L'Italo-Americano

italoamericano-digital-10-4-2018

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GIOVEDÌ 4 OTTOBRE 2018 www.italoamericano.org 44 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO È un'Italia di frontiera, una terra di confine dura e di antiche tradi- zioni, un fronte di montagne dalla vege- tazione lussureggiante e di fre- sche valli attraversate da fiumi. Siamo sulle Alpi, nelle provin- ce di Torino e di Cuneo, a meno di un'ora di macchina dai confini con la Francia. Terra di inverni freddi, di nevicate e di camini accesi, di deliziose frescure d'e- state che attirano un turismo selet- tivo, di persone che amano lunghe passeggiate nei boschi, buone let- ture e cucina casalinga. C'è qualcosa di diverso che distingue questi luoghi e la gente che li abita da altre zone montane limitrofe: la lingua. Perché qui si parla una lingua antica e affasci- nante: la lingua d'oc. In via di estinzione con le nuove genera- zioni, non fosse per l'impegno di giovani e appassionati ricerca- tori che cercano di riportarla in vita donando nuova linfa agli antichi cantari. Con l'occitano siamo alle ori- gini colte della letteratura occi- dentale. Dopo il latino venne la lingua d'oc che ebbe un'influenza europea. Dai trovatori del '200 è arrivata fino a noi per trasmissio- ne orale, anche se non sono man- cate le trasmissioni colte, vedi Mistral, il poeta provenzale. Cultura popolare con grandi titoli di nobiltà, tradizionalmente (ed erroneamente) legata alla musica nordica, in realtà nata sulle sponde del Mediterraneo. Nel Sud dell'Italia resiste ancora FRANCESCA GRAZIANO vennero massacrati qui e a Montalto Uffugo centinaia di abi- tanti, uomini, donne, bambini. In seguito fu vietato l'uso della lin- gua occitana, il matrimonio tra i sopravvissuti e fu installato nelle porte delle case uno spioncino apribile dall'esterno per consenti- re ai frati domenicani di control- lare la vita privata dei superstiti convertiti a forza al cattolicesimo. La comunità fu costretta a piegar- si, ma non si lasciò mai annienta- re del tutto, in molte famiglie, di padre in figlio, fu mantenuta segretamente la storia e la cultura degli avi e parlata sottovoce la lingua proibita. La minoranza linguistica occi- tana in realtà interessa tre Stati: Francia, Spagna e Italia. Nella nostra penisola abbrac- cia 12 valli ai confini con la Francia dove vecchio Piemonte sabaudo, Italia moderna ed Europa protestante si incontrano e circa 180mila abitanti spalmati su 120 Comuni parlano ancora quella che i vecchi definiscono "lenga nostra". Lingua romanza derivante dal latino, l'occitano deve il nome alla particella oc che in occitano significa sì. Una lingua e non uno dei tanti dialetti, grazie alla seco- lare tradizione letteraria, un patri- monio prezioso giunto fino a noi grazie alla costanza con cui è stato trasmesso oralmente, ma anche alle preziose testimonianze di poeti, trovatori e suonatori di ghironda, strumento usato dai bardi in tutte le corti d'Europa. nel XIII secolo e vivendo in armonia con i cattolici. La Calabria del resto, è da sempre terra di migrazioni e di rifugio per greci, ebrei, albanesi che si stabilirono sulle montagne dell'interno a metà del quindice- simo secolo. I valdesi di Guardia Piemontese vissero senza conflitti e in armonia con le altre comunità fino a quando non vennero colpiti dalla crociata decisa dal cardinale Michele Ghislieri, futuro Papa Pio V. La notte del 5 giugno 1561 Nel 1999 con una dichiarazio- ne comune hanno affermato l'ap- partenenza alla minoranza lingui- stica occitana 37 paesi in provin- cia di Torino e ben 72 comuni in provincia di Cuneo, da Argentera ad Entraque, Sambuco, Vinadio, le regie Terme di Valdieri ai piedi del monte Matto. Persiste in valle Stura, Val Maira, Val Varaita. Rifacendoci alla storia, fra il 1100 e il 1200 furono i Trovatori a fondare la moderna lirica volga- re. Cantarono la guerra, la politi- ca, la morale, la religione, ma l'oggetto fondamentale della loro poesia fu l'amore. L'amore "cortese" nei con- fronti di una dama d'alto rango, bella e irraggiungibile, una donna oggetto di venerazione e meta di un viaggio interminabile, metafo- ra dell'affinamento etico e spiri- tuale del poeta. Ai poeti ed ai testi trobadorici si interessò anche lo psicoanalista Jacques Lacan che parlò dei tro- vatori e dell'amor cortese princi- palmente nel corso del suo Seminario sull'Etica della psicoa- nalisi (1959-60) per definire quel nucleo inconoscibile e indicibile che chiamò "centro del reale". Immaginario e simbolico, enig- ma, pulsione, sublimazione: i testi degli antichi trovatori sono anco- ra oggi, oltre a una straordinaria testimonianza di diversità lingui- stica sopravvissuta nei secoli, uno stimolante invito all'interpreta- zione di sentimenti universali come l'amore e il desiderio. Sulle Alpi tra inverni freddi, camini accesi e nevicate dove si tramanda la lingua antichissima dei trovatori una di queste "isole linguistiche". E' Guardia Piemontese, paese a picco sulla costa tirrenica calabre- se tra Fuscaldo e Cetraro. Saliti i ripidi tornanti che in pochi chilo- metri dal mare conducono ai 514 metri di Guardia, i nomi delle vie sono bilingui e molti parlano ancora l'occitano. Il paese deve il nome e la fon- dazione a una colonia di valdesi in fuga dalle persecuzioni e dalle carestie che dalle valli piemontesi si stabilirono lì, trovando rifugio Alla minoranza linguistica occitana appartengono 37 paesi in provincia di Torino e altri 72 nella provincia di Cuneo

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