L'Italo-Americano

italoamericano-digital-11-30-2018

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GIOVEDÌ 29 NOVEMBRE 2018 www.italoamericano.org 7 L'Italo-Americano IN ITALIANO | matico sta innalzando il livello del mare in tutto il mondo. Un tempo la laguna proteggeva i veneziani dai loro nemici, ma i cambiamenti climatici si stanno rivoltando contro di loro, crean- do una ricetta per inondazioni più frequenti e più gravi. Gli s t u d i i t a l i a n i s t i m a n o c h e i l Mediterraneo potrebbe aumenta- re fino a cinque piedi entro la fine del secolo. Se ciò accades- se, invece di subire gravi allaga- menti circa una mezza dozzina d i v o l t e l ' a n n o , i v e n e z i a n i dovranno abituarsi a intollerabili inondazioni due volte al giorno, ogni giorno. La natura e il cambiamento c l i m a t i c o s t a n n o c o s p i r a n d o contro Venezia, a quanto pare. E ogni volta che la marea sale più in alto, l'acqua salata infrange le fondamenta di pietra destinate a proteggere gli edifici, infiltran- dosi nella muratura e mangiando lentamente il tessuto della città. Tuttavia, contro tutte le previ- sioni da giorno del giudizio, c'è un progetto che potrebbe essere la luce tremolante in fondo al tunnel acquoso. I l l a v o r o s u l p r o g r a m m a Modulo Sperimentale Elettro- meccanico, noto come MOSE, è iniziato nel 1966 dopo le peg- giori inondazioni di Venezia. Gli ingegneri veneziani avevano già rafforzato e fortificato le isole costiere del Lido e di Pel- lestrina con grandi dighe in pie- tra d'Istria, conosciute come murazzi, nel lontano 1750, sal- vando la città da grandi onde che potevano sovrastare le isole piatte. Adesso i loro discendenti hanno il compito di trovare un modo per chiudere le tre insena- ture marine quando le grandi maree si avvicinavano per trat- tenere, letteralmente, la marea. Ma per sopravvivere, Venezia ha bisogno delle maree per con- tinuare a sciacquare la laguna ogni giorno. Quindi, per salvare veramente la città, la soluzione deve essere mobile, consenten- do alle normali maree di entrare e uscire per arrestare solo quelle più alte. Un enigma monumenta- le. Dopo molti anni di ricerche, proposte e studi di fattibilità, la costruzione del MOSE è iniziata nel 2003 con gli ingegneri che hanno gettato fondamenta in c e m e n t o i n o g n u n a d e l l e t r e insenature della laguna: Lido, Malamocco e Chioggia a sud. Settantotto paratoie in acciaio sono state prefabbricate fuori s i t o e p o r t a t e a l l e b a n c h i n e rinforzate. Ognuna di esse è una scatola vuota lunga 92 piedi e larga 65 che pesa ben 300 ton- nellate. E nonostante le dimen- sioni gigantesche, sono progetta- te per galleggiare. A poco a poco, gli ingegneri hanno delicatamente posizionato ogni paratoia, inserendo ciascu- na in accoglienti cavità ancorate che consentono alle paratoie di ruotare verso l'alto e di salire in superficie per formare una bar- riera alla marea. Quando invece sono a riposo, le paratoie sono piene d'acqua, cosa che le appe- santisce facendole andare giù sul fondo della laguna e permetten- do all'acqua di muoversi libera- mente dentro e fuori. Quando un'onda di marea si avvicina, l'a- ria compressa viene rilasciata in ciascuna paratoia, facendola gal- leggiare e sollevandola in posi- zione attiva e verticale. Ma, per mantenere viva la laguna, il MOSE verrà sollevato solo in occasioni specifiche quando le maree raggiungono o superano i 110 centimetri (43 pollici), non per qualcosa di meno, quindi la città sarà comunque inondata nelle zone più basse come San Marco e Rialto, ma sarà protetta dal peggio del peggio. Se il MOSE fosse stato com- pletato come originariamente p r o g e t t a t o , a v r e b b e p r o t e t t o Venezia dalle enormi ondate del mese scorso. Purtroppo è stato oggetto di accuse di corruzione contro il sindaco e diversi fun- zionari della città che hanno subito multe, carcere o entrambe le cose. Si dice anche che si stia già arrugginendo, quando manca ancora un anno o due prima che sia pronto e che richieda un over budget di 5 o 6 miliardi di euro, a seconda di quale indignato rapporto si legga. Ma, per fortu- na, ogni settimana il MOSE si avvicina a diventare operativo. A partire dalla Grande Allu- vione del 1966, la frequenza delle maree di oltre 110 centi- metri è raddoppiata ogni decen- nio. I veneziani hanno istallato p r o t e z i o n i d o m e s t i c h e d a l l e inondazioni o hanno spostato la loro vita casalinga dal piano terra al primo piano dove posso- no sfuggire alle monotone inon- dazioni. Negozi e ristoranti sono occasionalmente abituati a servi- re i clienti con gli stivaloni di gomma come se fosse una cosa normale. E i turisti usano le pas- serelle per attraversare le strade d u r a n t e l ' a c q u a a l t a . È u n a novità per loro ed è una storia da portare a casa, ma per la gente del posto è un mal di testa vec- chio di secoli, che ci si aspetta peggiori. Quindi, nonostante tutti i suoi difetti, il MOSE deve lavorare e, anche se non sarà una bacchetta magica, offrirà almeno un po' di respiro a Vene- zia perchè trovi una soluzione a lungo termine. Incrociamo le dita. Vivere a Venezia potrebbe diventare sempre più difficile, e l'acqua del mare potrebbe finire con l'erodere le fondamenta dei suoi edifici © Pippipi | Dreamstime.com NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ Continua da pagina 5 L'Acqua Alta forse è divertente per alcuni, ma quali sono i danni reali portati dalle maree alla città?

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