L'Italo-Americano

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GIOVEDÌ 21 GENNAIO 2019 www.italoamericano.org 5 L'Italo-Americano IN ITALIANO | I l corteo acqueo in maschera. Il ballo del Doge. Le migliaia di maschere in tutta la città. Dalla festa sul Rio del Cannaregio alla sfilata in Piazza San Marco dove si ammi- rano sofisticati travestimenti di una bellezza e raffinatezza rara. Tutto questo è il Carnevale di Venezia e lo sappiamo bene, ma in mezzo ai colori più noti della città lagunare, si celano tradizioni in trasferta e leggende bizzarre caratterizzate da uno spirito goliardico che avrebbero fatto impallidire perfino le commedie di Carlo Goldoni. Stiamo parlando del Massariol, o Mazariol, un folletto che dimora alla sinistra del fiume Piave, tra i boschi del Bellunese, una delle zone più amate proprio dai vene- ziani. I suoi connotati? Cappuccio e mantello rosso, capelli sciolti, barba e un'innata voglia di combi- narne a più non posso. Nessuna cattiveria, però, nel suo modus operandi: solamente una cristalli- na natura scherzosa. In molti modi, il Massariol incarna lo spirito e il cuore del Carnevale, uno spirito che corre ben più profondo del travestirsi e giocare brutti scherzi al vicino. Pensateci: il comportamento di questa antica figura leggendaria, la sua passione per le risate e le battute, è lo specchio del più popolare dei detti del Carnevale in Italia: A Carnevale ogni scher- zo vale. Ma l'associazione tra questo periodo di celebrazioni e risate alla fine dell'Inverno va più indietro nel tempo della creazione della leggenda del Massariol, delle regole del Doge e, ci crede- reste, anche delle abitudini paga- ne dei nostri antenati Romani. Per dirla meglio, si rifa ad alcuni dei loro rituali e costumi meno cono- sciuti, quelli che anche alcuni sto- rici potrebbero aver dimenticato. Vedete, i Greci e i Romani adora- vano Ghelus e Risus, divinità della risata e dei sorrisi, perché ridere era sinonimo di fertilità e si credeva che portasse buona fortu- na. Questo era il motivo per cui, con un pizzico di saggezza e una manciata di umorismo, i nostri antenati solevano dire che gli dei hanno creato il mondo ridendo. Che bella immagine è questa, se ci si pensa. Ma torniamo a noi, e diciamo qualcosa di più sulla storia del Carnevale: i primi documenti che attestano l'origine della festa, che ancora oggi inonda di colori e coriandoli i canali della laguna veneziana, risalgono all'anno Mille. Spiegano che il Doge aveva indetto due mesi di festeg- giamenti per concedere alla popo- lazione più umile quello svago necessario a sopportare meglio la miseria e le vessazioni sociali. Un po' come facevano gli antichi Romani con gli spettacoli nelle arene, i combattimenti, le corse dei cavalli. "Panem et Circenses", diceva il grande autore satirico Giovenale per ricordare la pratica demagogica di distribuire grano gratis o a prezzi inferiori a quelli del mercato e di organizzare gran- diosi eventi pubblici per distrarre la folla, assicurarsi il consenso popolare ed evitare insurrezioni. Poco alla volta la festa liberatoria tra le calli veneziane divenne tra- dizione, inserendosi nel calenda- rio religioso e terminando con l'i- nizio della Quaresima. Così, con il beneplacito di istituzioni sacre e profane, ognuno in questo "tempo sospeso" poteva giocare a essere chi voleva, ribaltando i ruoli, indossando una maschera (dall'a- rabo "mascharà", scherno, sati- ra) e sbeffeggiando liberamente ricchi e potenti. Proprio perché giudicato "sov- versivo", durante l'occupazione della città lagunare, Napoleone lo La bauta divenne popolare perchè permetteva alla gente di mantenere sempre l'anonimato: infatti la si può tenere anche mangiando! © Veronika Verenin | Dreamstime.com NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ Continua a pagina 7 Carnevale ci salverà! Un elfo scapestrato, Venezia e perché sorridere è il cuore delle tradizioni Italiane Un costume che rispecchia i colori stessi della laguna © Pietro Ebner | Dream- stime.com Creatività, colore e opulenza sono tipiche caratteristiche delle maschere carne- valesche Veneziane© Lugojan | Dreamstime.com

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