L'Italo-Americano

italoamericano-digital-9-20-2018

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GIOVEDÌ 20 SETTEMBRE 2018 www.italoamericano.org 7 L'Italo-Americano IN ITALIANO | Q ues to è quanto molti hanno pen- s ato, quando il Cons ig lio comu- nale di Firenze ha emanato un'ordinanza, entrata in vigore il 4 settembre e che dur- erà fino al 6 gennaio 2019, che vieta alla gente di mangiare sui marciapiedi e davanti ai negozi di quattro popolari strade fioren- tine: Via de' Neri, Piazzale degli Uffizi, Piazza del Grano e Via della Ninna: stiamo parlando del centro cittadino di Firenze, una delle più belle e uniche aree del mondo, un luogo protetto dal- l'UNESCO e noto per il suo val- ore culturale ed estetico. Mangiare uno spuntino in una di queste strade, molto popolari e centrali, può costare una multa tra 150 e 500 euro (175 a 580 dollari, più o meno). Anche se il divieto interessa solo queste zone e solo in determinate ore del giorno, dalle 12 alle 15 e dalle 6 alle 10 di sera, la notizia, si può facilmente immaginare, ha causato una certa agitazione in tutto il mondo, in particolare quando si è venuti a conoscenza dell'esistenza di "ronde anti- panino", gruppi ufficiali incari- cati di controllare che nessuno mangi per strada. Prima di esaminare il malu- more della gente, potrebbe essere utile capire perché la città ha deciso di adottare misure restrittive così drastiche. Secon- do le fonti, l'obiettivo dell'ordi- nanza è mantenere il "decoro e la vivibilità della zona" profonda- mente danneggiati, spiega il Consiglio comunale di Firenze, dal caos e dalla sporcizia provo- cata da turisti distratti o irrispet- tosi che consumano i loro pasti e spuntini per strada e gironzolan- do. Non è solo una questione di pulizia, però, ma anche di affari: durante l'alta stagione, la presen- za di grandi gruppi di persone che si accampano davanti all'in- gresso dei negozi per riposare e mangiarsi un panino ha causato numerosi problemi ai proprietari, che si sono spesso trovati costretti ad accesi bisticci con i turisti che usavano il loro gradi- no d'ingresso come un improvvisato tavolo da pranzo: non certo la cosa migliore da vedere per i potenziali clienti. Il proprietario di un negozio che ha osato lamentarsi della sporcizia, è stato persino attaccato da un gruppo di turisti. La gente del posto ha cercato di prendere in mano la questione prima di ricorrere alle azioni legali: ha iniziato a pattugliare le strade, sperando che la gentilezza potesse essere sufficiente per far capire, ai turisti affamati, che i rifiuti e accamparsi all'esterno di negozi e case era qualcosa che Firenze non meritava. Si sbaglia- va però, perché il caos è continu- ato. Così i proprietari dei negozi e i residenti hanno chiesto al sin- daco Dario Nardella di fare qual- cosa di ufficiale e il Consiglio comunale ha deliberato. Firenze non è sicuramente l'unica città in Italia - né nel mondo, in materia - ad avere un rapporto difficile con le stesse persone che portano ricchezza e popolarità: i turisti. A maggio, Venezia ha permesso l'accesso in determinate aree solo ai resi- denti e ai visitatori abituali, men- tre a Roma mangiare vicino a monumenti importanti come la Fontana di Trevi o la Scalinata di Piazza di Spagna non è stato possibile per molto tempo. Firenze però, è probabilmente la città che ha affrontato la ques- tione più seriamente. Una prece- dente ordinanza, emessa non molto tempo fa, fa innaffiare regolarmente le scalinate delle chiese in giro per la città per scoraggiare i turisti a sdraiarsi e a sedercisi su. Al centro dei problemi c'è una delle quattro strade dove è stata rafforzata l'ordinanza anti- bivacco, la già citata via de' Neri, che ospita lo straordinaria- mente popolare richiamo del cibo da