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GIOVEDÌ 20 SETTEMBRE 2018 www.italoamericano.org 9 L'Italo-Americano IN ITALIANO | A merica: basta dire America per far bril- lare gli occhi. E' stato così per tante generazioni di gio- vani italiani. All'inizio era una scintilla di speranza: la speranza di una vita migliore, di un futuro libero da fame e povertà. L'America deve aver brillato così negli occhi dei nostri ante- nati che emigravano, mentre attraversavano l'Atlantico per la prima volta. Ma era anche una scintilla che mostrava opportu- nità e sogni, possibilità infinite e nuove avventure. In effetti l'America, per i gio- vani italiani è stata, e lo è tuttora, la terra dove i sogni - tutti i tipi di sogni - possono trasformarsi in realtà. Nessun altro posto sulla Terra è stato così incredibilmente attraente per i nostri giovani, come gli Stati Uniti, tranne forse la Gran Bretagna, un'opzione geograficamente più vicina per chi non è pronto a fare il grande salto dall'altra parte del pianeta, rassicurato dall'essere lontano solo un paio di ore di volo da famiglia e amici. Eppure, quando si pensa al Paese che offre di più, il luogo in cui soddisfare appieno e completamente le proprie aspettative, l'America è imbat- tibile. Certo, ci sono molte ragioni per questo. È innegabile che gli italiani, soprattutto i giovani ital- iani, siano infatuati dagli Stati Uniti, dalla sua cultura, dalla sua storia. Sin dagli anni '70, la mag- gior parte di noi è cresciuta guardando spettacoli americani in tv, ascoltando musica ameri- cana, leggendo romanzieri ameri- cani e desiderando abiti ameri- cani. Per la mia generazione, era tutto Chuck's, Nirvana e compag- nia. I ragazzi di oggi preferiscono Vans, rap e The Big Bang Theory, ma lo spirito rimane lo stesso: è l'America, è il luogo dove accade tutto, la terra di ciò che vogliamo diventare "Quando saremo grandi". Negli occhi di un giovane adolescente italiano, l'America è dove nascono tutte le tendenze, dove le persone trasformano la ribel- lione e l'angoscia nella musica migliore, dove il cielo è più grande, più blu e dove regna la libertà. Sì, libertà. Perché tutto ha inizio con la storia, ad essere onesti. Tutto è cominciato con il modo in cui secoli fa, l'America si ribellò contro l'ingiustizia e il predominio, creando il primo esempio di Costituzione in cui l'uguaglianza tra gli individui è considerata un punto fermo della vita della nazione. Ma la libertà sta anche nell'immensità dei suoi paesaggi, nell'ampiezza delle sue strade e nell'incredibile senso di non avere confini quando ci si muove su una delle sue autostrade per la prima volta. E poi l'America ha combattuto contro la schiavitù e ha salvato l'Europa dall'oblio durante la Seconda Guerra Mondiale, mostrando al mondo quanto la libertà contava ancora per la sua gente. Questo è ciò che i giovani europei, i giovani italiani, spesso vedono quando sognano l'Ameri- ca. E poi, stiamo parlando del Paese che ha dato al mondo Nathaniel Hawthorne, Sylvia Plath e Johnny Cash. Come non si può esserne infatuati? Tanto importanti e radicati negli ideali straordinari, gli Stati Uniti sono molto di più dell'eter- no sogno adolescenziale italiano. Sono stati - costantemente e con- tinuamente - un porto sicuro per sviluppare idee e far crescere potenzialità e innovazione. Pren- dete i famosi Premi Nobel Enri- co Fermi, Rita Levi Montalcini e Renato Dulbecco: si sono for- mati in Italia ma hanno trovato il giusto sostegno per sviluppare i loro progetti e le loro ricerche salvavita negli Stati Uniti. Più vicini a noi nel tempo, abbiamo Renato Capecchi, genetista e pre- mio Nobel, Giorgio Bellettini e Giorgio Einaudi, entrambi fisici, o Elisabetta Vitali, che fa parte della Armenise Harvard Founda- tion e ha lavorato tra gli Stati Uniti e l'Italia negli ultimi 20 anni. Oggi più che mai, questi esempi di successo di italiani in America toccano un tasto delica- to. Perché non possiamo parlare di American Dream, del sogno americano, e dell'atteggiamento delle giovani generazioni verso gli Stati Uniti senza toccare il delicato tema della 'fuga dei cervelli' dall'Italia. Sì, 'fuga dei cervelli', quel fenomeno che porta una grande quantità di gio- vani, di talenti italiani, a lasciare il loro - sempre amato - Paese per costruire una migliore, più gratif- icante carriera professionale all'estero; inutile dire che gli Stati Uniti sono una destinazione preferita, e lo sono a ragione. Alla fine, come negli esempi di cui sopra – ma come mostrano molti altri giovani, altri talenti italiani che si stanno facendo un nome in America - stiamo par- lando di un Paese che, quando si tratta di dare le giuste opportu- nità, raramente delude. O, se lo fa, è certamente in misura molto minore rispetto all'Italia. Perché negli Stati Uniti il duro lavoro paga ed è così che le persone costruiscono le loro carriere. Per- ché negli Stati Uniti, la perspica- cia, le idee, la resilienza e la dedizione dei giovani italiani possono davvero fare la differen- za. Perché negli Usa la meri- tocrazia esiste ancora, e significa davvero tanto per persone che arrivano da un Paese dove anni e anni spesi a studiare o a lavorare per acquisire una significativa esperienza professionale di solito finisce col portare lo stesso salario di un operaio non special- izzato. I giovani italiani - i Millenni- al, per dirlo con un termine alla moda - continuano ad avere il sogno americano perché nonos- tante tutto, gli Stati Uniti offrono ancora buone opportunità, migliori di quelle che potrebbero avere nel loro Paese. In America, possono abbracciare le loro fan- tasie adolescenziali, vedere con i loro occhi quello che hanno imparato in tv, visitare le strade dove sono cresciuti i loro idoli musicali e, mentre lo fanno, sono liberi di pensare che la loro intel- ligenza, il duro lavoro e la deter- minazione contano davvero. Ed è per questo che molti italiani scel- gono di partire e di stabilirsi in America, anche se la nostra economia nazionale si sta lenta- mente riprendendo. Ma c'è ancora qualcosa da tenere in considerazione, perché lasciare casa non è mai facile e, lo sanno tutti, non c'è un popolo attaccato al proprio Paese come noi italiani. Noi percepiamo l'America come una seconda casa per l'innato calore della sua gente e, beh, perché tanti italiani ci sono stati per così tante gener- azioni; è come trasferirsi da un'amata zia, che si prenderà cura di noi mentre cresciamo e ci prepariamo a farcela da soli. Qualcuno che è lì per mostrarci la strada, senza mai chiederci di dimenticare da dove veniamo. Basta dire America per far scintillare gli occhi di tanti giovani Italiani © Konstantin Yuganov | Dreamstime.com L'Italia crede ancora nel sogno americano? NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