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L'Italo-Americano GIOVEDÌ 31 GENNAIO 2013 PAGINA 3 Brasile, è strage in un discoteca, muoiono bruciati vivi 231 giovani. Centinaia i feriti SAN PAOLO - "Uno spettacolo terribile, con scene da film dell'orrore", racconta il maggiore Cleberson Braida Bastianello, comandante del Battaglione operazioni speciali (Boe). Sono raccapriccianti i racconti dei superstiti dell'incendio che ha seminato la morte in una discoteca di Santa Maria, nel sud del Brasile, causando almeno 232 vittime, e centinaia di feriti, in maggioranza giovani e giovanissimi. La cittadina è un polo universitario a 300 km a ovest di Porto Alegre, capitale dello Stato di Rio Grande do Sul, e i ragazzi che affollavano all'inverosimile il 'Kiss', al momento della tragedia, stavano divertendosi in una tipica festa da sabato sera. Nel locale erano in programma due concerti. E proprio dal palco è partita la scintilla di follia che ha innescato l'inferno. Al momento dell'incendio - secondo le stime - erano presenti circa 2.000 persone. In base alle prime informazioni, la maggioranza dei corpi riconosciuti appartengono a vittime di sesso maschile, grazie alle carte di identità ritrovate insieme ai cadaveri, assenti nel caso delle ragazze, che più frequentemente lasciano nelle borse i loro documenti di riconoscimento. Secondo le prime ricostruzioni della polizia locale un bengala sparato durante lo spettacolo ha colpito il soffitto della discoteca, appiccando le fiamme a un mate- A far divampare il rogo un bengala sparato all'interno del locale riale di plastica usato per l'isolamento acustico e seminando il panico nel pubblico. Le fiamme, violentissime, sono state domate dai vigili del fuoco solo dopo tre ore. "Sono scappata appena in tempo, ho visto attorno persone che cadevano e morivano, è stato spaventoso. - ha raccontato uno dei supravvissuti - C'era solo una porta per scappare ed era molto piccola". Per far uscire la gente - così come mostrato dalle immagini diffuse dalle tv locali - i soccorritori hanno dovuto sfondare il muro della discoteca a picconate per poter intervenire. Proprio a causa della mancanza di uscite di sicurezza, la maggior parte delle vittime è morta per asfissia o travolta dalla folla che cercava di fuggire dal locale. Ancora secondo la Polizia "molti sembrano aver confuso il cartello dell'uscita con quello del bagno: nei gabinetti abbiamo tro- vato decine di cadaveri". "Siamo tutti uniti nella tragedia e, necessariamente, supereremo questo momento" ha detto la presidente Dilma Rousseff, garantendo che il governo "darà tutta l'assistenza necessaria" alle autorità locali per affrontare la tragedia. La strage è solo l'ultima di una tragica scia di sangue che ha visto, negli anni, luoghi di svago e divertimento trasformarsi in trappole mortali. In Brasile l'incidente più grave fino a oggi avvenne nel 1961 a Niteroi quando 323 persone rimasero uccise in seguito ad un incendio doloso all'interno di un circo, mentre tra le stragi più sanguinose all'interno di un nightclub si ricorda quella del 1942 al Cocoanut club di Boston dove morirono, sempre per un incendio, 492 persone e quella del 25 dicembre 2000 in Cina dove 309 persone morirono durante un party di Natale in una discoteca a Luoyang. BAMAKO - Le truppe francesi e maliane hanno raggiunto le porte di Timbuctu, la città nel nord del Mali occupata da mesi dai qaedisti. Lo riferisce una fonte militare maliana alla Reuters. I militari ''hanno passato Niafounke sono alle porte di Timbuctu'', ha detto la fonte sotto anonimato, aggiungendo che le truppe non hanno incontrato resistenza da parte dei fondamentalisti e che si stanno preparando a entrare nella città, un labirinto di antiche moschee, monumenti e case di fango. Sono attesi a giorni altri 8000 soldati della forza multinazionale africana. IL CAIRO - Violenze senza fine nell'Egitto del secondo anniversario della rivoluzione. È di 42 morti il bilancio per tutto l'Egitto - fornito da fonti mediche - degli scontri che hanno investito varie città del Paese tra venerdì e domenica. CARACAS - Ancora una rivolta, finita in un bagno di sangue, in un carcere venezuelano. È di 55 morti ed una novantina di feriti il drammatico bilancio dell'ennesimo episodio che conferma la catastrofica situazione delle prigioni in Venezuela dovuta al sovraffollamento di strutture vetuste e alla corruzione, malgrado il governo Chavez abbia creato nel luglio scorso un ministero ad hoc per occuparsi della questione. Secondo documenti dell'Ovp, Uribana - un carcere costruito per 850 detenuti, e che attualmente ne contiene 2400 - è uno dei tre istituti penali più violenti