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L'Italo-Americano GIOVEDÌ 10 GENNAIO 2013 Simbolo di coesione Disco del Sole Invitto. Sol Invictus o Deus Sol Invictus ("Dio Sole invitto") era un appellativo religioso usato per tre diverse divinità nel tardo Impero romano: El-Gabal, Mitra e Sol. Al contrario del precedente culto agreste di Sol Indiges ("Sole nativo" o "Sole invocato"), il titolo Deus Sol Invictus fu formato per analogia con la titolatura imperiale Pius, Felix, Invictus (Devoto, Fortunato, Invitto). Nel 274, l'imperatore Aureliano trasferì a Roma i sacerdoti del dio Sol Invictus e ufficializzò il culto solare, edificando un tempio sulle pendici del Quirinale. L'adozione del culto fu vista come un forte elemento di coesione dato che, in varie forme, il culto del Sole era presente in tutte le regioni dell'impero. La religione del Sol Invictus restò in auge fino al celebre editto di Tessalonica di Teodosio I del 27 febbraio. Pose drammatiche I profeti e i sapienti. Lavorando dal 1285 al 1296, in qualità di capomastro del Duomo di Siena, Giovanni Pisano, ne eseguì la facciata scolpendo una serie di grandi statue. Le opere (ora trasferite nel Museo dell'Opera) sono la prima grande impresa condotta da Pisano e costituiscono, per la straordinaria varietà delle soluzioni plastiche ed espressive, un ciclo unico in tutta la scultura gotica europea: rappresentano i profeti e i sapienti dell'antichità giudaica e classica che secondo le interpretazioni letterario-religiose del tempo predissero l'avvento di Cristo. A differenza di quelle delle cattedrali nordiche, sono svincolate da ogni funzione architettonica, così che le loro pose drammaticamente mosse contribuiscono a qualificare potentemente le individualità psicologiche dei personaggi. Gloria laica Monumento funebre di Leonardo Bruni. Opera in marmo di Bernardo Rossellino (e forse anche di suo fratello Antonio), si trova nella Basilica di Santa Croce a Firenze. Risale al 1450. Riprende la tipologia classica delle tombe ad arcosolio, arricchita da un ricco apparato decorativo classicheggiante, reinterpretato in chiave cristiana. Sopra una base scolpita con un fregio di putti danzanti tra festoni e una testa leonina al centro, si erge il sarcofago vero e proprio, che cita i sarcofagi classici. Il tema di fondo è quello della glorificazione laica del defunto (Bruni era cancelliere della Repubblica di Firenze, fine umanista e filosofo), sottolineata dagli attributi letterari del ritratto del defunto. Questo tipo di tomba avrà largo seguito a Firenze, dove sarà ripreso da molti altri maestri. PAGINA 9 Scultura a ics Dedalo e Icaro. Scultura marmorea realizzata da Antonio Canova nel 1779. Alta 2,20 metri è conservata al Museo Correr di Venezia. L'asse di simmetria, posto al centro della scultura, separa le linee forza dei due personaggi. Queste linee si presentano come linee curve che, partendo dal centro della composizione, si allontanano dall'asse verso gli estremi dei corpi (capo e piedi), formando una specie di X (o per utilizzare una terminologia più corretta la posizione delle due figure può essere definita "chiastica"). Prese singolarmente, le figure non sono stabili ma nell'insieme, con la contrapposizione che distribuisce il peso, trovano equilibrio. Dedalo mostra caratteri reali, sia nel volto che nel corpo, mentre Icaro rappresenta una bellezza ideale. La scultura è caratterizzata dal contrasto luce-ombra. Arte funzionale Largo gesto per un massimo spazio. "Credo in una scultura 'funzionale', cioè che faccia parte dell'ambiente in cui si vive, che ne determini i tracciati, ne 'commenti' il sussistere". Così Quinto Ghermandi, autore nel 1969 di una scultura in bronzo, tra le più famose produzioni di opere informali. Ghermandi inizò l'attività artistica realizzando piccole sculture in terracotta, poi sperimentò la ceramica e il ferro saldato. Il suo primo approccio con il bronzo (tecnica della fusione a cera persa), materiale che gli consentirà di esprimere il suo talento, avviene nel 1958. Caratteristica delle sculture è la ricerca di una dissoluzione della materia in vibrazioni luminose, orientata in seguito alle composizioni di frammenti architettonici e organici combinati in difficili giochi d'equilibrio.