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23 GIOVEDÌ 12 LUGLIO 2018 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA C ari lettori, a luglio, inizia il nostro mese patriottico. Permette- temi di condividere un frammento di sto- ria collegato all'Italia che ha avuto luogo durante il mandato del nostro terzo presidente Tho- mas Jefferson (1801-1809). Oltre duecento anni fa, gli Stati Uniti in erba formarono un'alleanza con il Regno delle Due Sicilie che contribuì a porre fine al dominio di terrore dei cor- sari barbareschi nel Mediterra- neo. Nel 1801, Tripoli dichiarò guerra agli Stati Uniti quando Thomas Jefferson si rifiutò di continuare a pagare tributi al pascià di Tripoli e mandò navi a bloccare i porti barbareschi. Le città e le isole costiere italiane erano state tra i principali bersa- gli degli attacchi dei corsari bar- bareschi. Il re di Sicilia fornì otto navi da guerra italiane e diverse centinaia di soldati siciliani per sostenere lo sforzo americano. Ed è questo il motivo per cui ... sulle rive di Tripoli ... è stato aggiunto nell'inno del Corpo dei Marine. *** Rinfreschiamo la memoria vostra e mia sulla Dichiarazione di Indipendenza che ha avuto ini- zio "Quando nel corso di eventi umani, sorge la necessità che un popolo sciolga i legami politici che lo hanno stretto a un altro popolo e assuma tra le potenze della terra lo stato di potenza separata e uguale a cui le Leggi della Natura e del Dio della Natura gli danno diritto, un con- veniente riguardo alle opinioni dell'umanità richiede che quel popolo dichiari le ragioni per cui è costretto alla secessione", e poi va avanti elencando le rimostran- ze contro il re e il suo sistema di governo. Questo documento è stato fir- mato dai Rappresentanti delle 13 colonie originali, Delaware, Pennsylvania, New Jersey, Geor- gia, Connecticut, Massachusetts, Maryland, Carolina del Sud, New Hampshire, Virginia, New York, North Carolina e Rhode Island, a Philadelphia il 4 luglio 1776 e questa è la data che ogni anno commemoriamo. Natural- mente, re Giorgio III, dopo aver ricevuto il documento, non fu contento e seguì una lunga guer- ra. E, anche se non si trovano spesso nei nostri libri scolastici di storia, i contributi degli italiani e degli italoamericani alla guerra rivoluzionaria americana, questi sono stati molti. Dopo che i coloni si dichiara- rono indipendenti dall'Inghilterra e istituirono "Gli Stati Uniti d'A- merica", seguì una lunga guerra e fu solo il 30 aprile 1789 che George Washington - "prima in guerra, prima in pace, e prima nei cuori dei suoi compatrioti" - divenne il primo presidente degli Stati Uniti. Fece il primo giuramento pre- sidenziale americano sul balcone del municipio di New York, la capitale temporanea della nuova nazione. Dal 1789 al 1790, la residenza presidenziale si trovava al numero 1 di Cherry Street, a New York. *** Andiamo un po' indietro: Colombo scoprì l'America nel 1492. Quando i capi dei Paesi europei scoprirono un "nuovo mondo", molti di loro provarono a possederlo. Cominciò una spe- cie di corsa: la Spagna prese pos- sesso del Sud America, del Mes- sico e di tutta la parte meridionale dei nostri nuovi Stati Uniti, poi la Francia, l'Olanda e l'Inghilterra volevano una quota, ma non riuscirono a concordare una divisione capace di soddisfa- re tutti. In una guerra tra Inghil- terra e Olanda, l'Inghilterra otten- ne le colonie olandesi di New York, New Jersey, Delaware e Pennsylvania, poi l'Inghilterra scacciò i francesi, il re mandò un reggimento dal fiume e dalla valle dell'Ohio, ma alla fine anche l'Inghilterra se ne sarebbe andata. Alcuni anni dopo la guerra con la Francia, i coloni inglesi (Yankees) iniziarono a litigare con la madrepatria. Il re d'Inghil- terra aveva vinto la guerra contro la Francia, ma era finito in grave debito e voleva che i coloni lo aiutassero a pagarlo. Nel 1765, approvò lo Stamp Act, che signi- ficava che ogni volta che veniva venduta qualche merce (atti, testamenti, carte da gioco, gior- nali, almanacchi e pubblicità stampata sui giornali), era neces- sario comprare bolli da apporre per renderla valida. Re Giorgio iniziò a nominare ufficiali in America per vendere i bolli. Criminali andarono a casa degli ufficiali di bollo, dopo di che pochissimi ufficiali furono abbastanza coraggiosi da vender- li. Benjamin Franklin, della Penn- sylvania, per affari a Londra, disse al re che non faceva affari tassando i coloni perchè questi "figli della libertà" avevano già pagato più della loro parte per la guerra anglo-francese fornendo uomini e mezzi per l'esercito, e per conquistare l'America e por- tarla sotto la bandiera inglese. Il re e il governo inglese rinunciarono alla tassa sui bolli, ma non smisero mai di cercare di ottenere più denaro dai coloni. Presto fu approvata un'altra legge che dichiarava che si dovevano pagare le tasse su alcuni beni por- tati in America dall'Inghilterra. Questa legge fece arrabbiare i coloni, che smisero di comprare merci dall'Inghilterra fino a quan- do i mercanti inglesi pregarono il governo di rinunciare alla legge perché non volevano che gli ame- ricani smettessero di commercia- re. "Va bene," disse Re George, "ma la tassa sul tè rimane." Nel dicembre 1773 arrivarono a Char- leston, Filadelfia e New York le navi che trasportavano il tè. Quando la gente si rifiutò di com- prare il "Royal Tea" inglese, fu conservato in cantine umide a marcire, ma a Boston, dopo che i coloni chiesero al governatore di rimandare il tè in Inghilterra e questi si rifiutò, un folto gruppo di uomini si travestì da indiani e salirono sulle navi, agitando i tomahawk, e gettarono fuoribor- do 342 casse di tè: era il "Boston Tea Party". Il patriota di Boston Paul Revere aveva fatto la sua "caval- cata di mezzanotte" il 18 aprile 1775, alla vigilia della Battaglia di Lexington. La disputa con l'In- ghilterra andava avanti da dieci anni. La proclamazione del 4 luglio 1776 della Dichiarazione di Indipendenza la formalizzò. Allo scoppio della Rivoluzione, italiani e italoamericani con le grafie anglicizzate dei loro nomi ebbero presto la loro parte di fata- le potenza di fuoco da parte dei soldati britannici: James Bracco, fu ucciso in azione il 28 ottobre 1776. Ma l'Italia contribuì più che con gli uomini alla rivoluzione americana. Ancor prima che ini- ziasse il conflitto, l'Italia fu fonte di ispirazione per i patrioti ameri- cani a causa della lotta intrapresa da Pasquale Paoli e dai suoi con- cittadini corsi per l'indipendenza.