del paese sudamericano, dove 45 mila prigionieri sono rinchiusi in prigioni previste per un massimo di 15 mila detenuti. NEW YORK - Era il 2 febbraio del 1913 quando, alle 12 in punto, il primo treno partì dalla Grand Central Station di New York per Boston: quest'anno il colosso in stile Liberty nel cuore di Manhattan spegne cento candeline. La stazione ferroviaria, una 'cattedrale urbana' dove transitano oltre 80 milioni di viaggiatori l'anno, e che con i suoi 21 milioni di turisti è nella 'top ten' dei luoghi più visitati al mondo, aprì i battenti un secolo fa. SYDNEY - Dare un nome ai milioni di esseri viventi che popolano il nostro pianeta è un obiettivo raggiungibile entro la fine del secolo: ne è convinto un gruppo di ricercatori coordinato dall'università australiana di Auckland. In un articolo su Science i ricercatori stimano l'esistenza, al massimo, di altre 6 milioni di specie ancora sconosciute. In questi ultimi decenni è stato possibile riconoscere l'esistenza di ben 1,5 milioni di specie. 27 gennaio: Giornata della Memoria mondiale della Shoa Il mondo intero si è fermato per ricordare le vittime dell'Olocausto. Era il 27 gennaio del 1945 quando le truppe sovietiche dell'Armata Rossa, durante un'offensiva verso Berlino, arrivarono presso la città polacca di Oświęcim (in tedesco Auschwitz) scoprendo il più grande campo di concentramento creato dai nazisti. I sovietici vi entrarono e liberarono i prigionieri. Dal 2005, il 27 gennaio, dopo una risoluzione dell'ONU, viene ricordato come "Il giorno della memoria". Il messaggio più rilevante alla vigilia della Giornata della memoria è forse quello di Angela Merkel: "Abbiamo una responsabilità permanente per i crimini del nazionalsocialismo, per le vittime della Seconda Guerra Mondiale e, anzitutto, anche per l'Olocausto", ha detto la cancelliera in un podcast pubblicato sul suo sito Internet. "Dobbiamo dire chiaramente, generazione dopo generazione, e dobbiamo dirlo ancora una volta ha detto Merkel -: con coraggio, il coraggio civile, ognuno, individualmente, può impedire che il razzismo e l'antisemitismo abbiano alcuna possibilità. Noi affrontiamo la nostra storia, non occultiamo niente, non respingiamo niente - ha concluso -. Dobbiamo confrontarci con questo per assicurarci di essere in futuro un partner buono e degno di fede, come del resto lo siamo già oggi, fortunatamente". Una giornata di "riflessione", ma anche un momento di "azione": "dobbiamo impegnarci a resistere all'odio e alla persecuzione in tutte le sue forme", ha detto il presidente Usa Barack Obama commemorando la Giornata della memoria. "Gli Stati Uniti, con la comunità internazionale, sono risoluti a contrastare ogni dittatore e tiranno che commette crimini contro l'umanità e restare fedeli al principio del 'Never Again'." CANADA - Commemorare la Shoah non significa unicamente ricordare una tragedia. Vuol dire anche pensare a "quelle persone che seppero dire no, seppero opporsi anche a rischio della propria vita per salvare delle persone perseguitate, non rimanendo indifferenti dinnanzi al male che cresceva, poiché sono la dimostrazione che qualsiasi persona può adoperarsi per contrastare il male". Questo è il contributo che Franco Perlasca e la fondazione dedicata al padre Giorgio hanno voluto donare all'iniziativa "Saluting Italian Heroes". Il progetto, ideato dal comitato presieduto da Joseph Sciabbarrasi e promosso dal Congresso nazionale degli Italo-Canadesi, nasce per onorare gli italiani che durante l'Olocausto si batterono per salvare la vita degli ebrei. Persone come Giorgio Perlasca, Giovanni Palatucci e Gino Bartali, che hanno ricevuto il titolo di Giusto tra le nazioni dall'istituto israeliano Yad Vashem. BRASILE - È già da tempo l'"ambasciatore" dell'imprenditoria siciliana - quella più sana e più innovativa - in tutta Italia. E adesso continua il suo cammino di espansione all'estero: un processo portato avanti passo dopo passo, con la consapevolezza che l'internazionalizzazione è l'unica soluzione concreta alla crisi. Per questa sua "avventura" internazionale, Mimmo Costanzo, 50 anni, Ceo di Cogip, gruppo leader nazionale nei mercati delle grandi opere, project financing e delle energie rinnovabili, ha scelto il Brasile. Dopo lo sviluppo di iniziative di successo nell'Europa dell'Est, nelle zone del Maghreb e dell'Africa centrale, il Gruppo siciliano punta con decisione sul Brasile. "Veniamo a fare ciò che sappiamo fare meglio in quanto siciliani - spiega Costanzo - e vorremmo farlo insieme a imprese locali, serie e tradizionali: le grandi opere, le infrastrutture ad alto tasso di tecnologia con il minimo impatto sull'ambiente."