Since 1908 the n.1 source of all things Italian featuring Italian news, culture, business and travel
Issue link: https://italoamericanodigital.uberflip.com/i/1011578
www.italoamericano.org 11 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 26 LUGLIO 2018 Ma LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA " L'italiano, la lingua del- l'amore", così si dice in tutto il mondo - ma non in Italia, dove l'onore di solito spetta alla lingua francese. Molti di voi probabil- mente lo capiscono un po' e a molti piacerebbe impararlo o usarlo attivamente. Eppure, cosa sappiamo veramente della Bella Lingua? Ovviamente, apprezziamo la sua musicalità e dolcezza, così come la sua complessa grammat- ica e sintassi può essere un prob- lema; abbracciamo le sue espres- s i o n i c o l o r a t e e c o n o s c i a m o Dante e la sua Divina Comme- dia, capolavoro della letteratura mondiale e straordinario com- pendio di filosofia medievale, teologia e società. Il più perspi- cace può persino riconoscere una manciata di accenti italiani diversi, proprio come alcuni ital- iani - non troppi, ahimè: la nos- tra incompatibilità con le lingue straniere è leggendaria - possono dire se sei di New York o di Atlanta. Come ogni altra lingua, tuttavia, l'italiano è pieno di stranezze, curiosità e aneddoti interessanti sulla sua storia ed e v o l u z i o n e . N o z i o n i d i b a s e eccellenti per intrattenere gli ospiti della prossima cena, ecco cinque curiosità sulla lingua del- l ' a m o r e d i c u i p o t r e s t e n o n essere a conoscenza. 1.La prima cosa scritta in italiano è stato un documento legale Davvero? In effetti, i linguisti hanno discusso l'argomento per decenni, e non semplicemente a causa dei problemi di datazione. Il passaggio dal latino all'ital- iano non è avvenuto durante la notte, ma è stato un processo piuttosto lungo e lento che ha investito la lingua parlata molto prima di quella scritta: mentre la gente, a poco a poco, cambiava il modo in cui parlava, i docu- menti ufficiali e la letteratura sono rimasti fedeli al latino per un tempo molto più lungo. La verità, tuttavia, è che più passa il tempo, meno la media dei tuoi Joe e Jane nell'Italia del primo Medioevo capivano il latino, perché la lingua parlata nelle strade era cambiata profonda- mente, influenzata come era da quella degli invasori post-caduta dell'Impero Romano come i Franchi, i Longobardi o i Goti. Si era trasformato in volgare, la lingua della gente (vulgus in latino significa proprio questo) e dal 9° e 10° secolo, aveva inizia- to a essere utilizzato per scrivere documenti ufficiali per consen- tire ai cittadini di essere compre- sa pienamente. Non sorprende quindi sapere che un atto notarile noto come Placito Capuano (960 d.C.) è considerato il primo esempio e s i s t e n t e d i v o l g a r e s c r i t t o , l'anello mancante tra il latino e l'italiano. Eppure, una prece- dente iscrizione trovata nelle Catacombe di Commodilla a Roma, risalente al VI secolo e che chiedeva alla gente di non pregare ad alta voce, è vista come un precedente esempio di volgare. Altri ancora menzio- nano l'Indovinello veronese (VIII-IX secolo), una sorta di enigma scritto che parla proprio di scrittura. Tra tutti i contenden- ti, il Placito Capuano è solita- mente considerato il più credi- bile perché è l'unico con una porzione significativa del testo in una lingua che è, chiaramente, non più latina. 