L'Italo-Americano

italoamericano-digital-10-4-2018

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www.italoamericano.org 15 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 4 OTTOBRE 2018 LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA D a sempre la luce è un simbolo che ricorre nella reli- gione cristiana, e dal punto di vista litur- gico fa riferimento direttamente alla figura di Dio. Fin dai tempi remoti, la luce veniva indicata come l'arma per proteggersi dalle minacce delle tenebre, e nell'immaginario col- lettivo, è simbolo ancestrale di vita, amore, e verità. Nel passato nei paesi cristiani l'uso delle "luminarie", ossia l'u- tilizzo di candele, lucerne e lam- pade, era ristretto all'interno delle chiese e dei luoghi di culto, ma con il passare dei secoli il loro uso passò anche all'esterno delle stesse. In Italia le pubbliche luminarie utilizzate durante le feste, diven- tarono d'uso comune a partire dal secolo XV in poi, allorquando i nobili del luogo ostentavano le loro ricchezze mettendo in atto vere e proprie gare, con lo scopo di competere e dimostrare gli uni agli altri di superarsi per sfarzo e lusso. Nella circostanza organiz- zavano per il popolo: giostre, tornei, e per l'appunto l'uso di luminarie con lumi e lanterne d'ogni foggia e grandezza, addob- bando a festa le strade cittadine. La chiesa dal canto suo, in occasione delle solenni ceri- monie, celebrava i sacri riti con la massima "pompa" sempre in modo solenne e fastoso, e al ter- mine delle celebrazioni liturgiche i cittadini uscivano dalle chiese felici e gioiosi e continuavano con spensieratezza i festeggia- menti, riversandosi per le piazze e per le strade cittadine, accompag- nati dai suoni delle bande musi- cali, dai canti popolari, e dalle esibizioni di saltimbanchi e gio- colieri di strada, il tutto contorna- to in una splendida cornice addobbata da sfarzose luminarie. Chiaramente i numerosi lumi, le torce con tele catramate, le lanterne e lampioni dalle differen- ti grandezze erano rigorosamente alimentati con olio lampante o grasso animale. Per rendere più ricchi gli addobbi della festa, venivano costruite impalcature con pali in legno ed archi, le "parature", a cui erano appesi bicchieri in vetro contenenti l'olio con lo stoppino, che venivano accesi ad uno ad uno. Le luminarie, oggi come allo- ra, sono il simbolo identificativo (il clichè) dello straordinario Meridione d'Italia. Ancora oggi, le numerose ditte specializzate nell'arte delle lumi- narie, con maestria, riproducono artigianalmente come allora, dis- egni legati a motivi religiosi, con tipici elementi decorativi, e con i numerosissimi punti luce dai vari- opinti colori, che adornano le strade, le facciate delle chiese e dei palazzi, e inevitabilmente tutto si trasforma in una atmos- fera magica e spensierata. Alcuni antichi scrittori del passato nei loro scritti racconta- vano di grandi feste con grandi luminarie, "la festa dei lumi", nella quale poter solennizzare una festa religiosa o pagana. Altri invece scrivevano: "… le grandi luminarie, come falò di lumi, arricchiti da lanternoni che diventano arte del disegno, con quei lumi che nascosti in fogli colorati adornano finestre e fac- ciate di edifici in occasione di pubbliche solennità… …la festa di lumi nella quale si adoperano lanterne e lampioni accesi notte tempo in occasione di pubblica allegrezza o per solennizzare qualche festa religiosa". A reminiscenza delle grandi feste sacre e profane, le luminar- ie, erano chiamate anche "la festa notturna" ed erano rallegrate da moltissimi lumicini appesi in aria da un filo di ferro o rigorosa- mente attaccati ai pali di legno colorati a strisce, e adornati da svolazzanti bandierine multicol- ori. Dopo tanti secoli in cui è