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www.italoamericano.org 15 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 20 SETTEMBRE 2018 LIFESTYLE MODA SOCIETÀ ARTE BENESSERE C i s ono tre parole molto simili ma che si riferiscono a cose molto diverse, com- ponenti vitali del patrimonio culinario e viticolo italiano, e le differenze sono la chiave per as s ap orare una deliziosa gamma di dessert e vini italiani. Condividono la stessa radice, "amaro", che significa non dolce, anche se nessuno dei tre è real- mente amaro e i primi due sono dolci. Amaretti e amaretto sono entrambi aromatizzati con man- dorle amare e usano un diminuti- vo finale che suggerisce "solo un po'". Non troppo amaro, ma con un po' di gusto amaro. I biscotti Amaretti erano orig- inariamente biscotti, e hanno preceduto i macarons francesi di circa 150 anni. Si pensa che siano stati creati a metà del XVII secolo da Francesco Moriondo, capo pas ticciere della corte sabauda nel Nord Italia. Il loro parente stretto, i biscotti (singo- lare biscotto), era in giro fin dai tempi dell'antica Roma. Questi deliziosi bocconcini sono croc- canti e fragranti all'esterno e morbidi all'interno. Sono perfetti come leccornia nel dopo-pasto e possono dare un'inaspettata nota dolce e un accento strutturale se sbriciolati sui piatti di pasta: come nella Pasta con Zucca e Amaretti. Amaretto, un liquore per il dopo cena, è ricavato da man- dorle amare e noccioli di albic- occa. C'è stata una sorprendente c o n f u s i o n e t r a a m a r e t t o e amore, e naturali associazioni con il romanticismo. Forse è solo una leggenda sentimentale, ma una "storia d'amore" in stile rinascimentale è stata promossa dalla famiglia dell'Amaretto di Saronno sull'origine di questo liquore intensamente vellutato, dal color ambrato: Nel 1525, una chiesa nella città di Saronno (non lontano da M i l a n o ) c o m m i s s i o n ò a u n pupillo di Leonardo Da Vinci - Bernadino Luini - di dipingere gli affreschi. La chiesa, come tante in Italia, era dedicata alla V e r g i n e M a r i a , c o s a c h e r i c h i e s e a L u i n i d i t r o v a r e un'ispirazione per la sua Madon- na. Scelse una bella e giovane vedova di pochi mezzi come sua modella... e poi sua amante. Come umile dono, lei immerse i noccioli d'albicocca nel brandy e presentò la sua dolce e inebri- ante creazione a Luini. L'amaretto, come il limoncel- lo, è un'infusione, questo sig- nifica che, come l'adorabile vedova della leggenda, potete p r e p a r a r v e l o d a s o l i a c a s a . O l t r e a l l ' o l i o d i a l b i c o c c a e all'alcol, l'amaretto è fatto con una selezione di erbe e caramel- lo, l'ingrediente che gli con- ferisce il tradizionale colore ambrato intenso. La storia tra- m a n d a t a d a l l a f a m i g l i a d i Saronno dimostra anche che le mandorle non devono essere u t i l i z z a t e . Q u i n d i , s e a v e t e un'allergia alle noci potete anco- ra innamorarvene! Curiosi della storia d'amore tra Luini e la sua modella? Beh, con ogni probabilità semplice- mente si è dissolta dopo i primi mesi di passione. Tuttavia, il liquore aromatico creato per celebrarla rimane un classico in molte case italiane. Se siete interessati al dipinto che rende omaggio alla coppia, lo potete vedere nella cappella di Santa Maria delle Grazie, a Milano. Per quanto iconico, l'amaret- to ha un forte concorrente in fatto di popolarità: la sua bot- tiglia squadrata e caratteristica è stata esposta nella mostra del- l'artista italiano Gianmaria Buc- cellati al Louvre nel 2000, come un oggetto sinonimo del XX secolo. È uno dei preferiti di Vivienne Westwood e dell'at- trice Sadie Frost, ed è apparsa ne Il Padrino, nel 1972. P e r q u a n t o r i g u a r d a l ' A - m a r o n e , " o n e " s i g n i f i c a " g r a n d e " o " m o l t o a m a r o " , anche se paradossalmente non è affatto amaro e, come spesso accade in Italia, c'è un aneddoto anche su questo. L'Amarone della Valpolicella, in Veneto, è uno dei vini rossi più caratteris- tici e apprezzati in Italia. Il suo nome contraddittorio è venuto fuori da una scoperta casuale: la storia racconta che un produttore di vino trovò un barile dimenti- cato di vino dolce da dessert che non era stato correttamente sig- illato, cosa che permise al lievito d i c o n t i n u a r e a f e r m e n t a r e . Assaggiò il vino, che si aspetta- va di trovare amaro, e gridò con e n t u s i a s m o " q u e s t o n o n è amaro, questo è un amarone!" (un grande amaro!). Oggi per replicare il felice incidente dell'enologo e fare un Amarone servono molto tempo, tanta manodopera e molta uva per ogni bottiglia. Per produrre una bottiglia di vino, un enologo in una qualsiasi altra parte del mondo vinificherà circa 2 libbre e 1/4 di uva. Per ogni bottiglia d i A m a r o n e s o n o n e c e s s a r i e circa 23 libbre. E quelle uve devono disidratarsi in uvetta prima che la vinificazione inizi veramente. L'Amarone è ad alto contenuto alcolico, con aromi intensi e sapori complessi che possono variare dai frutti scuri come frutti di bosco, ciliegia e prugna a liquirizia, caffè e cioc- colata. Penserete che un vino del genere sia ben conosciuto, e in g e n e r a l e l o è . N e l c l a s s i c o thriller Il silenzio degli innocen- t i , H a n n i b a l L e c t e r d i c e a Clarice Starling che sta gustando "fave e un buon Amarone" – sottolineando che va bene con il fegato, anche se il fegato scelto da Lecter non lo sceglierebbe nessun altro. Ma nel film Antho- ny Hopkins, in un momento di b r i l l a n t e i m p r o v v i s a z i o n e , trasforma l'Amarone in "Chi- anti", per far risuonare un dia- bolico finale con la "iiiii". E così, l'Amarone pronto per la ribalta, ha perso il primo piano. Eppure questo è un bicchiere di vino rosso ricco, succoso, tannico (che si sposa bene con le fave e, sì, il fegato), e su cui d o p o s i p u ò b e r e u n l i q u o r e all'amaretto accompagnato da un biscotto amaretto, un'eccel- lente combinazione per com- pletare un pasto, uno spezzone che vale la pena ricordare. L'Amarone è conosciuto anche dagli amanti del thriller: era il vino preferito di Hannibal Lecter Amaretti, amaretto, amarone