L'Italo-Americano

italoamericano-digital-11-15-2018

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GIOVEDÌ 15 NOVEMBRE 2018 www.italoamericano.org 43 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | NOTIZIE SPORTIVE CALCIO MOTORI ALTRI SPORT Così non...Var! Dalle competizioni internazionali al nostro campionato è crisi profonda per la moviola in tempo reale stente virtuale anche al Mondiale di Russia 2018. FIFA e UEFA (che ancora non ha importato il VAR in Champions League, nonostante i pesantissimi errori arbitrali che, anche quest'anno, stanno funestando la principale competizione continentale per club) non sono mai state entusia- ste dello strumento: al di là dei costi, vedono il VAR come uno strumento costoso, un rischio per la durata e la continuità delle par- tite e, soprattutto, come una minaccia per i pieni poteri del- l'arbitro. Visioni quantomeno 'limitate', che però hanno carat- terizzato l'utilizzo della moviola nella competizione iridata: in Russia, infatti, si è cercato di ricorrere all'assistente virtuale il meno possibile, stravolgendo (in peggio) il protocollo che così bene aveva funzionato in A. PROGRESSIVO SVUOTA- MENTO. La seconda stagione italiana del VAR, invece che migliorare le prestazioni di quella d'esordio, sta confermando i limiti della prassi adottata al Mondiale: il VAR è tornato ad essere percepito più come una minaccia per gli arbitri, che non un utile supporto. Prova ne sia il suo utilizzo sempre più rado e, fatto ancor più grave, sempre più difforme di partita in partita. La sensazione è che il VAR stia venendo svuotato di senso, utilizzando poco (spesso solo nelle situazioni imprescindibili) e soprattutto male. Non è ammissi- bile che, sempre più di frequente, anche in circostanze spinose (falli di mano in area, in primis), gli arbitri si contentino (sempre che Una compagine capace di incutere soggezione (Ph OfficialAllegri) L o scorso anno era stato sperimentale, ma il VAR (Video Assistant Refree) aveva convinto un po' tutti: al netto di qualche necessario chiarimento sul protocollo d'utilizzo, la 'moviola in tempo reale', a disposizione o a supporto dei direttori di gara, si era dimostrata uno strumento fon- damentale per scongiurare gravi errori arbitrali, nel giudicare gli episodi chiave delle partite di Serie A. PROTOCOLLO CHIARO. Per quanto non perfetto, il proto- collo VAR risulta sufficiente- mente chiaro: la moviola non può in alcun modo sostituirsi alla decisione del direttore di gara. L'arbitro in campo, infatti, può accedere ai monitor solo per scelta propria (quando non è con- vinto di quello che ha visto) o quando richiamato dal giudice di gara presente in regia, il quale ha ravvisato, nella decisione presa in campo, un errore evidente. L'ultima parola, comunque, spetta sempre al direttore di gara, il quale, per situazioni meno con- troverse, si può sempre appoggia- re a 'silent check', in cui sono solo i giudici in regia a consultare la moviola, confermando poi il fischio dell'arbitro o invitandolo a controllare di persona il video. DECLINO MONDIALE. Dopo lo scorso Campionato, in cui, seppur con qualche incertez- za, il successo del VAR era stato evidente, è arrivata la decisione della FIFA di introdurre l'assi- sono subito in salita e non solo per l'effettiva forza degli avver- sari. C'è un enorme timore reve- renziale che fa pensare, innanzi- tutto, a 'non prenderle'. Questo fa sì che anche versioni 'svagate' della Juventus, non vengano mai punite per i propri errori e riesca- no sempre a portare a casa il ris ultato. Q ues ta 'paura' s i avverte in campo (i terzini non salgono, preoccupati di non per- dere di vista CR7 e soci; quando si attacca, la palla scotta tra i piedi oltre il lecito; la manovra non scorre mai fluida, perché c'è sempre la necessità di fare in fretta…) e si traduce in squadre - anche blasonate - incapaci di aggredire, 'col s angue agli occhi', la Juventus. TUTTO TROPPO FACILE. E