stato usato l'olio lampante, la cera (candele steariche) o il grasso animale, per accendere gli stoppi- ni, agli inizi del '900, con le nuove scoperte tecnologiche, le allegre e variopinte luminarie cit- tadine, sono state alimentate con tante piccole bombole al "car- buro" o "acetilene" il quale, in assenza dello stoppino, accendeva piccole fiammelle dalla lucentez- za abbagliante. La reazione del carburo di cal- cio con l'acqua che genera l'aceti- lene fu scoperta nel 1862 da Friedrich Wöhler. La lampada ad acetilene è composta da due con- tenitori sovrapposti, in quello inferiore è contenuto il , in quello superiore l'acqua. L'acqua, attra- verso un foro (regolato da una vite), precipita a gocce sul car- buro innescando la reazione chim- ica che genera l'acetilene. Quest'ultimo attraverso un con- dotto che attraversava il conteni- tore dell'acqua, indirizzava il gas verso l'alto, alimentando le fiammelle presenti sul palo delle luminarie. Per far funzionare l'illumi- nazione con l'acetilene, l'acqua il più delle volte veniva fornita dalle famiglie delle vicine abitazioni, alle quali erano stati montati i pali in legno che reggevano le lumi- narie. Una partecipazione alla festa che inorgogliva le persone chiamate a contribuire alla riusci- ta della festa stessa. La grande scoperta di fine '800 stava rivo- luzionando l'intero sistema del- l'illuminazione globale. In seguito, l'avvento della cor- rente elettrica e l'uso delle lampa- dine ad incandescenza, hanno reso più facile l'allestimento delle luminarie pubbliche. Oggi, tuttavia, al centro del nuovo modo di pensare le lumi- narie, c'è l'idea di eco sostenibil- ità, e alla scelta di usare il legno per costruire le strutture, si è affi- ancato l'uso della lampada di ulti- ma generazione, quella a led, lampade che con l'utilizzo dei computer hanno cambiato com- pletamente le antiche luminarie. E' doveroso ricordare che l'utiliz- zo dei led ha abbattuto di circa il 90% il consumo di energia. Inoltre grazie all'utilizzo del- l'informatica e dei programmi in 3D, con l'ingegno di bravi e fan- tasiosi designer italiani, è stato possibile realizzare progetti grafi- ci di alta qualità artistica. Quando è tutto pronto, nel momento fatidico dell'accensione delle luminarie, tutti con gli occhi all'insù, le migliaia di luci a led si accendono a tempo di musica in uno spettacolo di luci, unico nel suo genere. La tecnologia e l'arte nella produzione di luminarie, incontrano sempre di più il grande successo manifestato dai numerosi stranieri presenti in Italia e dai tanti committenti di mezzo mondo che a tutti i costi vogliono godere nelle loro feste delle luminarie made in Italy. Per concludere questa bella storia del nostro Meridione d'I- talia, ricca e viva da sempre di tradizione, folklore, arte e cultura, vorrei ricordare che in questo anno di celebrazione dell'anno "Giubilare Oronziano", indetto da Papa Francesco, lo scorso 25 agosto, in occasione della solenne festa del Santo Patrono di Turi, Sant'Oronzo Vescovo e primo martire di Lecce, il cardinale Angelo Amato, pugliese doc, Prefetto della Congregazione dei Santi, presente dall'alto della illu- minatissima "cassarmonica" allestita in piazza Silvio Orlandi, prima di iniziare la sua omelia, ammirando estasiato il corso XX settembre di Turi, addobbato dalle spettacolari luminarie, al numeroso pubblico presente ha esclamato: "…oggi a Turi vedendo queste straordinarie luminarie mi sembra di stare nel paradiso in terra". Le luminarie sono parte integrante della tradizione popolare ed artistica del Sud Italia. Photo: Palmisano Lumi in aria, espressione d'arte e bellezza …le luminarie una festa di lumi, simbolo della luce e di devozione cristiana

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