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www.italoamericano.org 11 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 4 OTTOBRE 2018 Q uando G iunone, Regina del- l' O limp o, ebbe bisogno di sfogare il suo malumore, fece visita a Eolo, dio dei venti, sulla sua isola ventosa al largo della Sicilia. Giunone era indig- nata dal fatto che il fuggitivo principe troiano Enea fosse des- tinato a fondare Roma e a dis- truggere Cartagine, la sua amata città, cos ì Eolo ordinò a un ciclone di rovesciare la flotta troiana. Da allora, Roma teme i venti del sud. Se visitate Piazza San Pietro, li vedrete segnati su una rosa dei venti che circonda l'Obelisco del Vaticano. Prima che lo Stato Pontificio fosse spazzato via, Pio IX segnò i loro nomi e le loro direzioni. L'Ostro, il caldo e umido vento del Sud, porta tem- pes te es tive e inondazioni improvvise. Il Libeccio, il vento sudoccidentale proveniente dalla Libia, solleva onde e provoca raffiche. Ma il più malevolo è lo Scirocco, il vento del Sud-est del deserto, un'esplosione feroce il cui tocco caldo e umido accelera la morte e la putrefazione. Lo Scirocco inizia in Nord Africa, ruggendo dal Sahara come il G oum dei s elvaggi beduini, con il suo fardello cari- co di sabbia. Più tagliente di una scimitarra, trapassa i polmoni e fa a pezzi i bronchi dei tuber- colotici e degli asmatici. Algeri- ni e tunisini barricano porte e finestre, chiudono camini e ser- rature e si accucciano nei salotti posteriori fino a quando non passa la tempesta di polvere. Attraversando il Mediterra- neo, la sabbia rossa del deserto si mescola con l'umidità e il vento diventa la prima piaga d'Egitto. Piove sangue a Palermo e Napoli. Spaventati per i monu- menti macchiati e le fontane inquinate, i superstiziosi si fanno il segno della croce e gli anziani svengono. Mentre il vento viag- gia più a nord, tuttavia, diventa più insidioso. Gli scienziati non possono spiegare il perché, ma quando raggiunge Roma, è una nuvola di ricaduta nucleare: invisibile, pervasiva e tossica. I residenti sanno che soffia ancora prima che aprano gli occhi e guardino fuori dalla finestra. Tutti, dal Papa al vendi- tore ambulante, si svegliano con un mal di testa sordo. Alle 8:00, l'aria è afosa e bassa, le nuvole grigie riempiono il cielo. Un tap- peto di piombo incombe s u Roma. I nervi si sfilacciano. Gli occhi non possono mettere a fuoco. La pelle si trasforma in juta. I polmoni rantolano. La gola s'intasa. Per tre giorni, l'u- midità macchia pareti e soffitti e fa fiorire ovunque la muffa. La polvere penetra nei caveau delle banche e graffia le macchine. Alla fine, una pioggia purifica- trice dissolve il vento malvagio e lascia le auto della città con chi- azze giallo-rossastre. L'ordalia debilita e opprime i residenti romani, la cui storia ali- menta l' ans ia collettiva. Lo Scirocco dell'ottobre 1867 portò colera e follia. I cavalli furono presi dal panico, si liberarono dalle carrozze e calpestarono a morte i pedoni. I visitatori, tut- tavia, sono immuni, soprattutto in inverno. "Io non trovo questo tipo di clima sgradevole" registra G oethe nel s uo diario, il 7 novembre 1786. "E' caldo per tutto il tempo, cosa che non avviene mai nei giorni di pioggia in Germania". G eorge A ugus tus S ala, il giornalista britannico, apriva le sue finestre e lasciava che lo Scirocco trovasse le sue guance e ventilasse il suo appartamento. Ha paragonato il vento a "latte caldo in uno stato volatilizzato". Stando a Roma due settimane prima di Natale nel 1866, sapen- do che Londra era s offocata dalla nebbia e inzuppata dalla fretta di F leet S treet, aveva trovato il "balsamico" vento da Sudest "indicibilmente piacevole e rinfrescante". Q ues ti imperturbabili anglosassoni non capiranno mai. Come l'avvelenamento da radi- azioni, la sensibilità allo Sciroc- co è cumulativa. Il vento del Sud s offia 200 giorni all' anno a Roma. Nel corso dei decenni, indebolisce la resistenza, aumen- ta la spossatezza e alimenta la misantropia, come alcuni climi tropicali, che sembrano perfetta- mente tollerabili in un primo momento, e portano i colonialisti a commettere atrocità. Quando lo Scirocco colpisce, fa saltare il coperchio del vaso di P andora. G li impiegati e gli addetti alle vendite si preoccu- pano e mettono il broncio. I cli- enti del caffè si sentono abbattuti o litigios i. I camerieri ti guardano in malo modo e ti aggrediscono verbalmente. Gli insegnanti umiliano gli studenti. I medici deridono i pazienti. Aumentano i suicidi e c'è un picco di incidenti stradali. Se si verifica una violenza domestica, un tribunale può considerare il clima una circostanza attenuante, a condizione che il giudice non abbia colpito in testa l'ufficiale giudiziario con il martelletto. Il cuore umano è una trottola. La cosa peggiore che un critico possa dire di un nuovo libro è: "E' scritto in tempo di Sciroc- co", che lo rende una caotica confusione. Il Tempio dei Tempestati, gli dei del V ento, una volta s i ergevano sulla Via Appia. Lucio Cornelio Scipione lo costruì nel 259 a.C. per adempiere a un voto. Sorpreso da una tempesta insieme alla sua flotta al largo della Corsica, Scipione pregò gli dei per sopravvivere. I Romani placano ancora i venti. Un picco- lo anemometro gira sul colonna- to del Bernini in Piazza San Pietro. La meteorologia è sempre più vera della moralità. I sempli- ci mortali s ono raramente migliori del tempo. Il segretario di Pasquino è Anthony Di Renzo, professore di scrittura all'Ithaca College. Puoi raggiungerlo all'indirizzo diren- zo@ithaca.edu. LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA Scirocco Pasquino affronta il vento malvagio Lo Scirocco è un vento "storico" della capitale: l'attraverso da sempre, per gran parte dell'anno. © Fabio Pagani | Dreamstime.com Eolo, che conteneva i venti in otri legate alla sua cinta. © Aleksandr Stepanov | Dreamstime.com