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L'Italo-Americano PAGINA 4 GIOVEDÌ 31 GENNAIO 2013 Nel 2012 hanno chiuso mille imprese al giorno. Servono misure concrete o la recessione continuerà nel 2013 BARBARA MINAFRA Il conto più salato del 2012 lo ha pagato il Nord, Lombardia esclusa. Le imprese del NordEst che hanno chiuso sono state circa 6.600. Il Centro viceversa, ha registrato (sia nel 2011 che nel 2012) un tasso di crescita superiore a quello medio nazionale: da solo determina oltre il 55% di tutto il saldo nazionale dello scorso anno. Decisamente positivo anche il contributo che viene dal Mezzogiorno (49,5%). I dati sulla natalità e la morta- liane che hanno confrontato i dati raccolti su base territoriale. A livello locale, sette regioni su 20 hanno fallito l'obiettivo della crescita: Friuli Venezia Giulia e Basilicata (che già nel 2011 avevano chiuso l'anno col segno meno), Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Marche e Molise. L'Umbria, solo per una questione numerica, risulta stare con le regioni a saldo positivo ma nella pratica la situazione di stallo è più evidente del passaggio numerico da 0,17% del 2011 a 0,21% del 2012. Ogni giorno cortei e striscioni rivendicano un lavoro non precario lità delle imprese sono stati resi noti da Unioncamere sulla base di Movimprese, la rilevazione statistica condotta da InfoCamere, la società di informatica delle Camere di Commercio ita- Usando i numeri del registro, che poi sono quelli della crisi, si legge che nel Nord-Ovest ci sono state 100.240 iscrizioni di nuove imprese e 96.268 cessazioni, nel Nord-Est 70.149 iscri- zioni e 75.067 cessazioni, nel Centro 85.818 iscrizioni contro 75.315 cessazioni, nel Sud 127.676 iscrizioni e 118.322 cessazioni. Complessivamente sono state 383.883 le imprese nate nel 2012 cioè, tradotto in parole che danno il senso della recessione in atto, sono il valore più basso degli ultimi otto anni e ben 7.427 in meno rispetto al 2011. Quelle che nel 2012 hanno cessato l'attività perchè non più redditizie o obbligate a chiudere dai debiti e dalla stretta creditizia, sono state 364.972: mille ogni giorno e 24mila unità in più rispetto all'anno precedente. In pratica il saldo tra imprese iscritte e cessate è stato di 18.911 imprese, il peggior risultato dopo due anni consecutivi di lieve recupero e un dato vicino a quello del 2009, l'anno peggiore dall'inizio della crisi. Osservando i settori produttivi, il manifatturiero ha perso 6.515 imprese, una ferita per il tessuto imprenditoriale che si lega a quello dell'artigianato, che ha chiuso l'anno con 20.319 ditte in meno, al motore storico delle costruzioni (-7.427) e a quello primario dell'agricoltura (meno 16.791). Solo questi quattro macro-settori insieme rappresen- Nel 2012 in Italia hanno chiuso i battenti 364.972 imprese tano il 38,1% delle imprese. Segnali positivi arrivano invece da alloggio e ristorazione (+11.438), commercio al dettaglio (+8.005), agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese (+5.505), attività professionali, scientifiche e tecniche (+4.576). Secondo Infocamere under 35, immigrati e donne, attività del turismo, del commer- cio e dei servizi alle imprese e alle persone sono le tipologie di imprenditori e i settori di attività che, nel 2012, hanno mantenuto in lieve attivo il bilancio anagrafico delle imprese italiane (+0,3% contro il +0,5 del 2011). O, anche, evitato il fallimento completo. A quando misure concrete per un'inversione di rotta che faccia "cessare" la crisi? Tasse, frodi e sommerso: in un anno scoperti oltre 8mila evasori Frodi fiscali, evasione internazionale, economia sommersa. Il bilancio degli oltre 600 reparti delle Fiamme Gialle italiane nel 2012, nella lotta agli illeciti economico-finanziari, ha registrato notevoli risultati. A cominciare dagli 11.769 denunciati, responsabili di frodi e reati fiscali, principalmente per aver utilizzato o emesso fatture false (5.836 violazioni), per non aver versato l'Iva (519 casi), aver omesso di presentare la dichiarazione dei redditi (2.579 violazioni) o aver distrutto/occultato la contabilità (2.220 casi). Sul fronte dell'evasione fiscale internazionale, i ricavi non dichiarati e i costi non deducibili scoperti dalle Fiamme Gialle, come reso noto in una conferenza stampa nazionale, ammontano a 17,1 miliardi di euro. A finire sotto la lente della Guardia di Finanza sono stati principalmente i trasferimenti "di comodo" delle residenze di persone e società nei paradisi fiscali, lo spostamento all'estero di capitali per non pagare le tasse in Italia mediante atti negoziali ed operazioni di ristrutturazione societaria formalmente ineccepibili o operazioni di transfer pricing. Sono stati scoperti 8.617 evasori totali che hanno occultato redditi al fisco per 22,7 miliardi di euro, cui si aggiungono ulteriori 16,3 miliardi riferiti ad altri fenomeni evasivi. L'attività di contrasto alle "Frodi Iva", ha permesso di individuare 4,8 miliardi di Iva evasa, di cui 1,7 riconducibili a "frodi carosello", basate su fittizie tran- Verifica in un esercizio commerciale sul rilascio degli scontrini fiscali Controlli sulle transazioni estere sazioni commerciali con l'estero. Sono stati individuati 16.233 lavoratori completamente "in nero" e 13.837 irregolari, impiegati da 6.655 datori di lavoro. Irregolare il 32% degli oltre 447 mila controlli sul rilascio di scontrini e ricevute fiscali. L'adesione integrale da parte dei contribuenti ai verbali di constatazione della Guardia di Finanza ha comportato proposte di recupero a tassazione per circa 6,2 miliardi di euro, mentre l'Agenzia delle Entrate ha accertato maggiori imponibili, collegati ai verbali redatti dal Corpo, per ulteriori 15 miliardi di euro. Sono, inoltre, stati sequestrati beni mobili, immobili, valuta e conti correnti per oltre 1 miliardo di euro ai responsabili di reati fiscali.