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GIOVEDÌ 15 NOVEMBRE 2018 www.italoamericano.org 5 L'Italo-Americano IN ITALIANO | E ra il giorno di tutti i Santi e Roma si era s v e g l i a t a s o t t o l a pioggia. Fa riflettere, a volte, il modo in cui la Natura riesce a leggere nel cuore del mondo e sceglie di vestirsi a lutto per sposare il dolore dei suoi figli quando è necessario. Non faceva freddo, a Roma, quella mattina. E qualcuno può anche aver apprezzato il roman- ticismo malinconico, languido, poetico di una giornata dedicata al ricordo e all'amore, alla morte e a l l a s p e r a n z a , a b b o z z a t o com'era nei colori argentei di un cielo autunnale, se non fosse s t a t o p e r i l v u o t o l a c e r a n t e lasciato dalla scomparsa troppo r e c e n t e d i q u a l c u n o c h e e r a ammirato dall'intero Paese. Era il giorno di tutti i Santi, venticinque anni fa, e l'Italia stava per salutare uno dei suoi figli più amati: Federico Fellini. L'intero Paese piangeva: Fel- lini era, e rimane ancora oggi, uno dei nostri più apprezzati artisti contemporanei, un mae- stro nel suo campo, un genio riconosciuto, un rappresentante della creatività e dell'arte italia- na, un esempio estetico per molti altri grandi nomi del cinema. Fellini era, e rimane ancora oggi, tutto ciò. Ma in Italia, era qual- cosa di diverso, era qualcosa di più, ed era colui che un'intera nazione pianse, in quel giorno. Fu colui che diede all'Italia del dopoguerra humor e storie oniriche; fu lui a prendere stelle e stelline che vagavano per le strade di Roma e trasformarle in un capolavoro di bellezza cine- matografica; fu lui che aveva un immaginario artistico così poten- te e imitato, che abbiamo dovuto creare un aggettivo per definirlo, "felliniano", che oggi è comune- mente usato nella nostra lingua. A proposito, una volta il Mae- stro ha detto: "felliniano ... ho sempre sognato di diventare un aggettivo, una volta grande". Fellini aveva dato all'Italia un altro motivo di orgoglio. Era stato un altro nome incomparabi- le nella lunga lista degli artisti del Bel Paese: alla fine i suoi f i l m a v e v a n o v i n t o c i n q u e Oscar. In quel giorno, il giorno dei suoi funerali, la Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, così come l'adiacente Piazza della Repubblica, si riempirono di oltre 100.000 persone e milio- n i s e d e t t e r o d a v a n t i a i l o r o schermi televisivi, in silenzio, per guardare l'addio a Fellini su Rai Uno, il nostro principale canale pubblico nazionale. Cele- brava il cardinale Silvestrini, amico personale di Fellini, c'era- no le più alte personalità dello S t a t o e d e l l e F o r z e A r m a t e , insieme ad attori, registi, musici- s t i e , n a t u r a l m e n t e , a l l a s u a a m a t a e a d o r a t a G i u l i e t t a : moglie da 50 anni, compagna di vita e collega di lavoro. Fragile, ma elegante e impeccabile nel suo cappotto verde scuro, tur- bante marrone e occhiali da sole grandi e avvolgenti, Giulietta Masina sedeva durante la ceri- m o n i a , d i c e n d o s t o i c a m e n t e addio al compagno di tutta una v i t a . S e m b r a v a i e r i q u a n d o Federico l'aveva amorevolmente ripresa dal palco, durante l'O- scar, con quella "... e per favore, Giulietta, smetti di piangere", mentre accettava il premio per la sua gloriosa carriera. E, in effet- ti, quello era successo solo una manciata di mesi prima, alla fine di marzo. Federico Fellini e Giulietta Masina si erano incontrati nel 1942 e si erano sposati un anno dopo. Da allora, non si erano mai separati: nella vita, sullo schermo, sono rimasti insieme, s e m p r e . A n c h e s e F e d e r i c o amava molto le donne e certa- mente si era allontanato qua e là negli anni, Giulietta rimase l'uni- ca donna della sua vita, l'unica persona importante ed essenziale d e l l a s u a e s i s t e n z a , u n v e r o monito alla vera essenza dell'a- more. E per Giulietta era stato lo stesso, anche se inizialmente non ne fu impressionata: "Sem- b r a u n f a c h i r o , s o m i g l i a a G a n d h i . È t u t t ' o c c h i , o c c h i profondi, inquieti, indagatori". Per Federico, d'altra parte, era stato amore a prima vista: "È un peperino piccolo piccolo, mi piace tanto, mi fa tanto ridere". In effetti, Masina è diventata la musa di Fellini, che ha ispirato gran parte del suo lavoro: "Giu- l i e t t a m i è p a r s a s u b i t o u n a misteriosa persona che richiama- va una mia nostalgia di innocen- za. Vi è una parte di incantesimi, magie, visioni, trasparenze la cui chiave è Giulietta. Mi prende per mano e mi porta in zone dove da solo non sarei mai arrivato". La più bella delle dichiarazioni d'a- more. U n a m o r e c h e , n e l 1 9 4 5 , diede loro un figlio, Pier Federi- co, che morì poco dopo la nasci- ta. Il dolore fu intenso e solo a distanza di anni dalla tragedia, Masina dichiarò che "non avere figli ci ha reso l'uno il figlio del- l'altro. Questo è ciò che il desti- no ha voluto per noi". E il loro legame fu davvero forte e unico, tanto che nessuno fu davvero sorpreso quando, solo cinque mesi dopo la morte di Federico, anche lei lasciò questo mondo e Diceva Giulietta Masina del loro primo incontro: "Era tutt'occhi, occhi profondi, inquieti, indagatori.". Photo: Pictorial Press Ltd / Alamy Stock Photo Da sinistra, Renzo Rossellini, Daniel Toscan du Plantier e Federico Fellini sul set di Città delle Donne, nel 1979 Ci manchi ancora: 25 anni senza Federico Fellini NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ Continua a pagina 7