L'Italo-Americano

italoamericano-digital-1-10-2019

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GIOVEDÌ 10 GENNAIO 2019 www.italoamericano.org 9 L'Italo-Americano IN ITALIANO | S u una piccola isola, al largo della punta sud- orientale della Sicilia, si trova una scintil- lante cattedrale bian- ca. Mentre il caldo sole mediter- raneo colpisce le sue imponenti colonne corinzie e le statue dei santi, la facciata barocca si illu- mina. È un gioiello architettonico e una visione stupenda per fedeli e visitatori. Ma in questa chiesa c'è molto di più di quanto non sembri, quindi cerchiamo di soll- evare gli strati per scoprire una storia di 4 fedi, 6 conquistatori e 2500 anni di storia. La sede di questa cattedrale a strati è la piccola isola di Ortigia, che penzola proprio sul lungo- mare di Siracusa. Conosciuta localmente come Città Vecchia, Ortigia era un sito medievale facilmente difendibile e il luogo natale originario, 2700 anni fa, della metropoli che poi crebbe rapidamente sotto gli antichi Greci per diventare la più impor- tante città della Magna Grecia. Infatti, nonostante la moderna espansione urbana di Siracusa, l'antica città era circa tre volte più grande del centro attuale, eguagliando Atene, con il filoso- fo Cicerone che la descriveva come "la più grande città greca e la più bella di tutte". All'epoca Siracusa e la Sicilia erano apprezzate. Chiunque con- trollava l'isola controllava le rotte marittime che collegavano il Mediterraneo orientale e occiden- tale. Non sorprende, quindi, che la Sicilia sia stata contesa molte volte nel corso dei secoli. Nel 480 a.C., i Cartaginesi del Nord Africa si avvicinarono, desiderosi di assicurarsi un punto d'appoggio. Attaccarono val- orosamente il tiranno siracusiano Gelone e le sue truppe a Imera, ma purtroppo non ci fu battaglia. Gelone portò la sua vittoria a casa, e usò il bottino dei Cartagi- nesi sconfitti per costruire un tempio impressionante in onore di Atena, la dea della guerra, nel cuore della sua roccaforte. Il tempio era una meraviglia architettonica della sua epoca. Costruito sul terreno di due precedenti templi ellenici risalen- ti al 1100 a.C., il nuovo edificio di Gelone aveva una cella inter- na, o camera sacra, circondata da un glorioso colonnato di 40 colonne doriche di calcare dora- to; 14 sui lati lunghi e 6 su quelli corti. Le colonne scanalate svet- tavano alte nel cielo azzurro del Mediterraneo, dominando l'acropoli di Ortigia nel punto più alto della piccola isola. E in cima al tempio c'era una statua trion- fale di Atena che stringeva uno scudo d'oro che, insieme con un bassorilievo ornamentale in oro e avorio intorno al tempio, si vede- va scintillare nella luce del sole per miglia e miglia. E tutto questo prima che un solo blocco del Partenone, dedicato anch'es- so ad Atena, fosse ancora stato deposto ad Atene. Persino gli antichi intellettuali Platone, Cicerone e Ateneo menzionarono la bellezza del tempio costruito ben 2500 anni prima del Duomo che vediamo oggi. Il tempio di Gelone è stato un trionfo, che rifletteva l'importan- za di Siracusa e inviava un mes- saggio sia agli invasori che alla sua rivale culturale, Atene, che diceva che la città era forte, strategicamente importante e ricca tanto quanto la capitale greca. Dopo i Greci arrivarono i Romani. Siracusa divenne la cap- itale della Sicilia romana ed è rimasta un porto importante per il commercio. Gli invasori non sembrano aver lasciato un segno fisico sul tempio, ma hanno avuto un impatto per aver comunque emanato l'Editto di Milano nel 313 d.C. che con- cedeva ai Romani la libertà di culto. La Sicilia aveva già conosciuto il Cristianesimo con San Paolo durante il suo viaggio verso Roma nel 57 d.C. e San Marziano, il primo vescovo, con- tinuò la predicazione nel III seco- lo, quindi il nuovo editto rese possibile il