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www.italoamericano.org 13 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 12 LUGLIO 2018 L 'estate non è la sta- gione perfetta per le curiosità? Non so voi, ma quando arriva il caldo, io ho improvvisamente sete di fatti curiosi e gustose notizie su tutto e di più: dalla storia alla letteratura, dal cibo al gossip, qualsiasi cosa pur di soddisfare questo partico- lare desiderio. Può essere l'associ- azione tra letture leggere e relax sul mare, o il semplice fatto che la canicola estiva rallenta i pensieri, ma nulla, durante queste calde giornate di luglio sulle spiagge d'Italia, sembra così bello e piacevole che qualche ricerca vecchio stile e letture spensierate. Su cosa, dite? Sulla lingua! In realtà, sulla parola più popolare della bella lingua, il passaporto definitivo per la vita italiana, una parola così famosa che è stata adottata da altre nazioni, così per- fetta e chiara che non c'è niente di meglio: ciao. Sì, ciao. Riuscite a pensare a qualcosa di più italiano di così? Per quanto sia popolare e conosci- uto, mi sono sorpresa di quanto poco sapessi delle sue origini: da dove viene e quando abbiamo iniziato a usarlo? E' stato sempre un saluto o inizialmente aveva un significato diverso? Sono servite un po' d'indagini online e car- tacee. Ecco, quindi, cosa sappi- amo del saluto italiano. Apparentemente, l'origine della parola va cercata nel dialetto di Venezia, dove le persone ave- vano l'abitudine di salutarsi usan- do la parola "s'ciavo" o "schiavo". No, i veneziani non erano pazzi, semplicemente usavano quest'e- spressione invece del più lungo e macchinoso "servo vostro", tra- ducibile come "sono il tuo servo", o anche "al tuo servizio". Per trovare esempi di tale uso, non abbiamo bisogno di guardare oltre il lavoro dello straordinario dram- maturgo di Venezia, Carlo Goldoni, che lo impiegò senza parsimonia nelle sue commedie sulla società veneziana. "S'ciavo", comunque, non è proprio lo stesso di ciao e c'è voluto tempo, e una buona dose di evoluzione linguistica, per pas- sare dal primo al secondo. "S'cia- vo" molto probabilmente proveni- va dal latino servus, che significava servo o schiavo. Durante il periodo imperiale, molti schiavi provenivano dal- l'area che allora veniva chiamata Slavonia o Sclavonia, che cor- risponde approssimativamente alla moderna Croazia orientale. Per la proprietà transitiva delle lingue, l'aggettivo che indicava le persone di quelle regioni, sclavus o slavi, divenne sinonimo della parola servus: ed è così che pas- sammo dal latino servo al volgare italiano schiavo. Avanti velocemente di qualche secolo e la popolarità del Dolce Stil Novo di Dante e Guido Cav- alcanti, un tipo di poesia in ital- iano volgare ispirata all'amore idealizzato e alla figura iconica della donna angelo, dà alla parola schiavo un nuovo significato: uno schiavo non è più un semplice servitore, ma anche qualcuno sog- giogato dall'amore e dalla pas- sione, qualcuno pronto a fare qualsiasi cosa per l'oggetto del suo desiderio. E così, essere schi- avo non significa più essere solo ed esclusivamente schiavo di un padrone, ma anche essere pronto a fare qualsiasi cosa per qualcuno, proprio come farebbe un amante per il suo amato. È in questo senso che l'uso di "s'ciavo" in dialetto veneto dovrebbe essere interpretato: le persone si saluta- vano per strada dicendo "sono al tuo servizio", un modo educato e riverente per mostrare apprezza- mento e rispetto. La prima attestazione scritta della parola ciao è, ahimè, vecchia di 200 anni, anche se possiamo immaginare che il suo uso nella lingua orale debba già essere stato comune da un po': è apparso in una lettera scritta nel 1818 da Francesco Benedetti, un dram- maturgo di Cortona che in essa descriveva le carinerie ricevute da un gruppo di milanesi con cui era andato a La Scala: "Questi buoni Milanesi cominciano a dirmi: Ciau Benedettin". Nel 1819, la scrittrice britannica Lady Sidney Morgan menzionò persone, sem- pre a La Scala a Milano, che si scambiavano cordial ciavo, da un palco all'altro. Dello stesso perio- do è ancora un altro attestato scrit- to della parola, si trova in una let- tera inviata dalla contessa Giovanna Maffei, da Verona, a suo marito, in cui accenna che il loro giovane figlio "mi disse di dir ciao a Moti". Oggi "ciao" è una parola inter- nazionale, sempre associata all'I- talia, il cui significato è chiaro in ogni angolo del mondo. Beh, sapete cosa? È così da più di cento anni, come dimostra la sua pre- senza in un romanzo francese del 1893: scritto da Paul Bourget, ha un personaggio che parla in ital- iano e dice "Ciaò, simpaticone!". Solo pochi anni dopo, all'inizio del 1900, un popolare valzer inti- tolato "Ciao" era ballato dalla gente in giro per l'Europa. Dopo la fine della seconda guerra mon- diale, la popolarità del cinema italiano ha aiutato ulteriormente l'internazionalizzazione del "ciao", facendone un simbolo lin- guistico dell'Italia. E poiché il linguaggio è in continua evoluzione - come dimostra l'origine stessa di ciao - ci sono nuove varianti del nostro saluto preferito, che sono diven- tate particolarmente popolari negli ultimi anni e decenni: "ciao raga" (ciao ragazzi), "ciao neh" (hey! Ciao!) e anche l'orribile "ciaone" (letteralmente, un enorme ciao), neologismo recente già parte del Vocabolario Trecca- ni della Lingua Italiana. Oggi "ciao" è la parola italiana più usata al mondo, seconda solo a un'altra icona della vita e del patrimonio italiano: "pizza". Breve, semplice da ricordare e con una storia interessante: non c'è da meravigliarsi se la amiamo tutti. Così è l'illustre storia del "ciao", della sua nascita e di come è diventato il modo più comune e colorato di salutare amici, famil- iari e persone per strada: indicati- vamente usato solo tra coloro che si conoscono, è non così raro, quando l'atmosfera lo consente o l'occasione lo richiede, dire "ciao" a persone che abbiamo appena incontrato, specialmente quando abbiamo goduto della loro com- pagnia o condiviso un'esperienza speciale: una parolina che ci fa sentire tutti più vicini. Ciao belli! Un po' di storia sulla parola più popolare d'Italia La parola "ciao:" tanto Italiana, ma anche tanto sconosciuta! LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA
