento generale); i volumi 8-11 la zoolo- gia; i volumi 12-19 la botanica; i volumi 20-27 l'uso medicinale delle piante; i volumi 28-32 i medicinali derivati da animali; e i volumi 33-37, rocce, metalli e pietre preziose e il loro uso nel- l'arte. L'importanza del suo lavoro risiede nel modo in cui ha osservato, identificato e organiz- zato in modo accurato fatti casu- ali, schemi e dettagli importanti in precedenza ignorati da altri, specialmente in campi come la botanica e l'agricoltura. Per esempio, ha descritto un raccoglitore di cereali trainato dai buoi in Gallia che era considerato una fantasia fino alla scoperta nel 1958 di un rilievo del II secolo che ne descriveva l'uso. I suoi volumi sulle piante e il loro uso medicinale hanno modellato la teoria scientifica e medica fino al Medioevo e contengono molti dei principi della medicina erboristi- ca di oggi. Date le limitate risorse stori- ografiche e di strumenti per il controllo dei fatti del tempo (come la difficoltà di andare in Africa, e per le biblioteche di sto- ria naturale del continente il suo libro era il primo e comunque l'u- nico), la precisione non è sempre la principale caratteristica del suo lavoro. Alcune delle Historia Nat- uralis esagerano un po', basan- dosi su resoconti di seconda mano di terre lontane che erano, a dir poco, fantasiosi. Inoltre, per usare un eufemismo, era ecu- menico ed eclettico nella filosofia dei fatti di cui voleva riferire: affermava "Aliena memoria salu- tamus, aliena vivimus opera, alie- nis oculis agnostimus" ("Accogliamo ricordi non famil- iari, conserviamo un lavoro non familiare, osserviamo con occhi non familiari"). E così scrisse del reale e del fantastico: persone dalla testa di cane che abbaiano, serpenti che si proiettano verso il cielo per cat- turare uccelli, illirici dagli occhi malvagi, cuccioli di orso nati come grumi informi che devono essere leccati dalla loro madre per prendere forma, mostri da luoghi come l'India e l'Etiopia. Ha descritto l'origine del cinabro come la fusione del sangue di un elefante e un drago in seguito a una feroce battaglia tra i due. La magia e la superstizione sono dappertutto nella Storia Naturale e hanno influenzato molto il suc- cessivo pensiero pseudoscientifi- co. Il moderno storico delle scien- ze Brian Cummings ha descritto Plinio come "irresistibilmente pazzo". Tuttavia, deve aver avuto un minimo di scetticismo: ha qualificato molte informazioni con "qualcuno dice" o "così dice la storia", che certamente lo ha reso molto meno "matto" di molti scrittori di oggi su Internet. La sua storia della sua cultura è molto più accurata e utile. Molto di ciò che sappiamo della vita quotidiana dei Romani e degli eventi specifici ci viene da Plinio, comprese le città che da tempo non esistono più. Gli dob- biamo la prima registrazione della posizione di siti importanti e descrizioni dettagliate di antiche opere d'arte romane, e i suoi scritti divennero incredibil- mente utili durante il Rinasci- mento come una mappa combi- nata e una guida interpretativa per studiosi e artisti che venera- vano l'antica Roma e volevano raccogliere quante più infor- mazioni possibili sulla città. Plinio, naturalmente, non è più l'autorità che è stata fino al sedicesimo secolo quando i suoi errori divennero sempre più ovvi, anche comicamente. Ma è ricordato prima di tutto come l'instancabile reporter di un mondo sia reale che immagi- nario, sempre accompagnato nelle sue passeggiate da qualcuno che raccoglieva la sua dettatura. Era anche il Ben Franklin del tempo, come attestano molte citazioni dai suoi lavori: Nel vino c'è la verità (in vino veritas). Plinio il Vecchio, narratore del mondo In tutte le questioni, l'unica certezza è che nulla è certo. La casa è dove si trova il cuore. Più felice è il momento, più è breve. Dalla fine nascono nuovi inizi. Dare l'esempio; l'esempio è il modo più morbido e meno invidioso di comandare. Raramente possedere un oggetto ha lo stesso fascino di quando lo si cercava. Generalmente è più vergog- noso perdere una buona rep- utazione che non averla mai acquisita. Dall'Africa c'è sempre qual- cosa di nuovo. Le scoperte più preziose hanno trovato la loro origine negli incidenti più banali. La natura non si trova nella sua interezza più che nelle sue creature più piccole. Ma anche lui, come romano e italiano, esemplificava la combi- nazione di coraggio audace e curiosità che avrebbe alimentato così tanta scoperta intellettuale nella penisola e nel mondo occi- dentale nei secoli successivi. Quella naturale curiosità lo spinse, mentre comandava una flotta nel Golfo di Napoli, a cer- care di avvicinarsi al Vesuvio mentre esplodeva nell'agosto del 79 d.C. Uscì nel Golfo di Napoli in barca per esaminare e docu- mentare la nube di fumo del vul- cano e morì di asfissia; il suo corpo fu in seguito trovato sulla spiaggia, martire delle scienze naturali che aiutò a creare. Ti stai dunque ancora chiedendo ... qual sia il legame con birra? Come avrai notato, Plinio era profondamente interes- sato alle piante, con i volumi 12- 19 della sua Historia Naturalis che copriva la botanica. Fu pro- prio Plinio il Vecchio colui che ha creato il nome botanico, o almeno scritto, di Lupus Salictar- ius, o luppolo, attualmente noto come Humulus Lupulus, l'ingre- diente principale dietro la mag- gior parte delle birre artigianali e di qualsiasi Double IPA. Circa 20 anni fa, il mastro birraio Vinnie Cilurzo venne a conoscenza di Plinio quando stava sviluppando la ricetta per la classica birra, ormai cult, e la chiamò in suo onore. E c'è di più: Plinio il Vec- chio è sopravvissuto con Plinio il giovane, il nipote che ha portato avanti il lavoro dello zio. E lo stesso vale per il triplo IPA Plinio il giovane, una versione più alcolica e luppolata di quella dello "zio". Brinda quindi allo studioso romano, storico, ufficiale, scrit- tore, naturalista e ispiratore per il mondo delle birre artigianali: Plinio il Vecchio. Salute! Creata da Vinnie Cilurzo la birra Pliny the Elder è popolare tra i cultori della birra artigianale Plinio il Vecchio, conoscitore del mondo e uomo militare, morì durante l'eru- zione vulcanica che distrusse Pompei