L'Italo-Americano

italoamericano-digital-8-9-2018

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GIOVEDÌ 9 AGOSTO 2018 www.italoamericano.org 7 L'Italo-Americano IN ITALIANO | P er gli italiani, la piaz- za, non è solo lo spazio architettonico che caratterizza le città e i paesi, ma un salotto all'aperto, urbano. È il cuore di ogni città italiana dove storia, architettura e relazioni sociali diventano una cosa sola. La piazza significa appartenere a una società e significa vita quo- tidiana. In ogni città, riunisce i due edifici più importanti, il municipio e la chiesa: il potere politico e quello religioso sono uno di fronte all'altro, con la vita quotidiana delle persone, le nuove conoscenze e gli accordi commerciali che si svolgono tra essi. La piazza è uno spazio che non è solo costituito da sistemi architettonici ma, più di ogni altro, prende vita grazie alle per- sone che la riempiono di signifi- cato. Chiedete ai migranti italiani di cosa sentono la mancanza e sicuramente risponderanno "la piazza del mio paese". La piazza ha un significato che va ben oltre quello che si trova su un dizionario: significa che anche le persone più sole possono trovare qualcuno con cui parlare. Significa che, senza spendere un solo centesimo in un ristorante o in un cinema, pos- sono godersi ore di vita sociale, provare senso di appartenenza, conoscere nascite, morti, matri- moni e infine tornare a casa senza quella terribile sensazione di estraniamento e solitudine tipica di quando ci sentiamo soli. Sulla piazza italiana, di solito c'è anche un caffè, il bar più importante della città, come viene chiamato in italiano, il posto dove vedere e farsi vedere, dove gli anziani si siedono per ore sorseggiando un caffè e leggendo il giornale mentre di tanto in tanto alzano gli occhi per guardare le nuove generazioni che passano: ragazze vestite per una passeggiata domenicale e ragazzi usciti dal barbiere con i capelli impomatati. La piazza è anche il punto di partenza e di arrivo dei giri della domenica sul corso, la strada principale della città, dove i giovani camminano avanti e indietro e le adolescenti arrossiscono, sentendo lo sguardo dei ragazzi che usano lo stesso spazio per mostrare la loro viril- ità in erba. La piazza ha i suoi rituali in cui le persone sono gli attori che la rendono viva; spesso il circolo in cui uomini più anziani giocano a carte o chiacchierano, si affac- cia sulla piazza principale, insieme al principale chiosco dei giornali, alla banca e alla casa della famiglia più importante della città. La piazza è viva per tutto il giorno: sembra vuota a cena solo per esplodere dopo cena, quando l'intimità di un pasto in famiglia viene compen- sata dal ritorno alla dimensione sociale della vita di comunità. La piazza ha anche un forte significato politico, è usata come metafora per descrivere il coin- volgimento in una protesta politi- ca. Scendere in piazza, significa che le persone si uniscono per protestare, e il termine indica l'u- nione di persone attorno a una causa. Certo, la piazza contribuisce anche a preservare la memoria del passato, nonché uno stile di vita che è continuamente minac- ciato dalle caratteristiche della società di oggi. Mentre in tutto il mondo osserviamo impotenti a un progressivo isolazionismo dei giovani che si nascondono dietro allo schermo di un computer, in Italia invadono ancora le piazze per socializzare, proprio come succedeva secoli fa. È questo senso di comunità e appartenenza che sento che manca agli immi- grati nella società americana. Negli Stati Uniti, la piazza non esiste come in Italia, lasciando gli immigrati dal Bel Paese con un senso di vuoto impossibile da colmare. La piazza italiana, il cui nome è molto simile alla plateia greca e alla platea romana, entrambe sig- nificano ampio spazio, trae orig- ine dall'Agora greca e dal Foro romano. L'Agorà era il centro del potere religioso e commerciale ma, soprattutto, era il simbolo della democrazia, al punto che l'assemblea si riuniva lì per dis- cutere le questioni politiche. A Roma, il Foro ha avuto un ruolo simile ma, in aggiunta, è stato anche un monumento alla civiltà romana nel senso che la cultura latina poteva essere visibile anche negli angoli più remoti dell'Im- pero romano. Questa è l'origine del concetto di "città ideale" che doveva rispettare e mostrare l'imago Urbis, l'immagine della città di Roma. Secondo questo criterio, ogni città doveva avere le strutture tipiche del mondo romano: le terme, l'anfiteatro, la basilica, il tempio e il foro. Pro- prio come nella cultura ellenica, la piazza principale era il fulcro attorno al quale ruotava la vita della comunità, ma era anche il suo simbolo e doveva quindi essere maestosa, con un portico che la collegava al tempio. Il foro divenne quindi anche il centro geometrico della città. Dopo l'anno 1000, le piazze hanno iniziato a differenziarsi a seconda che avessero un ruolo religioso, politico o commerciale. A Siena e Padova, per esempio, la piazza della cattedrale, la piaz- za degli edifici pubblici e la piaz- za del mercato si trovano in tre punti distinti. A Modena, la catte- drale è al centro dell'antico centro urbano. A Firenze, Piazza della Signoria, dove si trova il munici- pio, è stata creata dopo la demolizione di case e torri, ed è totalmente separata dalla piazza del Mercato Vecchio e dalla piaz- za del Duomo. Durante il Rinascimento, la costituzione della piazza fu determinata dal- l'uso della prospettiva. Fino a pochi decenni fa, la piazza italiana manteneva il suo ruolo centrale nella città e anche la sua funzione. Quindi, molte sono state chiuse alla circo- lazione delle auto. Questa scelta non ha sempre avuto successo e molte piazze, come Piazza San Silvestro a Roma, hanno perso il loro ruolo e la loro vita. Oggi la musica aiuta molte piazze a mantenere vivace la loro antica natura. È sulla piazza prin- cipale della città che, spesso, si svolgono concerti che spingono le persone a riunirsi come avveni- va fino a qualche decennio fa. È alla piazza che i cantautori ital- iani hanno dedicato canzoni come Piazza Grande, di Lucio Dalla, che si riferiva alla città di Bologna, che diventa il simbolo di tutte le città, e Piazza del Popo- lo, di Claudio Baglioni, dedicata alla omonima piazza romana, dove ci si riferisce al raduno dei giovani sulla piazza che canta- vano "e divennero una sola cosa". Troveremo mai un posto simi- le in una città degli Stati Uniti? No, sicuramente no, il che dimostra che la piazza non è solo un concetto architettonico ma storico, sociale e culturale. Piazza delle Erbe, a Verona: in Italia, la piazza significa appartenere ad una società e significa vita quotidiana Il salotto d'Italia: la piazza SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO Piazza Maggiore a Bologna: il termine "piazza" assomiglia molto al Greco plateia e al Latino platea, entrambi sinonimi di "grande spazio."

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