L'Italo-Americano

italoamericano-digital-8-23-2018

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GIOVEDÌ 23 AGOSTO 2018 www.italoamericano.org 5 L'Italo-Americano IN ITALIANO | P iù di sessanta anni fa, lo scrittore e pittore italiano Carlo Levi, scrisse una serie di saggi su Roma che furono pubblicati postumi. Questi brevi saggi, pubblicati nel 2005 sotto il titolo di "Roma fuggiti- va", devono considerarsi tra le sue opere migliori, che forse per- sino superano il suo famoso "Cri- sto si è fermato a Eboli". I saggi di "Roma fuggitiva" si concentra- no sui tratti culturali unici dei Romani. Certo, è difficile in un Paese noto per il suo regionali- smo e la molteplicità dei suoi dia- letti, specialmente negli anni '50, sostenere la tesi secondo cui Roma e i suoi abitanti sono in qualche modo unici in Italia. Forse Levi stava usando Roma come esempio della diversità ita- liana in generale. Tuttavia, dopo aver letto solo alcuni saggi, è chiaro che lui seguiva un'agenda politica nello scrivere di Roma. Il "Cristo si è fermato a Eboli" di Levi, parlava del suo esilio in quella che ora è la Basilicata, dove Mussolini lo aveva mandato per la sua resistenza al regime. Sebbene gli Alleati inflissero a Mussolini e al fascismo una scon- fitta sorprendente, secondo il giu- dizio di Levi, e il giudizio di molti altri scrittori italiani del dopoguerra, la burocrazia prebel- lica e la conformità fascista conti- nuarono nell'Italia del dopoguer- ra. Per resistere all'ortodossia dell'epoca, Levi rivelò la grande diversità che esisteva a Roma tra la sua popolazione e i suoi luoghi. Facendo un solo esempio, Levi descrive la relazione che un uomo della classe media ha con un mendicante. Levi afferma che il sostegno dell'uomo al mendi- cante sia un'antica tradizione romana: i romani sentono la responsabilità di prendersi cura di un mendicante che sta nel loro vicinato. È forse una forma seco- lare della più antica tradizione religiosa di dare elemosine ai poveri. Dubito tuttavia che chiun- que, nella moderna Roma, ammetterebbe che la pratica con- tinui ancora oggi. Levi spiega che un romano della classe media contribuiva settimanalmente al supporto del "suo mendicante" finché un giorno il protettore improvvisamente si spostò dal quartiere. Il mendicante in qual- che modo lo trovò, e continuaro- no la loro relazione simbiotica. Tuttavia, dopo circa un mese, una mattina il mendicante bussò alla porta del suo protettore e lo informò che avrebbe dovuto tro- varsi un nuovo mendicante: era troppo lontano per lui viaggiare ogni giorno per avere la sua ele- mosina. Oggi Roma, e in realtà tutta l'Italia, è minacciata da una nuova forma di uniformità, turismo di massa e franchising internaziona- li. Tuttavia, per il viaggiatore attento, la Roma non convenzio- nale di Levi non è stata comple- tamente cancellata e in effetti si può trovare in alcuni dei luoghi più ovvi. Nessuno dei caffè rientra nel cliché logoro e consumato di "Italia nascosta". Sono in bella vista. Sono luoghi unici che hanno resistito con fermezza a una nuova forma di conformità che ha cancellato alcuni dei siti più preziosi di Roma. Tra questi c'è un caffè incu- neato tra Campo dei Fiori e Piaz- za Farnese, raramente frequentato da chiunque, compresa la gente del posto. Per curiosità, l'ho fre- quentato nel corso degli anni. Non è conforme alle buone prati- che commerciali e sembra andare oltre nel suo modo di scoraggiare il commercio turistico. Le sue vetrine sono coperte durante le ore di chiusura con pesanti per- siane in legno, ed è raramente aperto quando dovrebbe esserlo. Le vetrine sono riempite con un assortimento di cornetti, alcuni impilati uno sull'altro, che non sembra si vendano mai. Inspiega- bilmente, c'è un cartello sulla vetrina che dice in inglese, nel caso immaginiate chi siano i tra- sgressori, "Nessuna fotografia". I tre proprietari sembrano essere una famiglia. La contro- parte maschile del trio apre in tarda mattinata, molto tempo dopo l'ora della colazione di Roma. Una mattina sono arrivato poco prima delle 9:00, ma, come temevo, il bar era chiuso. Mi sono attardato, stavo quasi per perdere la speranza quando verso le 9:30 l'uomo ha aperto le per- siane invecchiate del caffè. L'ora- rio di lavoro non convenzionale è superato dall'eccentricità dell'in- terno, un ritorno a un'altra era. Frigoriferi a carica dall'alto vec- chi di decenni, i loro generatori rotti da tempo, sono pieni di acqua e bevande analcoliche, impilati in modo irregolare. Sulla parete di fondo, c'è una mensola inclinata pericolosamente su un angolo, come se ogni minuto tutte le bottiglie di vino che supporta rischiassero di cadere e schiantar- si sul pavimento. È in queste con- dizioni da molti anni. Di fronte al bar c'è un flipper Godzilla, fuori uso, che si proten- de in modo invadente nello spa- zio del bar. A sinistra dell'ingres- so, metà di un muro è un caos di manifesti invecchiati, uno attac- cato all'altro, il più recente del 2013. Accanto ai manifesti è appeso un calendario del 2014. Sospetto che i giorni e le date corrispondenti a suo tempo saran- no di nuovo esatti, forse nel pros- simo millennio. Sopra, c'è un piccolo orologio perennemente fermo alle 6: 30 - AM o PM? Almeno è corretto due volte al giorno. Il capolavoro del suo eccentri- co decoro sono le 800 lattine di soda vuote appese al soffitto die- tro il bancone. Sì, le ho contate di nascosto durante il mio caffè. Sono state lì per tutti gli anni in cui ho frequentato il caffè. Quan- do la più anziana della famiglia mi ha servito il caffè quella matti- na, era tipicamente riservata. Dopotutto, ero un estraneo. Un abitante del posto si è intrufolato mentre ero lì, lei gli ha prestato servizio senza che lui fosse costretto a ordinare. Mi ha servito senza tante cerimonie un caffè al Passeggiata per le strade di una Roma diversa C'è così tanto da scoprire a Roma, anche senza seguire le indicazioni di una guida NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ Continua a pagina 7 Conoscere una città attraverso l'esperienza personale può donare emo- zioni indimenticabili

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