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GIOVEDÌ 29 NOVEMBRE 2018 www.italoamericano.org 40 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO C ent'anni fa, il 3 no- vembre 1918 a Villa Giusti, Padova, venne firmato lo storico ar- mistizio tra Italia e l'Impero Austro-Ungarico che se- gnò la fine del rispettivo impegno nel primo conflitto mondiale. Da una parte, il generale Viktor We- ber von Webenau del Comando Supremo dell'esercito austrounga- rico. Dall'altro, il generale Pietro Badoglio del Comando Supremo dell'Esercito Italiano. Finiva così la peggiore pagina della storia umanità, come sempre, tra vinti e vincitori. Ciò che non si poteva neanche lontanamente immagi- nare e prevedere è che nel giro di poco più di vent'anni l'Europa sa- rebbe nuovamente sprofondata nell'inferno di un conflitto ancor più globale. Un secolo dopo quell'inchio- stro mescolato al sangue guarda all'umanità perplesso. La risolu- zione di ancora troppe divergen- ze è affidata alle armi. Nel solco delle inspiegabili gesta del pre- sente, i caduti della I guerra mondiale non trovano pace. 2018, Italia. C'è un po' di nebbia in cima alla montagna. La s tatale S S 49 in V al P us teria (nella provincia di Bolzano) è un continuo viavai di macchine che s i dirigono ed es cono dall'Austria. Negli anni post-bel- lici c'erano le frontiere e la doga- na, oggi si passa senza fermarsi, nemmeno per convertire le lire in scellini come si faceva una volta. Entrambe le nazioni infatti hanno adottato l'euro. Oggi appartenia- mo a un'Europa diversa e più LUCA FERRARI luogo hanno trovato eterno riposo 218 caduti italiani, 14 dei quali ignoti, e 10 austro-ungarici pro- venienti dai cimiteri militari di Bressanone (Bolzano), Mis (fra- zione di Sospirolo, in provincia di Trento) e San Zeno di Montagna (Verona). Realizzato nel 1939 dall'ar- chitetto Giovanni Greppi e dallo scultore Giannino Castiglioni, l'edificio giace nella vallata di San Candido, tra il fiume Drava (749 km di lunghezza attraverso Italia, Slovenia, Austria, Croazia, Ungheria) e la statale per il valico di frontiera di Prato alla Drava. La costruzione ricorda un fortili- zio romano circolare a due piani. Le due torri coassiali in porfido accolgono all'interno i loculi dei caduti e al centro del primo piano si trova una modesta cappella in cui sono contenute le formelle della Via Crucis. È stato costruito con blocchi di pietra grezza e si accede dopo aver superato tre gradini. Assieme al Sacrario di Passo Resia, in Val Venosta, è l'ultima opera del genere edificata in Italia per ricordare le vittime della Grande Guerra. Ma è meno monumentale e meno carico di retorica patriottica dei più celebri sacrari di Redipuglia, Monte Grappa e Bezzecca. I caduti della I Guerra Mondiale, già. Il primo dei con- flitti totali. Uno scontro che por- terà in dote, per la prima volta, scorgo un sacrario dedicato ai morti della I Guerra Mondiale. Mi devo fermare. La gita può aspettare. Quello che ho davanti a me è proprio il sacrario militare di San Candido. Un edificio molto parti- colare poiché la maggioranza dei militari qui sepolti operavano in zone anche molto lontane da quella del Sud Tirolo. In questo una vera mattanza di cadaveri tra la popolazione civile: il 15 per cento delle vittime totali, dato purtroppo che salirà in maniera esponenziale nella II Guerra Mondiale fino ad arrivare alla quasi totalità delle vittime nei conflitti attuali. San Candido, un sacrario mili- tare con italiani e austriaci insie- me. Una scelta fatta forse per sancire la pace tra le due nazioni. Perché di fronte alla morte, a che cosa serve il passaporto o l'ap- partenenza? Le ruote intanto riprendono a graffiare l'asfalto. Mi sembra di essere il solo, in questo momen- to, a meditare davanti a queste poche centinaia di morti. Penso a quei volti. Alle loro ultime parole sussurrate dentro di sé prima di spirare. Penso a quegli uomini strappati alla vita per ordini supe- riori e mandati al macello senza un vero perché. Penso a tutti que- sti uomini, italiani e austriaci davanti a me, e vorrei avessero avuta una vita diversa, e se ne fossero andati circondati dall'af- fetto dei loro cari. Nel verde limitrofo, cerco qualche fiore da donare a un ricordo. A una speranza che la saggezza e la nonviolenza possa- no un giorno trionfare. Sarà bana- le, ma qui, dinnanzi al sacrario militare di San Candido (in tede- sco Militärfriedhof Innichen), in Val Pusteria, riesco solo a pensa- re (e credere) alla pace. Il sacrario militare di San Candido per ricordare i caduti della Grande Guerra in Val Pusteria unita. Sto viaggiando su quattro ruote per raggiungere Versciaco, ultimo avamposto tricolore prima del confine italo-austriaco, e di lì rilassarmi in cabinovia fino a Monte Elmo e quindi perdermi in rilassanti passeggiate. Lungo il mio cammino però, qualcosa atti- ra la mia attenzione. Appena fuori dal comune di San Candido, Il sacrario di San Candido in Val Pusteria ospita i resti di 228 caduti della Prima Guerra Mondiale, di cui quest'anno cade il centenario (Ph. L.Ferrari)