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GIOVEDÌ 24 GENNAIO 2019 www.italoamericano.org 25 L'Italo-Americano IN ITALIANO | L 'annuale Winter Fancy Food Show della Spe- cialty Food Associa- tion è tornato nella Bay Area e il 13 gen- naio è stato inaugurato il più grande mercato dedicato alle spe- cialità gastronomiche e alle bevande della West Coast. Era il 1952 quando, per la prima volta, la città di New York ospitava l'associazione commer- ciale non-profit appena nata. Oggi, con due edizioni annuali tra le coste orientali e occiden- tali, fornisce a circa 4.000 arti- giani del settore alimentare, importatori, acquirenti e impren- ditori di tutto il mondo risorse, conoscenze e contatti per avere successo nell'industria alimenta- re. La rassegna comprende oltre 1.400 aziende che espongono oltre 90.000 specialità alimentari. San Francisco ha dato il ben- venuto alla Winter Edition, offrendo opportunità di degus- tazione, nuove tendenze, attività di apprendimento e contatti. Tutto sotto lo stesso tetto, il Moscone Convention Center. La rassegna ha presentato aziende alimentari specializzate da ogni parte del mondo. Ma quella è stata solo una parte del programma di tre giorni. Ha anche ospitato un Incubator Vil- lage presentando sette incubatori alimentari e 41 aziende; seminari e incontri di formazione azien- dale per aiutare startup e produt- tori affermati; il 46° Sofi Award per le migliori specialità e bevande dell'anno; e il Food Recovery Donation, con esposi- tori che hanno donato oltre 37.000 libbre di prodotti alimen- tari. La California ha guidato la rassegna con 370 aziende ali- mentari rappresentate, seguita dalle aree di New York e Ore- gon, mentre, da un punto di vista internazionale, ancora una volta, l'Italia ha avuto le aree espositive più grandi, con aziende famose e grandi marchi. Il Padiglione italiano si è aperto con il famoso taglio del nastro dell'Ambasciatore italiano Armando Varricchio e del Con- sole Generale italiano Lorenzo Ortona. Dopo l'inaugurazione abbiamo fatto una passeggiata in giro per il Padiglione italiano e, dopo aver assaggiato diversi tipi di alimenti, abbiamo scelto quelli che ci hanno sorpresi, sia per il loro approccio innovativo o per la passione e il duro lavoro dietro alla loro produzione. Cosa vi mancherebbe di più se doveste passare sei mesi in una navicella spaziale? Tartuflanghe è un'azienda specializzata in prodotti a base di tartufo italiano e ora sta sperimentando alimenti che possono essere confezionati e portati nello spazio dagli astro- nauti. La loro storia risale alla fine degli anni '60 e al ristorante Da Beppe ad Alba, in Piemonte, che ben presto è diventato un must per la sua fonduta, la bagna cauda, il risotto e i ravioli. La società ha aderito al Fancy Food Show nel 1992 a New York per presentare Tartufissima, la spe- ciale pasta che unisce il tartufo ai funghi porcini. Questo prodotto ha portato Tartuflanghe in uno scenario in cui l'innovazione ali- mentare è sostenuta insieme a tradizione, rispetto per l'ambi- ente e sostenibilità. Paolo Montanaro, presidente della società, ci ha detto: "Abbi- amo laboratori per produrre pasta, salse e prodotti legati al tartufo, oltre ai prodotti a base di tartufo. Ad esempio, l'olio al tartufo bianco incapsulato; il pesto in polvere che mantiene il sapore originale del pesto gen- ovese fresco, preservando le caratteristiche originali del basil- ico fresco e degli altri ingredien- ti; e il 100% tartufo bianco disidratato". E ha aggiunto: "Abbiamo iniziato disidratando i tartufi e abbiamo finito per col- laborare con l'Agenzia Spaziale di Torino, Argotec, che lavora anche a stretto contatto con l'A- genzia Spaziale Europea. Hanno deciso di presentare alcuni dei nostri prodotti all'ESA per la missione dell'astronauta italiano Luca Parmitano. Un anno dopo, l'innovazione è stata anche uti- lizzata per preparare prodotti per altri astronauti: abbiamo coin- volto alcuni noti chef, come Massimo Bottura, e iniziato a produrre ingredienti speciali, come mozzarella, pesto e ricci di mare". Qual è il vostro ultimo prodotto, abbiamo chiesto: "Ora stiamo lavorando con i noccioli d'oliva, da cui possiamo produrre un pane speciale, quindi niente viene sprecato quando si lavora con questi ingredienti di base". Dagli alimenti innovativi al torrone tradizionale. La società Barbero ha partecipato per la prima volta alla rassegna di San Francisco e il suo proprietario, Davide Maddaleno, non potrebbe essere più felice. "Siamo qui per cercare nuovi cli- enti, e abbiamo già avuto dei buoni feedback". L'azienda ha sede ad Asti e ha appena scoper- to, grazie ai documenti trovati presso l'archivio comunale di Mombercelli d'Asti, che Filippo Barbero era un fornaio per la chiesa