L'Italo-Americano

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23 GIOVEDÌ 21 FEBBRAIO 2019 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | A nthony Pinnunziato a ma follemente il com- pagno, Andrew Polin- ski. Quando decide di chiedere la sua mano, la madre Angela, molto legata alle tradizioni, insiste affinché i due si sposino con una cerimonia cat- tolica celebrata da padre Rosalia. Data la posizione del Vaticano sui matrimoni tra persone dello stesso sesso, questo rappresenta un prob- lema. Angela insiste anche sul fatto che la madre di Andrew voli dalla Florida fino a Brooklyn per parte- cipare alle nozze, che si terranno in un raffinato ristorante italiano. Ma la madre di Andrew non parla con il figlio da anni. Un ulteriore ostacolo potrebbe essere rappre- sentato da Gregorio, ex-amante di Andrew, che minaccia di fermare il matrimonio rivelando un brutto segreto su di lui. Così inizia lo spettacolo teatrale My Big Gay Italian Wed- ding scritto da Anthony Wilkinson e che, dopo il debutto a New York nel 2003, arriva all'Hudson Main- stage Theater di Hollywood dove resterà in scena per tutto il mese di marzo. Ce la farà l'amore a vincere su tutto? Nonostante i molteplici os- tacoli, questa grande e amorevole famiglia italiana si ritroverà per celebrare il matrimonio di due uo- mini profondamente innamorati? Per avere qualche dettaglio in più, abbiamo intervistato Gian- franco Terrin, attore originario di Napoli ma da più di dieci anni di base a Los Angeles, che oltre ad interpretare il protagonista An- thony Pinnunziato, debutta alla re- gia dello spettacolo teatrale. "Fare il regista è una grossa re- sponsabilità - mi confessa emozionato Gianfranco – unire decine di persone che credono in te e nella tua visione è un'impresa non facile. Il regista è un leader, non un capo, credo sia una grossa differenza". Nonostante My Big Gay Ital- ian Wedding rappresenti la sua prima prova da regista, come attore Gianfranco Terrin vanta un lungo curriculum. Dopo aver condotto per tre anni il programma "Movie Surfers" per Disney Channel e aver lavorato al fianco di Johnny Depp, Orlando Bloom e Nicholas Cage, Gianfranco è apparso in uno spot televisivo con George Clooney ed è stato scelto da Ben Affleck per il suo film "La legge della notte" e da Francis Ford Coppola per il suo film-esperimento "Dis- tant Vision". Gianfranco, andiamo un po' indietro nel tempo. Ha in- iziato a recitare molto giovan e. Ho iniziato all'età di dieci anni a Pozzuoli, per caso, grazie a Pasquale, un collega di mia madre che lavorava in biblioteca. Un giorno Pasquale le disse che era a conoscenza di alcuni casting che si svolgevano proprio in biblioteca e che stavano cercando ragazzini della mia età. Era il "Giro di Lune Tra Terra e Mare" di Giuseppe Gaudino. Non avevo mai recitato prima. E' stata sicuramente un'es- perienza che ha tracciato il mio futuro. Da quel momento sapevo esattamente cosa volevo fare da grande. Subito dopo ho lavorato in teatro, in televisione, poi di nuovo al cinema con Rosa Funceza di Aurelio Grimaldi, poi l'accademia con Fioretta Mari. Quando Anna Strasberg mi ha dato la possibilità di studiare al Lee Strasberg Theatre and Film Institute di Los Angeles, mi sono trasferito in l'America. Che impatto ha avuto ar- rivando a LA dall'Italia? Devo ammettere che quando sono arrivato qui non sapevo di essere a Hollywood, sapevo di es- sere a Los Angeles, il mio biglietto aereo diceva così. Nessuno ancora mi aveva spiegato che Holly- wood è un quartiere di questa città, non sapevo che stessi raggiun- gendo la mecca del cinema! L'ho scoperto il giorno dopo quando alzando lo sguardo mi sono trovato davanti agli occhi la scritta HOL- LYWOOD in cima alla collina ed è stata un'emozione che non riuscirei a descrivere in un solo paragrafo. Quale è stata la sfida più grande nel dirigere My Big Gay Italian Wedding? La sfida più grande credo sia stata proprio decidere di fare la re- gia. All'inizio ero terrorizzato dall'idea. È stato un po' come