L'Italo-Americano

italoamericano-digital-9-3-2018

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www.italoamericano.org 17 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 6 SETTEMBRE 2018 U na fetta di paradiso è stata creata mille anni fa da una frana che ha for- mato il lago di Scanno sul Monte Rava, un lago di montagna a forma di cuore a 1.050 metri sul livello del mare nella Valle del Sagittario d'A- bruzzo. "C'è un'incredibile bio- diversità che aspetta solo di esse- re scoperta", afferma Enzo Gentile, volontario del Museo della Lana, un museo che rac- conta la storia di Scanno e delle sue tradizioni. Mentre si siede sulla riva del lago "bandiera blu", momenti di energia catturano l'attenzione di Enzo mentre centinaia di rondini turbinano nel cielo turchese. Le antiche tradizioni pastorali di Scanno sono state così poco alte- rate dalla vita moderna che il romantico paesino offre ancora la bellezza che ha ammaliato per secoli. Illustri ospiti del passato includono il poeta italiano Gabriele D'Annunzio e il grafico olandese MC Escher. "Il figlio più giovane del poeta gallese Dylan Thomas, Colm Thomas, ha vissuto in riva al lago, è morto l'anno scorso ed è sepolto qui," dice Enzo. ll padre del compositore Henry Mancini, Quintilian Man- cini, era di Scanno. Ha lasciato il luogo di nascita per gli Stati Uniti nel 1910. L'anno scorso, una strada storica del quartiere è stata ribattezzata per onorare l'autore del tema della Pantera Rosa. "Henry Mancini ha visitato Scanno un paio di volte e poi basta", dice Enzo. "Penso sia rimasto assolutamente spaventa- to dalla strada tortuosa che porta a Scanno che D'Annunzio definì 'orribile e bella'. Ma è davvero la strada per il paradiso", dice Enzo. Gli eredi di Mancini conti- nuano a venire in estate. "Hanno case di famiglia qui e fanno visi- ta al ramo italiano della famiglia Mancini". Scanno è chiamata anche "il villaggio dei maestri della fotografia" poiché genera- zioni di grandi creatori di imma- gini qui hanno trovato ispirazio- ne. Hanno documentato cose ed esperienze che sono un po' uni- che considerato lo scenario incontaminato e il contesto. "Henri Cartier-Bresson ha cattu- rato la bellezza nel 1951", dice Claudio Alessandro, autore del libro Scanno, Il Borgo dei Foto- grafi. "Stimolati dal lavoro di Cartier-Bresson, Mario Giaco- melli e Renzo Tortelli hanno visitato Scanno nel 1957 e di nuovo nel 1959. Immagini di Giacomelli sono state acquistate dal MoMA nel 1964." La fama di Scanno si diffuse come centro nevralgico per i fotografi: Gianni Berengo Gardin, Pepi Merisio, Ferdinando Scianna, Elliot Erwitt e Yoko Yamamoto tra gli altri. "La ragione di tutto questo interesse non è facile da spiega- re", afferma Claudio. "È forse il paesaggio e il fascino di un luogo abitato solo da donne che aspettano sempre che i loro mariti tornino dalla Transuman- za, o dai pascoli più alti che con- sentono la produzione di 19 tipi di formaggio", dice. "O forse è per il senso di mistero creato dai vicoli tortuosi e dagli antichi costumi femminili, così ricchi e belli". Le donne anziane indossa- no ancora il costume muliebre ogni giorno. "E' composto da una gonna di lana di colore scuro con un corpetto semplice e un fou- lard" spiega Barbara Bennett Woodhouse, professoressa di Diritto presso l'Emory University di Atlanta che trascorre diversi mesi all'anno a Scanno. "L'abito da sposa è più formale con col- letti di pizzo e bottoni d'argento e una catena d'oro. Sono tutti belli". Scanno ha un'identità cultura- le insolitamente forte. "Arrivare a Scanno è come tornare indietro nel tempo, non per la storia del paese e le sue numerose tradizio- ni, ma per il senso di comunità che spesso manca nei tempi moderni", dice. La professoressa Bennett Woodhouse si è fermata qui nel 2011 e ha deciso che sarebbe stato un buon posto per il suo lavoro sul campo. "C'erano molte giovani famiglie e i bam- bini che giocavano nella piazza, e le strade e le scalinate circo- stanti sembravano essere spazi meravigliosi per giocare", spie- ga. È tornata ogni anno dal 2012, traendo ispirazione per un libro che ora sta per andare in stampa. Ha trovato il posto che stava cer- cando, una piccola comunità dove poteva studiare la vita quo- tidiana dei bambini italiani. Il risultato è il suo libro sull'ecolo- gia dell'infanzia. "Scanno ha avuto, e ha tuttora, una perfetta combinazione di antichità e sen- sibilità per il design moderno", afferma. "È bella, accogliente e senza tempo". Le case sono teso- ri artistici, mentre archi e stretti gradini portano a porte in alto, scale che sono chiamate cem- mause nel dialetto locale. Vivere a Scanno ha cambiato la professoressa Woodhouse. "Ha arricchito la mia vita così tanto", dice. "Ho sempre indosso gli orecchini di Scanno e un pre- sentosa (il ciondolo-amuleto creato per la sposa o futura sposa) che mio marito mi ha dato". La coppia di americani ha rinnovato le promesse nuziali nel villaggio in occasione del loro 50° anniversario "con Don Car- melo a celebrare in Santa Maria della Valle ", dice la ricercatrice. "Scanno mi fa sentire a casa", osserva. "Amo i suoni, gli odori, i volti, i vicoli, le ripide scale, i vicini e gli amici che mi hanno sempre salutato con 'Buongior- no' e 'Buonasera' e, naturalmen- te, i fiori". La sua voce si riem- pie di pura gioia. Al contrario, c'è un pizzico di malinconia nella voce di Dino Carfagnini, 81 anni, residente di Boston che trascorre più di sei mesi all'anno nella sua nativa Scanno: "La mia amata sposa Lucia è scomparsa sei anni fa" Io dice. Essere soli era difficile. Il suo mondo è cambiato, ma Scanno resta il suo duraturo Giardino dell'Eden, che offre aria pura e la tenerezza dei suoi amici d'infanzia che ancora gli prestano amorevoli cure. Donne di Scanno, con il tipico costume muliebre. Foto: Cesidio Silla Il fascino mistico della scenografica Scanno GRAND TOUR VIAGGI ITINERARI TERRITORIO Il lago di Scanno fu formato mille anni fa da una frana Foto: Cesidio Silla

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