di Mombercelli d'Asti già nel 1838; a quel tempo essere un fornaio significava produrre pane, dolci, biscotti, ma anche torroncini e noasetti (nocciole ricoperte di zucchero). La data ufficiale dell'apertura della Bar- bero, tuttavia, rimane il 1883, quando Melchiorre Barbero chiese e ottenne la licenza per vendere torrone e noasetti. Due anni dopo, ottenne il Diploma di Progresso alle esposizioni di Napoli, Torino e Livorno e il "Premio Vittorio Emanuele della Croce Bianca" per l'accurata fabbricazione delle sue special- ità. "Possiamo dire con orgoglio che siamo produttori di torrone da sei generazioni. Il nostro primo prodotto è stato il torrone, che conserva la ricetta originale che richiede le mandorle, ma abbiamo deciso di cambiarle in nocciole locali. Il friabile torrone Barbero ha caratteristiche uniche in quanto è un prodotto ancora fatto secondo l'antica ricetta del torrone di Asti". E conclude: "Facciamo anche il cioccolato e abbiamo aggiunto nuovi prodot- ti, perché mio nonno ha iniziato la produzione di cioccolato negli anni '60 e ora produciamo prodotti con cioccolato al gian- duia, che i nostri clienti amano". Le ricette vecchio stile sono anche al centro di un'azienda locale con sede nella Bay Area. Cookies con Amore è stata lanci- ata nel 2015 quando Fernanda e Angelo hanno deciso di dedicar- si a ciò che amano di più: i bis- cotti. Nati a Sant'Elia, nel Sud Italia, hanno condiviso l'amore per i biscotti fatti dalle loro nonne. I loro biscotti erano così deliziosi che, quando un giovane Il meglio della tradizione, dell'innovazione e delle imprese familiari al Winter Fancy Food Show 2019 di San Francisco nel villaggio fece "la proposta" alla sua amata, la domanda suc- cessiva fu cosa avrebbe prepara- to la nonna per il matrimonio. Fernanda e Angelo portarono il loro amore per i biscotti in Cali- fornia negli anni '70, dove hanno formato la loro famiglia e aperto una serie di negozi di specialità gastronomiche italiane e il ris- torante Villa Romana a Laguna Beach. Nonna Fernanda era allo stand di ItalFoods e ha rivelato: "Ho iniziato l'attività e l'ho chia- mata Cookies with Love ma non mi suonava bene e l'ho trasfor- mata in "con Amore" molto presto. Abbiamo iniziato con un piccolo spazio per alcuni di noi, quindi l'abbiamo ampliato fino a raggiungere 50 dipendenti. Fac- cio ancora biscotti, ma insegno anche come farli. Mia figlia è la chimica e mio figlio è l'artista per tutte le cose del marketing. Mio marito è l'uomo del control- lo qualità, ma io sono il capo, chi prende le decisioni!". Prossime iniziative? "Posso dire con orgoglio che il nostro biscotto più popolare è quello con il cuore pieno di marmellata. Tut- tavia, ultimamente mio nipote e sua moglie sono diventati vegani e mi hanno spezzato il cuore per- ché non potevano mangiare i bis- cotti. Ora stiamo lavorando sugli stessi prodotti ma con un approc- cio vegano". Ti chiedi quale sia il segreto di Nonna Fernanda? Passione, ovviamente. Essere un'azienda familiare è una caratteristica di molte aziende italiane nel settore ali- mentare. Colavita si autodefinisce un "marchio famil- iare di fiducia", trovando le sue origini nel 1938 nel piccolo fran- toio nel villaggio di Sant'Elia a Pianisi, in Molise. I figli di Gio- vanni, Enrico e Leonardo Colavita, estesero l'azienda di famiglia, si espansero negli Stati Uniti e, nel 1979, trovarono il loro primo partner straniero per distribuire l'olio d'oliva Colavita in tutto il mondo. Il signor Leonardo Colavita era presente alla Food Show, per incontrare clienti attuali e potenziali. "Spes- so le aziende italiane mi hanno chiesto come ci siamo riusciti. Non è facile da spiegare perché è la storia della mia vita, non è solo la storia dell'impresa. Il prossimo luglio celebreremo 40 anni di collaborazione negli Stati Uniti. Lungo questo viaggio, abbiamo incontrato molte aziende che volevano replicare ciò che abbiamo fatto dal punto di vista del business". E ...? "Ad essere onesti, sarebbe molto più facile per me raccontare la storia della nostra attività, ma qui sti- amo parlando di una storia di famiglia ed è più complicato ma forse più interessante". Che cosa rende la vostra attività diversa, abbiamo chiesto? "La sinergia che esiste al di là delle gener- azioni parla con i nostri clienti e ne siamo grati. Continuo a chiedere ai miei figli se vogliono mantenere vivo questo business, e non hanno dubbi che lo faran- no. Faccio del mio meglio per spingere i giovani italiani in modo che possano cercare part- ner con cui costruire la stessa partnership. L'abbiamo fatto noi e abbiamo avuto successo, quin- di crediamo che altri possano fare lo stesso". Fernanda Capraro e marito al laboratorio di "Cookies con Amore" LA COMUNITÀ DI SAN FRANCISCO