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NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ GIOVEDÌ 1 NOVEMBRE 2018 www.italoamericano.org 3 L'Italo-Americano IN ITALIANO | L a nostra è una società digitale, informatizza- ta, iperconnessa, che vive di social network, di realtà virtuale e non abbandona mai smartphone e tablet pieni di App. Usa elettrodo- mestici domotici che possono essere azionati da remoto, conia e scambia monete alternative che esistono solo nelle Blockchain e non servono per comprare il pane. Affida dati e immagini personali, scelte di mercato e affidabilità finanziaria dei propri Paesi a fred- di algoritmi, che oggi sono perfi- no capaci di produrre opere d'ar- te. Proprio di questi giorni è la notizia del "Ritratto di Edmond de Belamy" creato dall'Intelligen- za Artificiale e battuto all'asta da Christie's per 432mila dollari. Questo dipinto, che in realtà "non è dipinto", è nato lasciando combinare ai calcoli di un compu- ter le immagini di 15mila ritratti realizzati tra il XIV e il XX seco- lo da pittori in carne e ossa, con olio, colori e pennelli in setole animali. Il quadro AI è il segno di un cambiamento. Ce lo conferma anche un altro dato, per certi aspetti inquietanti e per altri pura- mente legati alla novità e al valo- re economico che se ne può rica- vare (come recentemente accaduto con la riproduzione della Bambina con Palloncino Rosso del famoso street artist Banksy che si è parzialmente autodistrutto dopo essere stato venduto da Sotheby's per oltre un milione di sterline): la tela, uscita da una stampante a colori, ha frut- tato oltre il doppio degli incassi di una stampa di Andy Warhol e di un bronzo di Roy Lichtenstein, battuti lo stesso giorno da Chri- stie's. L'arte frutto dell'Intelli- genza Artificiale è in grado di superare abbondantemente un prodotto che porta con sè delle emozioni e un vissuto umano. C'è un mondo totalmente nuovo che si muove attorno a noi e che sta profilando orizzonti finora nemmeno mai immaginati. A differenza dei viaggi spaziali dei nostri coraggiosi astronauti, del sogno millenario (poetico prima e tecnologico poi) di arri- vare sulla Luna, delle sonde hi- tech che volano verso Marte con tutto il bagaglio di sapere prodot- to dagli scienziati, questa rivolu- zione sta avvenendo dentro le nostre case, letteralmente tra le nostre dita. E' un mondo affascinante che sta cambiando abitudini ed esi- genze, ridisegnando il paesaggio, le competenze, gli interessi. Oggi servono menti matematiche (non necessariamente umane) e stam- panti 3D, computer e sviluppatori, robot e umanoidi, automazioni e calcolatori, smartphone e chip. Pochi click sulla fotocamera del telefonino, un programma di lavorazione delle immagini per cancellare gli occhi rossi e non serve più il fotografo che veniva chiamato a casa durante i com- pleanni per immortalare le feste in famiglia. Tra pochi anni non sentiremo più quel nostalgico "Donne, è arrivato l'arrotino". Basta un sito di e-commerce per far arrivare dalle dogane asiatiche degne sostituzioni che, nonostante il viaggio intercontinentale, costano la metà dell'intervento di affilatu- ra che restituiva nuova vita a for- bici e coltelli da cucina, usurati dal tempo, che venivano affidati al lento artigiano che si annuncia- va tra le vie con il suo piccolo megafono richiamando le casa- linghe sui balconi. Scompariran- no gli arrotini come i taglialegna in montagna, i pescatori capaci di riannodare le reti strappate accan- to alla battigia, i seggiolai e gli impagliatori che restituivano nuove sedute alle sedie sfondate. Si misura anche dalla diffi- coltà di reperire un ciabattino, il cambiamento dei tempi. Se risuo- lare una scarpa, riparare una tomaia, sostituire un tacco costa più di un nuovo paio di scarpe è evidente che quel mestiere non serve più, con tutto il suo baga- glio di arte, sapienza, manualità e economia che servivano un tempo. Stessa sorte per il sarto o la ricamatrice. Prima i vestiti si facevano e disfacevano per ricreare modelli nuovi dalla stes- sa stoffa. In tempi di scarsi mezzi non si buttava nulla e tutto si rici- clava. Il vecchio soprabito del nonno diventava una giacca per il papà, la gonna della mamma si trasformava nello smanicato della figlia. Oggi basta mettersi tre volte la stessa maglietta per con- siderarla vecchia e buttarla via. Tanto i negozi sono strapieni di Chissà se sapremo conservare la sapienza degli antichi mestieri abiti a prezzi stracciati anche in periodi lontani dai saldi. Il carrettiere che portava merci o persone incitando il suo mulo è stato cancellato dai mezzi a moto- re. Il vasaio che realizzava giare per l'olio e il vino, gli orci e le terracotte per le dispense casalin- ghe è stato soppiantato dalla pla- stica usa e getta. I distributori automatici hanno reso inutile il carretto dei gelati che girava sulle spiagge e solo un personaggio folkloristico quel venditore di frutta fresca che al grido di "cocco bello, cocco fre- sco" ha segnato tanti ricordi d'in- fanzia. Spariti i garzoni, spesso italoamericani, che portavano il ghiaccio nelle case americane. Tristezza per quel che si perde a parte, questi vecchi mestieri che scompaiono, raccontano di un mondo che fu, di un'Italia lontana nel tempo con i suoi artigiani, il suo sapere antico tramandato di generazione in generazione, le botteghe orafe o di intaglio dove di padre in figlio si insegnavano creazioni uniche. Si perde anche quella maestria manifatturiera che ha reso l'Italia famosa nel mondo. 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