L'Italo-Americano

italoamericano-digital-2-7-2019

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GIOVEDÌ 7 FEBBRAIO 2019 www.italoamericano.org 37 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO Un triste destino quello del poeta che, deluso terribilmente dalla realtà, optò per il sogno, come estremo territorio dell'uni- ca felicità possibile. Leopardi, in questo caso, fu autentica vittima degli strali di Eros che pare si divertisse, sotto le sembianze di questa donna, a tormentarlo. Sembra che il dio dell'Amore gli avesse inferto una profonda feri- ta con quella medesima freccia che nel mito aveva colpito Apollo. Stanco delle continue derisioni da parte del nume, un giorno Eros si vendicò di lui scagliandogli contro una freccia d'oro che aveva il potere di farlo soffrire terribilmente per la ninfa Dafne la quale, invece, era stata colpita da una freccia di piombo che aveva la prerogativa di renderle assolutamente odioso l'innamorato e di indurla a fuggi- re da lui. Fanny, di origini inglesi, era nata a Firenze nel 1801 da una nobile famiglia. A venti anni aveva sposato il medico e natura- lista Antonio Targioni Tozzetti, discendente da una prestigiosa famiglia fiorentina di scienziati. Da lui aveva avuto tre figlie della cui educazione si occupò perso- nalmente e che seguì con amore- voli cure materne, come testimo- nia l'epigrafe sulla sua lapide (la morte avvenne nel 1889), dettata pers onalmente dalle figlie: "donna colta e gentile, madre affettuosa e provvida". Q ues to matrimonio aveva permesso alla nobildonna di entrare in contatto con ambienti culturali, politici, istituzionali influenti e di aprire un salotto letterario ad intellettuali fiorenti- ni e a colti stranieri di passaggio in città. Tra gli ospiti più illustri s i annoverano M as s imo D'Azeglio, Gino Capponi, Pietro G iordani e naturalmente… Giacomo Leopardi. Creatura di rara bellezza e grande charme, dai modi genti- lissimi, ma anche molto chiac- chierata, conobbe il poeta tra il 1830 e il 1833 grazie al patriota napoletano e comune amico, Antonio Ranieri. Fanny si era infatuata irrimediabilmente di quest'ultimo e aveva accolto Giacomo più volte nella sua principesca dimora al solo fine di ottenerne confidenze sul gio- vane napoletano. Il nostro poeta, nella sua disarmante ingenuità, credette di essere benvoluto dalla nobile che, in realtà, gli strappò numerosi autografi di personaggi illustri per la sua collezione pri- vata (ad es empio quello dell'Alfieri) e una preziosa copia rilegata in oro dei "Canti" del Leopardi contenenti una sezione nota come "Ciclo di Aspasia". Il leit motiv dell'opera è rap- presentato dalla passione che tra- volge completamente l'animo e la mente dell'uomo e lo induce ad azioni s traordinarie. M a, accanto a queste, inevitabilmente Primo di 7 figli, Leopardi mostrò fin dai primi anni straordinaria intelligenza Visitare Recanati per scoprire i luoghi del poeta marchigiano nieri e ricca di stimoli culturali e, quindi, probabilmente più elasti- ca nella definizione del ruolo femminile. Ricca e raffinata, divenne la compagna del leader politico ateniese Pericle (494 a.C./429 a.C.) che per lei abban- donò la moglie e due figli legitti- mi. N on era particolarmente bella, ma elegante e affascinante tanto che il filosofo Socrate (470 a.C./399 a.C.) la considerò uno dei suoi maestri di vita e ne lodò la saggezza e la lungimiranza politica. In effetti Fanny rappresentava un unicum rispetto allo stereoti- po femminile della società del suo tempo e, probabilmente, pro- prio per questo, infiammò fino a tal punto l'animo del poeta: lei componeva, infatti, epistole di altissimo livello e di squisita delicatezza; era, inoltre, ottima pittrice, conosceva alla perfezio- ne le principali lingue straniere, in primis Francese e Inglese, ed era esperta di bon ton. Non deve infine stupire che frequentas s e con as s iduità Paolina Bonaparte (sorella di Napoleone Bonaparte) ai cui ricevimenti era sempre invitata e che lei stessa accoglieva sovente come ospite nella sua sontuosa dimora. Ma, purtroppo, la sua dirittura morale non fu mai coe- rente con la sua bellezza e raffi- natezza. Ella cons iderò Giacomo un tipo pesantissimo da tollerare, noioso, sempre soffe- rente, ma soprattutto come scris- se lei stessa "un grande inciam- po nel cammino della vita". Fece bene il Leopardi a per- dersi dietro a Fanny? Le credette per lungo tempo, ma come ricor- da il poeta latino C.V. Catullo (84 a.C./54 a.C.) "ciò che dice una donna all'amante appassio- nato, scrivilo nel vento e nell'ac- qua rapida". Palazzo Leopardi è ancora abitato dagli eredi della famiglia. Il primo piano è occupato dalla famosa Biblioteca subentreranno le disillusioni, terribilmente distruttive, che solo la morte potrà condurre al silen- zio. Nella lirica intitolata "A se stesso", pubblicata nel 1835, e parte del "Ciclo di Aspasia", il poeta arriva ad affermare: "Non val cosa nessuna i moti tuoi, né di sospiri è degna la terra. Amaro e noia la vita, altro mai nulla; e fango è il mondo". Alcuni mesi dopo la morte di G iacomo, nel 1837, F anny seppe, con grave disappunto, che lei stessa era stata ispiratrice della figura di Aspasia e così scrisse a Ranieri "…se io non vi conos ces s i cos ì propens o al farmi arrabbiare, direi che siete stato cattivo nel tentare di darmi un dis piacere colla ris pos ta sull'Aspasia. Voi più d'ogni altro sapete se mai diedi la mini- ma lusinga a quel povero uomo del Leo, e se il mio carattere è tale da prendersi gioco di un infelice e di un bravo uomo come lui". Ma chi era Aspasia e perché aveva causato tanto dispiacere a F anny il paragone con lei? Aspasia, la donna più celebre del V secolo a.C., non corrispondeva assolutamente al modello tradi- zionale di femminilità classica: devota, silenziosa, premurosa verso il marito e la prole. Anche la sua origine era, per così dire, anomala. Era nata a Mileto, in Asia Minore, faceva parte di una società aperta agli influssi stra- SEGUE DA PAGINA 36

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