strada fiorentino, All'An- tico Vinaio. Il locale tradizionale, fondato nel 1991 da Daniele Mazzanti, è diventato così incredibilmente popolare tra residenti e turisti che ha altri tre esercizi lungo la strada, che vir- tualmente trasformano Via de' Neri nel cuore dello street food tradizionale a Firenze. Tutti vogliono un morso di quei panini al lampredotto e, a volte, la quantità di gente che mangia per strada è aumentata, come detto, con risultati deleteri. Inutile dire che l'ordinanza anti-panino ha causato un sacco di critiche, a cominciare dai negozi di alimentari operanti nei settori toccati dal divieto, che hanno paura di vedere penalizza- ti i loro commerci: alla fine, qual è il punto di acquistare un pani- no, se non lo si può mangiare? Con un delizioso esempio di puro umorismo britannico, The Guardian ha recentemente ammonito i visitatori della città toscana sui rischi di godersi i panini all'aperto, suggerendo di correre in hotel per poterli man- giare. La sporcizia è sporcizia, ma una città può vietare alle persone di mangiare per strada? Ebbene, la ragione, come ci hanno inseg- nato i filosofi, sta da qualche parte a metà strada, a mio parere. Il vero problema non è lo street food di per sé, ma la mancanza di civiltà e di modi di molti - ahimè, troppi - visitatori del nos- tro Bel paese: ovviamente, vietare alle persone di mangiare i loro snack per strada può sem- brare un eccesso, ma la situ- azione era diventata davvero insopportabile: perché residenti e turisti ben educati, così come i proprietari dei negozi del posto, devono pagare le conseguenze della maleducazione altrui e della mancanza di rispetto? Per- ché dovremmo vedere il cuore di una delle città più belle d'Italia, deturpata dalla sporcizia e dalla negligenza? Quando tutti gli altri metodi falliscono, a volte è gius- to usare le maniere forti. Peccato che questo "usare le maniere forti" possa causare più problemi di quanti ne intenda risolvere ed è probabile che, in definitiva, danneggi le stesse persone che si volvano tutelare: i turisti si trasferiranno tranquilla- mente altrove per consumare i loro panini, poi torneranno a casa e non penseranno al divieto alimentare a Firenze. Gli esercizi alimentari del posto, d'altra parte, potrebbero pagare per mesi le conseguenze del calo delle vendite dopo che l'ultimo pezzo di spazzatura ha toccato senza troppe cerimonie il glo- rioso suolo della città di Dante. E le persone continueranno a bere le loro lattine di birra davanti alle chiese, a gettare bot- tiglie di plastica nella Fontana di Trevi e a sedersi davanti alle nostre porte, indipendentemente dai divieti, perché l'umanità a volte, e ovunque nel mondo, sembra dimenticare i modi e il buon senso. Il vero problema in ballo, a mio avviso, non è il divieto di mangiare ma la dilagante man- canza di valori, maniere e rispet- to per le persone, l'arte e la spiri- tualità a cui stiamo assistendo in tutto il mondo da troppi anni, e a cui fanno seguito ordinanze e regolamenti difficilmente applic- abili se non nel parco giochi di una scuola elementare. Eppure, cos'altro ci resta da fare, se chi ci sta intorno si comporta in questo modo? Dobbiamo davvero las- ciare che l'irresponsabilità, la maleducazione e la mancanza di delicatezza violino la nostra eredità e l'arte, l'anima stessa dei nostri paesi e delle nostre iden- tità? Mangiare un panino a spasso per Firenze non è più legale, almeno durante certe ore della giornata © Rosshelen | Dreamstime.com L'ordinanza anti-panino ha causato malumore tra i turisti. Ma se ce ne fosse davvero bisogno? © Rosshelen | Dreamstime.com Firenze sta dichiarando guerra allo street food? NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ

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