così la Juventus prende campo, i suoi campioni fanno sempre più la differenza e i rari errori che SEGUE DA PAGINA 42 STEFANO CARNEVALI prassi, simile al Challenge del Football, però, allontanerebbe il VAR dal suo vero significato: l'assistente video, infatti, non è uno strumento a disposizione delle squadre, ma un supporto ai direttori di gara. SOSTA UTILE. La bufera - partita tra gli addetti ai lavori, ma presto sconfinata tra i fan - non accenna a placarsi e, da più parti, filtrano notizie a proposito di un 'punto della situazione' che i ver- tici arbitrali faranno nell'immi- nente sosta di Campionato. PUNTI IMPRESCINDIBILI. Ci sono delle decisioni da pren- dere, per ridare immediato vigore al VAR. Anzitutto il protocollo andrà chiarito: basta con le inter- pretazioni soggettive (che non si parli più di un equivoco "chiaro errore", ma di semplice "errore"), basta con le leggerezze nelle situazioni più delicate (i contatti evidenti in area e soprattutto i falli di mano meritano sempre una revisione costante, come viene fatto con i fuorigioco in occasione dei gol). INDIETRO NON SI TORNA. Quel che deve essere chiaro e condiviso, però, è che indietro non si può nè si deve tornare: seguire un torneo senza VAR è, ormai, come seguire un altro sport, molto più incerto e prono all'errore. Come detto, la stessa Champions League - la competi- zione più ricca del Mondo - sem- bra, con i troppi errori degli arbi- tri, arrivare da un'altra epoca. Il VAR è il futuro che avanza, in nome di una maggior giustizia di campo: non può essere bloccato da anacronistici timori. avvengano) di silent-check, così come non è ammissibile che accadimenti analoghi vedano approcci al VAR opposti. IPOTESI FANTASIOSE. Il malcontento sta montando. Molto più che nella stagione d'esordio (!), la moviola in campo è nel- l'occhio del ciclone, proprio per- ché sembra che il protocollo d'u- tilizzo sia sempre più confuso. Ecco allora idee poco praticabili, come quelle proposte dal presi- dente del Torino Urbano Cairo, che ha ipotizzato di conferire il potere di imporre l'utilizzo del VAR agli allenatori o (in modo più logico) ai Capitani. Questa commette, non vengono mai pagati a caro prezzo. Contro un avversario del genere (vista la potenza della sua rosa) perdere non è certo un delitto, ma sareb- be sicuramente più dignitoso farlo dopo aver cercato quanto- meno di metterlo in difficoltà. Purtroppo per lo spettacolo, invece, si assiste spesso a partite in cui chi affronta gli uomini di Allegri cerca mestamente di con- tenere, per non esporsi eccessi- vamente alle bocche di fuoco bianconere. In questo modo, il risultato è segnato: senza mai essere davvero messa alle strette, la fortissima compagine piemon- tese, mette la gara sul ritmo che più preferisce, rischia poco e - con la manovra o con una gioca- ta di un fuoriclasse, riesce a col- pire quando serve. PER IL BENE DEL MOVI- MENTO. Non è questione di tifo: lo strapotere della Juventus non fa bene al movimento, né dal punto di vista della crescita, né da quello degli investimenti, né tantomeno da quello dello spetta- colo. Non è un caso che il calcio più ricco del Mondo sia quello ingles e: la P remier è il Campionato più combattuto e divertente d'Europa visto che - anche grazie ai tanti proprietari molto abbienti - le squadre che lo possono vincere sono decisa- mente numerose. In Serie A, invece, le conten- denti della Juventus sono troppo poche e, soprattutto, 'durano' troppo poco. Perché la Serie A torni davvero ai fas ti di un tempo, servirà che diventi più combattuta e incerta. Forse ria- vere le 'Sette Sorelle' degli anni d'oro non sarà facile, ma sfuggi- re al dominio totale e incontra- stato della Juve è possibile e doveroso. Che i Bianconeri, se se lo meritano, vincano ancora. Solo ci si augura un (bel) po' meno facilmente! Il Var è percepito più come una minaccia che non un utile supporto

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