libero culto. Poi vennero i barbari e la fase bizantina del VI secolo quando furono apportate le prime impor- tanti modifiche al tempio. Prima gli spazi tra le malconce colonne esterne furono riempiti per allargare lo spazio interno las- ciando visibili le colonne decora- tive, incorporate nelle nuove pareti. E poi otto archi furono abbattuti nelle pareti della cella interna per aprire la camera e creare una chiesa cristiana. Il vescovo Zosimo in seguito fece della nuova chiesa la sua catte- drale nel 7° secolo, ma a queso punto siamo lontani dalla fine della storia. Nel giro di un paio di centi- naio di anni gli Arabi invasero la Sicilia. I cittadini di Siracusa si rifugiarono nel loro Duomo, ma furono tragicamente massacrati lì dentro prima che i conquistatori trasformassero la chiesa in una moschea islamica nell'878 d.C. E tale fu per circa 220 anni prima che i Normanni arrivassero, riconquistando la città e incoro- nando Ruggero I di Sicilia nel 1105. Ancora una volta, i nuovi arrivati modificarono la struttura. E tanto. All'esterno, il cambiamento più ovvio fu quello di aggiungere una nuova facciata, anche se for- tunatamente le colonne doriche originali ai lati furono lasciate in situ. Internamente, i Normanni intrapresero opere più estese costruendo le pareti della navata centrale e sollevando il tetto per ospitare nuove finestre nel secon- do piano per inondare l'interno con la luce del sole. E infine, aggiunsero mosaici in marmo multicolore e ornamentale negli absidi della chiesa, alcuni dei quali sono ancora visibili oggi. Ma anche qui la storia non è ancora completa. Nel 1693 un enorme terremo- to colpì la Sicilia distruggendo ampie parti del Duomo tra cui la facciata ornamentale normanna e il campanile. La torre non fu mai ricostruita, mentre l'architetto siciliano Andrea Palma ebbe l'in- carico di ridisegnare la facciata in stile alto barocco siciliano sovraintendendone la costruzione tra il 1725 e il 1753. Palma si sbizzarrì con il suo disegno deco- rativo, incorporando dieci svet- tanti colonne corinzie sormontate con foglie di acanto stilizzate. Lo scultore Ignazio Marabitti aggiunse poi le imponenti statue. Anche all'interno, il Duomo fu restaurato con l'aggiunta di un baldacchino d'altare progettato dall'architetto Luigi Vanvitelli, un fonte storico in marmo e un'anti- ca statua della Madonna nella neve di Antonello Gagini: abbel- limenti perfetti per un'antica chiesa. L'impatto fu magnifico e oggi, dopo l'aggiunta dell'antico scudo araldico di Siracusa durante un periodo di prosperità economica nel 1800, il Duomo mostra a tutti la sua storia. Dalle antiche colonne doriche greche dell'origi- nale tempio pagano che ancora sostengono la struttura dell'edifi- cio dopo 2500 lunghi anni, agli splendidi pavimenti musivi in marmo dei Normanni. O dall'alto soffitto normanno alla facciata barocca altamente ornamentale, ogni nuovo arrivato ha aggiunto il proprio gusto a questa merav- igliosa chiesa. Tutti, a parte forse gli invasori arabi di cui purtroppo rimane scarsa traccia evidente nell'edificio. Oltrepassare le sue porte significa fare un viaggio indietro nel tempo a 500 anni prima che Cristo fosse nato. E il risultato per il visitatore è un meraviglioso, caleidoscopico viaggio nella storia attraverso 6 conquistatori e un terremoto, 4 fedi, due credi pagani e oltre duemila e cinquecento anni. Se avete sempre voluto saperne di più sul patrimonio della Sicilia, il Duomo di Siracusa lo mostra tutto sotto un unico tetto e il suo è da non perdere. Il Duomo di Siracusa, esempio magnifico di Barocco Siciliano, ha una storia lunge 2500 anni © Denisa Vlaicu | Dreamstime.com Il Duomo di Siracusa: storia di 4 fedi, 6 conquistatori e oltre 2500 anni di storia NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ

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