2. L'italiano non è sempre stata la lingua più parlata in Italia Infatti, quando l'Italia fu uni- ficata nel 1861, la stragrande maggioranza delle persone non parlavano italiano. Persino il p r i m o r e d ' I t a l i a , V i t t o r i o Emanuele II, era più a suo agio con il francese o il suo dialetto, il p i e m o n t e s e . I d i a l e t t i e r a n o , infatti, più comunemente parlati d e l l ' i t a l i a n o p r a t i c a m e n t e ovunque nella penisola, e l'ital- iano era la lingua usata dalle per- s o n e c h e r i c e v e v a n o un'istruzione. E non ce n'erano molti! Al momento dell'Unifi- cazione, solo il 2,5% della popo- lazione poteva leggere e scri- vere. 3. Il Neoitaliano non esiste! L'idea che l'italiano stesse lentamente, ma costantemente, trasformandosi in un nuovo e diverso linguaggio, venne a Pier Paolo Pasolini già nel 1964. Oggi questa nuova forma lin- guistica, il neoitaliano, una ver- sione sintatticamente più sem- plice dell'italiano standard, è riconosciuta dagli esperti: in esso le parole straniere, per lo più inglesi, sono diventate comuni e spesso sostituiscono i termini italiani. I neologismi, spesso basati su parole tecnologiche, sono diventati sempre più comu- ni e i tempi verbali tendono ad essere più semplici, l'abitudine di usare l'imperfetto invece del congiuntivo ne è un esempio. Tuttavia, i linguisti non sembra- no preoccupati dalla popolarità del neoitaliano, ma piuttosto dalla mancanza di conoscenza della grammatica corretta e della sintassi che interessa una grande fetta della popolazione italiana, compresi gli studenti universi- tari: Francesco Bruni, un lin- guista contemporaneo, definisce questa varietà estremamente povera di italiano scritto e parla- to Italiano selvaggio. 4. L'Italia ha dialetti ma anche "lingue territoriali" I d i a l e t t i s o n o u n a p a r t e essenziale della ricchezza e del patrimonio linguistico e cultur- ale italiano. Ogni regione, anzi, ogni villaggio, ha un diverso idioma spesso in competizione, specialmente tra le generazioni più anziane, con la lingua stan- dard. Ce ne sono così tanti che l ' E n c i c l o p e d i a T r e c c a n i , tradizionalmente nota come la sentinella della conoscenza gen- erale del Paese, dice che è quasi i m p o s s i b i l e c o n t a r l i . A l c u n i dialetti, infatti, sono comune- mente parlati da un numero così elevato di persone che non sono più considerati tali, ma piuttosto come lingue territoriali. Il più parlato fra essi è il napoletano, con quasi 6 milioni di parlanti; al secondo posto il siciliano, con 4,7 milioni e poi il veneto (3,8 milioni), il lombardo (3,6 mil- Cinque stranezze e curiosità sulla lingua italiana ioni) e il piemontese (1,6 mil- ioni). 5 . V e r e c u r i o s i t à s u l l e parole italiane Concludiamo con alcune fan- t a s t i c h e c u r i o s i t à r e l a t i v e a l v o c a b o l a r i o i t a l i a n o . B e n e , dovremmo iniziare con l'alfa- beto, che in Italia conta solo 21 lettere, perché j, k, w, x e y non s o n o u f f i c i a l m e n t e i n c l u s e , anche se lo sono oggi a causa dell'elevato numero di parole straniere usate su base quotidi- ana dalla maggior parte degli italiani. La parola più lunga in italiano è precipitevolissimevol- mente, che significa molto rapi- damente, con 26 lettere. Tut- tavia, ci sono alcuni termini medici e numeri che riescono a superarla: 454.544° (in italiano quattrocentocinquantaquattromi- lacinquecentoquarantaquattresi- mo) batte tutti, con le sue 64 let- tere. C o n t r a r i a m e n t e a q u a n t o accade in inglese, dove sono presenti ma non pronunciate, le doppie consonanti sono molto comuni in italiano: il più strano insieme di doppie consonanti? Certamente la doppia q, come d i m o s t r a t o d a l l ' u n i c o e s o l o soqquadro, che si traduce con disordine o confusione. Chiedete a u n a m i c o i t a l i a n o e m o l t o probabilmente vi farà fare un viaggio nei suoi anni di scuola elementare, quando la parola era t r a l e p i ù t e m u t e q u a n d o l a maestra faceva il dettato. Altre bestie nere per l'ortografia? Acqua, camicie, scienza, e zuz- zurellone (uomo infantile). Che cosa penserà Dante del Neoitaliano, e dei neologismi cognati sulla lingua Inglese così popolari oggi in Italia?