re- mare con la paura di andare in- contro alla tempesta, specialmente quando ti rendi conto che nella barca non sei solo, anzi sei respon- sabile di un intero equipaggio. E quella del far parte del cast? Far parte del cast non è stata una sfida ma un bellis- simo viaggio in bella compagnia per una delle destinazioni che più ami al mondo. È stata anche la prima volta che in cui ho baciato un uomo! La cosa che invece l'ha ap- passionata di più di questo prog- etto? Per me non è soltanto una storia tra due ragazzi omosessuali che vogliono sposarsi, ma una storia tra madre e figlio. Il bisogno di un figlio di ricevere il consenso del proprio genitore. Il bisogno di avere una guida lungo il proprio percorso, una guida che sia però autorevole e non autoritaria. Come si è preparato per questo ruolo? Sono due anni che lavoro a questo personaggio e posso dire di essere ancora in preparazione. Non credo si arrivi mai ad un punto dove si è totalmente soddis- fatti della propria preparazione. Ho iniziato a lavorare sul personaggio facendo la ceretta a gambe e dorso e non sai quante lacrime di dolore mi sono uscite! Voi donne avete una forza e un coraggio che noi uomini neanche sogniamo.  Che differenza trova tra il mondo del cinema, della tv e del teatro qui rispetto all'Italia? In Italia ci sono grandi profes- sionisti. Credo sia arrivato il mo- mento di dire FINE a quella famosa crisi del cinema italiano. La crisi è passata, oggi abbiamo grandi talenti che il mondo ci in- vidia, e grazie a Netflix le nostre serie tv stanno raggiungendo un mercato globale. La differenza forse è che in Italia, quando fai la pausa pranzo, ti sembra di essere ad una cena di Natale, in America invece sai che ti aspet- terà sempre un hamburger con pat ate fritte.  Ha lavorato in film diretti da Ben Affleck e Francis Ford Cop- pola, cosa le hanno insegnato? Lavorare con alcuni dei mag- Inter vista con Gianfranco Terrin, regista di My Big Gay Italian Wedding giori cineasti della storia del cin- ema è stato un dono. Quando in- contri una persona come Coppola, che al primo incontro ti stringe la mano, ti abbraccia e ti tratta come se fossi suo figlio, come fai suc- cessivamente a non relazionarti agli altri allo stesso modo? Capisci che questo mestiere lo fai perché lo ami, lo fai perché non ne puoi fare a meno, non per i soldi, non per il successo. Forse questa è stata una delle lezioni più importanti.  Tra dirigere e recitare cosa preferisce e perché? Recitare per me è come andare a cavallo, sei soltanto tu e il tuo animale in corsa. Fare la regia in- vece è come andare a cavallo trainando una carrozza con 10-15 persone. Cambia il senso di re- sponsabilità. Dirigere per me è una scelta, mentre recitare è un'esi- genza.  Per quale motivo bisogna venire a vedere questo spetta- colo? Non c'è nulla che possa diver- tirti più del nostro cast di "My Big Gay Italian Wedding". Uno spet- tacolo che ha un cast 'rotante', ogni sera cambia un attore e ciò rende tutto sempre diverso. Non vedrai mai lo stesso spetta- colo due volte, anche se la storia è sempre la stessa. E se non ridi almeno una volta durante lo spettacolo, vale la regola 'soddis- fatti o rimborsati'.   Progetti per il futuro? Sicuramente portare My Big Gay Italian Wedding in Italia, e finalmente mettere in scena a Las Vegas "Pompeii the Musical", un musical sulla storia di Pompei.  My Big Gay Italian Wedding si terrà tutti i fine settimana a par- tire da venerdì 8 marzo (venerdì e sabato alle 8pm e domenica alle 3pm) fino a domenica 31 marzo presso L'Hudson Mainstage The- ater, 6539 Santa Monica Blvd, Hollywood, CA. A seguire rin- fresco presso il ristorante di Alessandro del Piero N. 10, 8436 W. 3 rd St., Los Angeles, CA 90048. Alcuni dei personaggi dell'opera: Angela, zia Tonian e Anthony Pinnunziato @Ian Fisher Una scena di My Big Gay Italian Wedding, diretto da Anthony Wilkinson e interpretato da Gianfranco Terrin @Ian Fisher LA COMUNITÀ DI LOS ANGELES

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